Gli ultimi dati Istat relativi al commercio estero extra UE indicano una flessione congiunturale che, per quanto generalizzata, è per più della metà dovuta al calo delle vendite di beni strumentali. Per l’import, la flessione congiunturale è quasi totalmente dovuta alla contrazione degli acquisti di energia (-19,5%). La contrazione congiunturale degli acquisti di energia riflette il calo dei volumi e dei prezzi del gas naturale allo stato gassoso e i ribassi dei prezzi dell’energia elettrica. Su base annua, rallenta la crescita sia dell’export (+16,6%, da +27,2% di settembre) sia dell’import (+38,3%; era +59,0% a settembre).
Il deficit energetico si riduce tuttavia nel confronto con settembre, quando era superiore in valore assoluto ai 12 miliardi, e contribuisce al ridimensionamento del deficit commerciale (2 miliardi in valore assoluto, rispetto ai 5 di settembre).
A ottobre 2022 si stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra UE 27 , una diminuzione congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le importazioni (-8,7%) rispetto alle esportazioni (-4,3%).
Nel mese di ottobre 2022, l’export cresce su base annua del 16,6%. La crescita, generalizzata, è più accentuata per energia (+37,0%), beni intermedi (+24,7%) e beni di consumo non durevoli (+22,1%). L’import registra una crescita tendenziale del 38,3%, anch’essa diffusa e molto elevata per energia (+67,2%). Nello stesso periodo, il disavanzo commerciale con i paesi extra Ue è pari a -2.040 milioni, a fronte di un avanzo di 1.962 milioni dello stesso mese del 2021. Il deficit energetico (-9.364 milioni) è più ampio rispetto a un anno prima (-5.459 milioni) ma l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, pari a 7.324 milioni, è elevato e sul livello di ottobre 2021 (7.421 milioni).
I Paesi verso cui esportiamo e da cui importiamo
A ottobre 2022 si rilevano aumenti su base annua delle esportazioni verso quasi tutti i principali paesi partner extra UE27; i più ampi riguardano Turchia (+47,7%), Stati Uniti (+34,2%) e paesi OPEC (+32,0%). Prosegue la flessione dell’export verso la Russia (-30,9%); in calo anche le vendite verso il Giappone (-11,2%).
Gli acquisti da paesi ASEAN (+64,5%), paesi MERCOSUR (+59,4%), Svizzera (+58,0%), Stati Uniti (+56,5%), paesi OPEC (+55,9%) e Cina (+50,3%) registrano incrementi tendenziali molto elevati. Le importazioni dalla Russia (-44,2%) risultano in decisa contrazione.
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