Monitoraggio di rete, dieci consigli per prepararsi all’IoT del futuro

Paessler, azienda specializzata nel monitoraggio di rete, ha messo a punto dieci suggerimenti utili alle aziende per prepararsi a monitorare un’infrastruttura IT per reti IoT in espansione

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monitoraggio di rete

Dai dispositivi indossabili alle automobili, l’uso di oggetti connessi è in crescita e diventerà sempre più importante per le aziende saper attuare, conservare e assicurare il funzionamento e il monitoraggio delle reti.

Alla luce della crescente diffusione dell’IoT, in ambito professionale e domestico, un guasto alla rete può avere effetti disastrosi sulla produttività e compromettere significativamente tutta l’esperienza del cliente.

Un sistema di monitoraggio solido mette i network manager in condizione di anticipare, diagnosticare e risolvere i problemi, spesso prima che questi abbiano un impatto sull’utente finale. Paessler, azienda specializzata nel monitoraggio di rete, ha messo a punto dieci suggerimenti utili alle aziende per prepararsi a monitorare un’infrastruttura IT per un ambiente IoT in espansione.

1. Avere un quadro chiaro di ciò che l’IoT significa per il proprio business

L’IoT trasformerà alcune imprese più di altre. Per un’azienda di servizi professionali il problema potrebbe riguardare ad esempio l’integrazione di un termostato intelligente, mentre per un’azienda manifatturiera la sfida potrebbe ruotare attorno all’unificazione di sistemi, macchinari e dispositivi diversi. Gli amministratori di rete saranno in prima linea nel processo di integrazione e avranno un ruolo decisivo nel rendere i dispositivi connessi funzionali e utili.

2. Prepararsi all’integrazione

Mentre alcuni dispositivi connessi verranno prodotti in serie e concepiti per integrarsi perfettamente nelle reti, altri nasceranno all’interno dell’azienda con un alto tasso di personalizzazione. Con tipologie di dispositivi così diversi, l’integrazione diventa una sfida. È fondamentale dunque che tutti i dispositivi connessi vengano riuniti sotto un unico tetto affinché sia possibile monitorarli con precisione.

3. Capire i protocolli di connessione 

Per la connessione all’Internet delle Cose sono utilizzati tre protocolli principali: Simple Network Management Protocol (SNMP), REST API e XML. Una comprensione maggiore dell’interazione tra i dispositivi, permetterà di progettare architetture più sofisticate, che rendono il monitoraggio di rete molto più semplice.

4. Ricordare che non tutti gli oggetti sono di ultima generazione 

Non tutti i dispositivi connessi rappresentano l’hardware più potente e di ultima generazione. Molti dispositivi sono obsoleti, soprattutto negli ambienti industriali, o sono connessi attraverso piccoli computer come Raspberry Pi. Occorre conoscere i diversi requisiti hardware e capire come connettere i dispositivi necessari, anche se risalgono al secolo scorso.

5. Essere flessibili

L’Internet delle cose è probabilmente la sfida più importante che gli amministratori delle reti si trovano ad affrontare dopo i servizi cloud e BYOD. I vertici aziendali faranno sicuramente pressioni per gestire il “nuovo grande cambiamento” nell’IT. Occorre saper dimostrare pazienza e flessibilità per affrontare le problematiche complesse innescate dalla necessità di monitorare una rete di dispositivi connessi.

6. Pianificare in maniera proattiva

La pianificazione è un valido alleato per il monitoraggio della rete. L’avvento della tecnologia BYOD ha avuto importanti ripercussioni sulle reti e sulla larghezza di banda e lo stesso accadrà con l’Internet delle Cose. Per garantire l’operatività e la disponibilità della rete, occorre pianificare l’utilizzo della larghezza di banda da parte dei dispositivi connessi.

7. Riconoscere che qualsiasi dispositivo con un indirizzo IP può essere hackerato 

La sicurezza di una rete IoT si misura in base al suo endpoint più debole. Ciascun dispositivo connesso è una potenziale via di accesso alla rete, pertanto è indispensabile che i network manager possano monitorare tutti i dispositivi (nuovi e vecchi), per rilevare la presenza di eventuali dispositivi non autorizzati che potrebbero rappresentare un rischio. Per accedere alle funzionalità e ai dati di un dispositivo connesso, gli hacker puntano a tre obiettivi: dispositivi e hardware, infrastruttura cloud, che comprende a livello concettuale i supervisori dell’IoT tramite i server, e la rete di comunicazione. Gli hacker di oggi sono spregiudicati e creativi: un mix di qualità pericoloso per i reparti IT. Tutti i dispositivi con un indirizzo IP possono essere hackerati e l’IoT allarga il vettore della minaccia.

8. Personalizzare il più possibile

Uno degli aspetti più interessanti dell’IoT è il fatto che le possibilità di connessione sono virtualmente illimitate. Dal punto di vista del monitoraggio di rete, questo pone delle sfide che si possono risolvere solo creando nuovi sensori e report personalizzati. Questo aspetto risulta particolarmente stimolante negli ambienti industriali, dove i dati ricavati dai dispositivi si possono utilizzare per rendere i processi di business più intelligenti e più efficienti.

9. Tenere ogni “cosa” in ordine 

I sistemi IT moderni sono spesso caotici. È sorprendente quando sia diventato facile avviare una macchina virtuale, scaricare ed eseguire software dal cloud e, ora, connettere un dispositivo. Mappare e tracciare ogni “cosa” che viene aggiunta alla rete non appena ciò avviene consentirà di evitare molti grattacapi in futuro.

10. Pensare in prospettiva 

Nella maggior parte delle aziende, i progetti per i dispositivi connessi iniziano generalmente su piccola scala e non comportano grosse conseguenze. A lungo andare, può capitare tuttavia che il mondo connesso fornisca nuovi dati e informazioni sull’attività dell’azienda che possono diventare i driver di decisioni. La responsabilità degli amministratori sarà raccogliere e analizzare quei dati trasformandoli in informazioni strategiche, cioè avere un piano per ciò che diventerà cruciale in futuro anche se ciò che accade al momento non è così rilevante.

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