Sapere è potere: l’importanza di saper analizzare i dati

Estrarre informazioni dai numeri è importante, soprattutto per chi opera in ambito commerciale. L’utilizzo di semplici strumenti digitali permette di interpretare andamenti e impostare azioni volte a intercettare le tendenze in atto.

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ANALISI DATI PIXABAY

di Alessandro Costantini | Chief Executive Officer presso Electronic Center Spa

Viviamo immersi in un mare di dati. Appena ci alziamo sentiamo l’esigenza di ricollegarci con il mondo che ci circonda, e nel tragitto verso l’ufficio ascoltiamo altre informazioni, mentre la nostra giornata lavorativa si snoda processando dati, e reagendo ad essi attraverso le nostre decisioni. Che siate dei manager con ruoli decisionali fondamentali, o che siate dei gestori di business semplici o complessi, le vostre scelte condizioneranno i vostri risultati e, conseguentemente, tutto ciò con cui avete relazioni. È, allora, fondamentale cercare di approfondire meglio concetti che scoprirete avete dato per scontati perfino lavorandoci da tempo.


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Conoscere e comprendere la complessità dei dati

Le esigenze odierne richiederebbero di avere uno spettro di competenze davvero ampio. Prendiamo ad esempio la statistica. L’uomo della strada che legge un giornale on-line (senza menzionare lo spinoso problema dell’attendibilità delle fonti) potrebbe apprendere da articoli differenti che la pillola per la contraccezione è poco pericolosa, oppure che lo è per coloro che ne fanno uso, con il risultato che la fiducia in questo potente strumento viene vanificata, semplicemente perché chi l’ha usato non aveva le competenze necessarie! E non sto parlando del giornalista che ha redatto gli articoli, e neppure dello studioso che avrà pubblicato gli articoli sui quali si saranno presumibilmente basati coloro li hanno scritti: l’informazione è un concetto complesso.

La scienza statistica e il suo compito

Questa moderna scienza, relativamente giovane, trae origine da un mercante londinese. Non si appassionò ai numeri, come ipotizzabile, per migliorare i propri profitti, ma per ricercare – tramite lo studio dei registri della mortalità – dell’informazione in essi nascosta, proprio come l’etimologia della parola greca ἀ–λήθεια (come colei che è antagonista a ciò che si occulta). Dunque, tutte quelle informazioni che sono in una forma nuova, diremmo organizzata rispetto a quella originale, possono essere riconducibili a questa disciplina che non va confusa con i dati in sé, le tabelle oppure i grafici con cui si cerca di condividerne le evidenze. Del resto, fisici e matematici hanno da secoli dato un contributo importante, a partire dal padre della statistica moderna, lo scienziato Sir Francis Galton, cugino del più famoso Charles Darwin. Questo strumento matematico, è bene ricordarlo, si occupa di organizzare, sintetizzandoli, i dati su cui ci si trova ad operare, allo scopo di individuare relazioni inferenziali che consentano di scoprire metodi per fare previsioni basate su dati storici. Grazie al potere insito nelle formule matematiche, una volta scoperte – è il caso di dire – quelle che regolano il fenomeno che stiamo cercando di comprendere, avremo cristallizzato una metodologia che ci permetterà di fare previsioni, formulare ipotesi che non abbiano il sapore della chiromanzia o degli oroscopi. Forti di questo strumento, non solo sarà possibile comprendere il mondo che ci circonda, ma potremo anche prendere delle decisioni informate e trovare soluzioni a seconda degli scenari che andremo a prefigurare.

Stagionalità e inferenze

Comprimere dei dati, in informatica, significa elaborarli in modo da individuare ricorrenze che possano essere usate per rappresentare gli stessi col fine di ridurne le dimensioni. Questo compito è l’esatto opposto di chi vuole cifrare dei dati, occultando proprio delle simmetrie (ad esempio legate alle regole linguistiche, sintattiche, logiche) che faciliterebbero la decodifica nel caso di attacchi di brute force. Dunque, le ricorrenze temporali potrebbero costituire un valido aiuto per estrarre informazioni dal “rumore”, ovvero decodificare che un certo andamento temporale (altrimenti non interpretato perché non rilevato) è ricorrente e non ha in sé alcuna informazione. Ad esempio, se in una certa nazione ad agosto la maggior parte delle attività produttive si ridimensiona fortemente per scelta (le vacanze estive), è del tutto inutile intercettare la variazione mese su mese sequenziale con il mese precedente, perché una contrazione su questo e una forte ripresa del successivo sempre rispetto ad agosto, è un fenomeno che si ripeterà con regolarità e soprattutto non descrive che cosa fa il mercato, ma è la conseguenza di una decisione della maggior parte degli operatori. È del tutto determinante, infatti, la scala temporale attraverso la quale andiamo a guardare i numeri che stiamo studiando, proprio come una lente. Per tale ragione, raggruppare i dati per trimestre, per semestre, per anno, andando a confrontare questi gruppi di dati aggregati nel tempo sia in sequenza, che di pari periodo anno su anno, può offrire spunti in direzioni altrimenti ignorate.

La statistica è davvero potente

La scienza statistica ci dota di strumenti che hanno una potenza davvero sorprendente. Senza essere necessariamente degli esperti, ricorrendo al pervasivo pacchetto Office o tutti quei software che non sono a pagamento e che offrono il medesimo corredo di tool, è possibile con pochi click dare in pasto sequenze mensili dei propri dati che in pochi secondi intercettano stagionalità, effettuano predizioni sulla base della regressione lineare, e propongono come potrebbe somigliare l’evoluzione dei numeri sulla base di tre scenari: uno pessimo, uno realistico e uno ottimistico. Il tutto senza alcuno sforzo e con una capacità di parametrizzazione che, in assenza di questi ausili, sarebbe semplicemente impossibile mettere in atto, o estremamente laborioso per chi avesse le competenze necessarie. Al giorno d’oggi, non possiamo ignorare la presenza di metodi per estrarre informazioni dai numeri e non è necessario avere eccellenti competenze in materia statistica. Certo, questo non significa che avremo l’esperienza necessaria per ambiti di “vitale” importanza, ma potremo adoperare il nostro intuito condito con l’esperienza su ciò di cui ci stiamo occupando, per impiegare strumenti digitali e scoprire come possano essere utili per interpretare andamenti e impostare azioni volte a intercettare le tendenze che abbiamo individuato. L’Intelligenza Artificiale, di cui si sente fin troppo parlare, ha già introdotto ulteriori capacità associative e inferenziali che hanno già fatto la loro comparsa all’interno dei tradizionali pacchetti office. Ci aspettano tempi futuri molto prossimi con eccitanti opportunità. Del resto, i proverbi contengono quasi sempre delle verità: è proprio vero che “Sapere è Potere”!


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