Assolombarda: nel 2021 la ripresa sarà condizionata da più fattori

Assolombarda prevede, con l'anno nuovo, una ripartenza cauta, condizionata dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria, dalla tempistica del piano vaccinale e dalle misure di stimolo all’economia

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assolombarda pixabay Milano

Dopo la conclusione del 2020, un anno sicuramente più difficile degli altri per il sistema produttivo lombardo, Assolombarda vede per la regione, con l’anno nuovo, una ripartenza cauta, condizionata dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria, dalla tempistica del piano vaccinale e dalle misure di stimolo all’economia. Le stime di Prometeia formulate a dicembre 2020 indicano un calo del PIL del -9,7% per la Lombardia e del -9,1% per l’Italia, ma anche una ripresa parziale nel 2021 del +5,2% per la Lombardia e del +4,8% per l’Italia.

Settori in sofferenza e stimoli per ripartire

A causa delle chiusure prolungate, continuano ad accusare il colpo i servizi legati al turismo, alla ristorazione e il commercio al dettaglio, come testimoniano i dati relativi alla demografia d’impresa. Nel 2020, infatti, le iscrizioni al Registro delle imprese in Lombardia sono calate del 18% rispetto al 2019. Più nel dettaglio, il deterioramento ha colpito in maggior misura il terziario, che ha registrato un -35% nei servizi di alloggio e ristorazione, ma anche l’industria (-28%), il commercio (-16%) e le costruzioni (-14%). Non stupisce quindi il calo del clima di fiducia nel Nord-Ovest a gennaio, sia lato imprese sia lato consumatori, le cui prospettive a breve termine rimangono piuttosto caute a causa del clima economico presente e futuro. Ma ci sono anche buone notizie: per far fronte alla crisi e supportare le imprese lombarde in questo momento difficile, si è assistito a un’accelerazione delle erogazioni alle stesse. Nei dati aggiornati a settembre 2020, l’incremento complessivo dei prestiti è pari al +6,3% su base annua, in particolare per quanto riguarda i servizi (+8,8%) e la manifattura (+7,2%).

Mobilità e CIG

Altri dati arrivano dal monitoraggio dei parametri della mobilità e delle ore di cassa integrazione. Negli spostamenti, a inizio 2021 si rileva una mobilità complessiva più vicina alla normalità pre Covid, ma di fatto ancora molto ridotta, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti verso i luoghi di lavoro, anche per effetto dell’ampia diffusione dello Smart Working. Nella media lombarda, a fine gennaio 2021 si è registrato un -28% di mobilità rispetto a prima della pandemia, così come Monza Brianza (-28%) e Lodi (-27%), ma anche Pavia (-23%). A Milano invece il divario è più ampio (-35%): nel Comune rimane molto basso l’utilizzo della metropolitana (-70% in media a gennaio) a fronte di una ripartenza più marcata degli ingressi di autoveicoli in Area B e C, che pur sono inferiori rispetto a un anno fa (rispettivamente -10% e -27% circa nella seconda metà di gennaio 2021). Per quanto riguarda la cassa integrazione, fra novembre e dicembre 2020 in Lombardia si è registrato un calo rispetto ai livelli elevati di ottobre. Tuttavia, nel 2020 il ricorso all’ammortizzatore sociale della regione è ammontato a 716 milioni di ore, ovvero più del doppio rispetto al picco annuo del 2010. In particolare, le ore di CIG autorizzate sono state 247 milioni a Milano, 65 milioni a Monza, 12 milioni a Lodi e 20 milioni a Pavia.


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