Dalle rilevazioni del III trimestre 2020 dell’Osservatorio Competenze Digitali sulle ricerche di personale ICT effettuate via Web dalle aziende di tutti i settori, emerge che dopo al calo dei primi 9 mesi del 2020 (-26% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, causato principalmente dal lockdown di marzo, aprile e maggio) si vedono segnali di ripresa a partire dal terzo trimestre 2020 (+13% sul trimestre precedente). Dunque, sul mercato del lavoro e in Italia, le ricerche di figure professionali legate all’ICT sembrano recuperare il loro consueto dinamismo.
I dati sono stati commentati in occasione dell’incontro “L’impatto della pandemia sulle professioni Ict: come sta reagendo il settore del digitale”, organizzato da AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, insieme all’Università Bicocca.
Profili Ict più ricercati e gap territoriale
Nel III trimestre 2020, le ricerche via Web di figure professionali Ict sono state pari a più di 19 mila, oltre 2 mila in più del trimestre precedente. Più marcata la crescita nelle aree di Design, Business, Emerging e Support e meno nelle aree di Process Improvement e Development. Le figure maggiormente richieste per l’area Design sono Solution Designer (+90% sul trimestre precedente), System Analyst (+41%) e Data Specialist (+37%); per l’area Business, CIO (+53%); per l’area Emerging, Cloud Specialist (+106%), Robotics Specialist (+27%) e IoT Specialist (+19%); per l’area Support, infine, Quality Assurance Manager (+117%), Information Security Manager (+29%), Project Manager (+44%), Technical (+55%) e Account Manager (+77%).
Nelle aree Process Improvement e Development, in cui si sono registrate crescite più moderate, non sono mancate forti accelerazioni nelle richieste di figure quali quelle del Digital Transformation Manager (+114%) e Scrum (metodologia per lo sviluppo Agile del software, ndr) Master (+68).
Le variazioni rilevate a livello territoriale confermano il gap tra Nord, Centro e Sud del Paese nella ricerca di figure professionali Ict in tutti i settori, come emerge nella composizione percentuale delle nuove ricerche nel terzo trimestre 2020.
Il Nord-Ovest primeggia con una quota pari a circa il 43% delle nuove ricerche di figure ICT, con la regione Lombardia ad esprimere la quota più significativa (34% circa). Segue il Nord-Est con il 29%, con Veneto ed Emilia Romagna rispettivamente al 15% e all’10% circa. Il Centro si attesta al 19%, con il Lazio a guidare (11%), mentre il Sud e le Isole sono tributate solo del 9,4%, con la Campania a guidare (3,5%).
Guardando alla provenienza della ricerca di figure professionali, il settore ICT, pur prevalendo, nel terzo trimestre 2020, non supera il 38,6% delle nuove ricerche. Seguono i servizi professionali e consulenziali, i servizi di amministrazione e supporto e l’industria rispettivamente, con quote del 20,6%, 13,5% e 12,8%. Gli altri settori economici coprono il rimanente 14,5%.
L’impatto dell’emergenza sanitaria
Per effetto della pandemia, i primi tre trimestri 2020 hanno circa 21 mila annunci di lavoro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Giovanni Adorni, presidente Aica, ha commentato: “La pandemia dovuta al Covid19 se da un lato sta accelerando l’adozione del digitale in tutti i contesti lavorativi e di formazione, dall’altro ha messo in evidenza la mancanza di sufficienti professionalità Ict per far fare fronte alle richieste di innovazione di tutto il Paese, e una diffusa mancanza di competenze per utilizzare al meglio il digitale da parte dei cittadini. È necessario quindi creare occasioni di qualità e fornire strumenti per lo sviluppo e l’aggiornamento continuo delle competenze digitali dei professionisti Ict, in ambito scolastico/educativo, nelle aziende, per i professionisti e per tutti i cittadini. Attraverso percorsi formativi, ma anche attraverso meccanismi di assessment e certificazione come strumento strategico, si può assicurare un efficace e corretto sviluppo delle competenze digitali utili al paese Italia”.
Anche secondo Marco Gay, presidente Anitec-Assinform è importante “rafforzare non solo gli strumenti di sostegno alla domanda di servizi e prodotti ICT e alle stesse imprese ICT, ma anche aumentare i percorsi educativi e formativi ICT, guardando alle competenze digitali come leva strategica di cambiamento. La ripresa della domanda di profili digitali deve rappresentare la spinta ad agire concretamente in questa direzione”.
Paola Generali, presidente Assintel, ha sottolineato che “L’Ict Made in Italy va sostenuto come driver di occupazione e di rilancio di tutto il Sistema. Occorre intervenire a monte e a valle: a monte incentivando i percorsi STEMA, anche economicamente; a valle abbattendo il costo del lavoro, soprattutto per le assunzioni in ambito Ricerca e Sviluppo”.
Infine Francesco Ferri, presidente Assinter Italia, ha evidenzato l’esigenza di “una decisa e definitiva inversione di rotta mettendo a disposizione risorse per la formazione, proseguendo con una nuova stagione di reclutamento di professionalità giovani, altamente preparate e formate per valorizzare il patrimonio informativo pubblico”.