di Georg Steinberger | Il terzo trimestre del mercato europeo della distribuzione di componenti si è ormai chiuso e i dati sono pubblicati anche su queste pagine: il fatturato sembra buono, gli ordini e le prospettive piuttosto deludenti. Quindi cosa impariamo per il nostro futuro nella supply chain? Il mio insegnamento chiave è: “Il passato è un futuro che è già accaduto”. Ebbene sì, è una delle mie battute preferite, il famoso motto “steampunk”. Cosa c’entra questo con la distribuzione di componenti elettronici? Ebbene, nel periodo di grande shortage dei chip iniziato all’inizio del 2021, tutti hanno faticato a trovare i pezzi e volevano essere certi di non trovarsi mai più in futuro una situazione simile. Pertanto, gli ordini sono stati effettuati con sufficiente anticipo in base a rigorose condizioni di non restituzione e non cancellazione e sono stati anche evasi in anticipo. I distributori europei di componentistica hanno letteralmente ordinato e fatturato il “futuro” già in passato, con livelli di ordini astronomici e ricavi record per ben 10 trimestri. Ora, il mercato è tornato “dal” futuro (da non confondere con il titolo del famoso film) e si trova ad affrontare un calo degli ordini ma visto e un inizio di rallentamento dei fatturati, che potrebbe durare almeno finché le scorte dei clienti non saranno esaurite e, probabilmente, anche più a lungo, considerando i segnali contrastanti provenienti in Europa da vari mercati finali. A parte automotive e militare/aerospaziale, le prospettive sono infatti molto moderate, e resta da vedere se il boom dell’hardware dell’Intelligenza Artificiale si estenderà anche al nostro continente.
Molta cautela sul mercato
Diamo un’occhiata ad alcuni dettagli. Dal punto di vista delle vendite, il terzo trimestre del 2023, come accennavo all’inizio, è andato ancora bene. Forse avete già visto i recenti numeri elaborati da Dmass, (ndr: che trovate nelle pagine seguenti della rivista). Cosa dicono i numeri, sia nei fatti che nel messaggio? Ebbene, il terzo trimestre ha mostrato un calo del 5% rispetto allo scorso anno, dopo una crescita pazzesca a doppia cifra registrata per 10 trimestri consecutivi. La tendenza al ribasso che è stata visibile per molto tempo negli ordinativi, inizia ora a vedersi anche nei fatturati. Non fraintendetemi, il 2023 sarà comunque un buon anno per la distribuzione in Europa, e potrebbe concludersi in modo leggermente positivo, come confermano anche i numeri pubblicati dalle associazioni locali della distribuzione. È interessante notare, ma non sorprende, che i componenti passivi e gli elettromeccanici abbiano vissuto il rallentamento prima dei semiconduttori e che nel loro caso l’ampiezza delle curve degli ordini e fatturati sia stata molto più ridotta. I semiconduttori, invece, stanno risentendo ora dei successi passati, con ordini in entrata che sono pari al 50% del fatturato. Ebbene, dal 2020 al 2023 la distribuzione europea dei componenti è cresciuta da circa 12 miliardi di euro a 21 miliardi di euro nel 2023, un balzo gigantesco del 75%. È chiaro che non si è trattato di una nuova miracolosa domanda derivante da reali innovazioni, ma di un mix fatto di recupero post-Covid, di aumenti di prezzi, di allocazione e di acquisti dettati dal panico, come già spiegato. Ora che l’allocazione è in gran parte terminata, tutti hanno i magazzini pieni di scorte che devono essere consumate prima di poter effettuare nuovi ordini. Inoltre, la situazione economica generale non è sicuramente rosea, soprattutto in Europa. Gli indici di produzione pubblicati mensilmente da Standard & Poors, che sintetizzano la fiducia dell’industria nello sviluppo futuro, stanno tutti virando verso il basso, e la domanda, soprattutto per i tedeschi, ma forse anche per altri europei è la seguente: “È l’umore peggiore della situazione reale? Temo che questa volta non lo sia. Si potrebbe quasi sostenere che l’industria dei componenti ha le proprie dinamiche e risponde più alle tendenze dell’innovazione che alle tendenze economiche o geopolitiche generali. Con l’inizio del 2022, con la guerra della Russia e le sue conseguenze di sconvolgimenti politici, non è più stato così. Le relazioni dell’Occidente con la Cina sono ai minimi storici. Quindi, non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno se regna la cautela e i nuovi ordini rimangono in sospeso, in attesa di essere confermati.
Il rallentamento europeo
L’Europa, con la sua particolare struttura industriale dominata dall’automotive e dall’industriale, è stata fortunata, poiché in questi settori la recessione è arrivata molto più tardi. L’industria dei computer, delle comunicazioni e del consumer soffre già dalla metà del 2022 e potrebbe forse uscire dalla trincea il prossimo anno, grazie principalmente alle grandi aspettative legate all’Intelligenza Artificiale. L’Europa, invece, sperimenterà un leggero rallentamento e addirittura una possibile flessione nella distribuzione, finché il mercato non sarà di nuovo pronto, credo nel 2025. Vedo solo due eccezioni a questa situazione: il settore militare e aerospaziale, che sta vivendo anche in Europa una rinascita, e l’industria automotive, che sembra essere ancora ottimista riguardo alle sue opportunità di crescita a breve termine. Vedremo.
Un 2024 carico di incertezze
Gli ultimi dati del World Semiconductor Trade Statistics prevedono che nel 2023 il mercato globale dei semiconduttori diminuirà del 9%, raggiungendo i 520 miliardi di dollari, mentre l’Europa crescerà probabilmente del 6%. Per il 2024, Wsts prevede che il mercato globale ritorni a crescere a due cifre, mentre l’Europa si manterrà su crescite limitate al 4%. Il driver della crescita saranno le memorie, che supereranno quasi il 44%. Il vero messaggio, da leggere tra le righe, è che la ripresa sarà quasi interamente legata all’Intelligenza Artificiale e che la necessità di Gpu potenti e di memorie a larghezza di banda elevata è pazzesca. Oltre a ciò, va considerato che le Gpu stanno facendo crollare le Cpu classiche, ecco perché la crescita dei micro non corrisponde nemmeno lontanamente a quella delle memorie. Il resto del mercato sarà fortunato se mostrerà un incremento e rispecchia più o meno la situazione in Europa. Niente di quanto sopra dovrebbe essere una sorpresa, piuttosto, bisogna considerare quanto l’enfasi sull’Intelligenza Artificiale sia solo all’inizio e quando questa ubriacatura sarà smaltita. Ma il mercato “normale” dei semiconduttori e dei componenti dovrà affrontare un 2024 ancora carico di incertezze.
La distribuzione è in pericolo?
Una tendenza che non ho ancora visto sufficientemente discussa è la seguente: il mix di malcontento durato tre anni dovuto alle significative interruzioni della catena di fornitura, unito a una revisione della globalizzazione rimasta senza risposta (in altre parole, come contenere la voglia della Cina di dominare anche l’industria dei chip) ha portato a parlare molto di riprogettazione della supply chain dei semiconduttori. Nonostante questo sia principalmente inteso ad affrontare la questione cinese, potrebbe però influenzare anche il canale della distribuzione; i vertici delle aziende clienti e delle aziende produttrici di semiconduttori parlano infatti da tempo di riprogettare la supply chain in modo da permettere ai grandi clienti di avere un accesso diretto alla capacità produttiva dei chip per evitare possibili shortage. I leader del canale, apparentemente, non sembrano far parte di queste discussioni. Può non significare nulla, ma cosa mai realmente nel nostro settore non ha mai significato nulla? Quindi, la distribuzione tradizionale, come noi la intendiamo, è in pericolo? Per molti la distribuzione è stata e sarà sempre in pericolo e avrà sempre la necessità di evolvere. Occupandomi di distribuzione da oltre 35 anni, sono convinto che molto sia già cambiato, che molto cambierà ancora e spero che il settore sia abbastanza creativo da trovare i modelli giusti per mantenere la sua rilevanza sul mercato. Il mio consiglio ai leader della distribuzione è questo: assumetevi la responsabilità del cambiamento in modo proattivo (i clienti saprebbero quali sono i punti critici da affrontare meglio) e, per l’amor del cielo, aggiornatevi su ciò che decidono i Ceo nei summit che si tengono alle Hawaii o a Bruxelles, perché, forse, sono cose che riguardano anche voi.
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