di Laura Reggiani |
Come ha recentemente dichiarato Reinhard Ploss, Ceo di Infineon, il nuovo stabilimento costruito a Villach, in Austria, inizierà le sue attività produttive entro la fine dell’estate, e sarà in grado di produrre semiconduttori di potenza sufficienti ogni anno per equipaggiare le trasmissioni di 25 milioni di veicoli elettrici.
La crisi dell’offerta di semiconduttori ha costretto case automobilistiche come Volkswagen, Ford e General Motors a bloccare alcune produzioni dopo che il mercato dei chip è stato travolto da una elevata domanda proveniente dall’elettronica consumer a più alto margine. Gli analisti concordano nel ritenere che l’offerta di prodotti dedicati al mondo automotive rimarrà limitata ancora a lungo, poiché i produttori di chip si sono prima adeguati alla domanda fortemente calata con lo scoppio della pandemia e poi improvvisamente ripresa trainata dalla ripartenza del settore consumer.
Infineon, che aveva superato relativamente bene la turbolenza dello scorso anno costruendo un importante stock a supporto dei clienti, come molti player attivi nel settore dei chip aveva però dovuto affrontare diverse sfide causate dai problemi legati a quella quota, seppur limitata, di produzione effettuata in Asia presso fonderie globali come Tsmc e Global Foundries, e anche dal blocco produttivo che aveva interessato la fabbrica di Austin nel Texas, dovuto alla violenta tempesta invernale che aveva colpito la zona, che ha ripreso comunque la sua normale operatività. Con la messa in attività della nuova fab di Villach, Infineon aggiungerà un impianto gemello simile a quello di Dresda, in Germania, in modo da ottenere una maggiore flessibilità. “Questo ci consentirà di controllare la produzione nei due siti come se fossero un’unica fabbrica”, ha comunicato Reinhard Ploss agli azionisti presenti all’annuale assemblea generale. Infineon ha anche confermato la sua previsione di realizzare un fatturato di 10,8 miliardi di euro e un profitto del 17,5% nell’anno fiscale che terminerà il 30 settembre. La società ha anche annunciato che completerà il processo di integrazione legato alla recente acquisizione da 10 miliardi di dollari della statunitense Cypress entro il prossimo autunno.
Un impianto che crea chip e lavoro
Si tratta di un nuovo impianto completamente automatizzato, che ha comportato un investimento pari a 1,6 miliardi di euro e che sarà dedicato alla produzione di chip su wafer da 300 millimetri. La struttura, la cui realizzazione è stata da poco ultimata, ha una superficie di circa 60.000 mq e creerà anche 400 nuovi posti di lavoro altamente qualificati. Il sistema di produzione adottato sarà un clone di quello di Dresda, che si è dimostrato molto stabile ed efficiente, e che utilizza la tecnologia “Adabas & Natural” di Software AG come componente fondamentale del central manufacturing execution system (IFX Core MES System). Infineon, infatti, utilizza la tecnologia NoSQL di Adabas per uno storage efficace e un rapido accesso alla sua matrice di dati di misurazione da tutte le aree di prodotto per l’automazione della produzione di chip. “La produzione di chip è estremamente complessa e richiede una collaborazione perfetta, qualità senza compromessi e professionalità in tutti i nostri processi. Il nostro nuovo stabilimento di Villach applicherà i modelli di digitalizzazione di Dresda e collaborerà al loro continuo sviluppo. Grazie ad Adabas & Natural, disponiamo di una piattaforma stabile che soddisfa tutti i requisiti nel nostro ambiente di produzione e ci assicura di poter sfruttare appieno le sinergie in entrambe le sedi a lungo termine”. I semiconduttori di potenza che verranno prodotti a Villach su wafer da 300 millimetri permettono il risparmio energetico e sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, dagli smartphone agli elettrodomestici, dalle automobili ai dispositivi medici. Dei 400 posti di lavoro altamente qualificati aggiuntivi richiesti dalla nuova fabbrica di chip, circa il 40% è già stato coperto, mentre i rimanenti posti saranno occupati durante il prossimo anno.
Una significativa presenza in Italia
Infineon ha una importante presenza anche in Italia, dove è guidata da Alessandro Matera, che si concretizza in una sede commerciale a Milano, in cui operano circa 30 persone, un centro di ricerca a Pavia con oltre 50 ricercatori, a cui si aggiunge il centro di ricerca di Padova, che occupa circa 210 persone e che è in costante crescita dal 2001, anno in cui il primo gruppo di ricercatori individuarono la città veneta come sede ideale, grazie anche alla presenza di un capitale umano qualificato e formato dalla locale Università, con cui Infineon ha stretto fin da subito rapporti importanti. Il centro di ricerca padovano è oggi orientato alle applicazioni automotive con lo sviluppo di soluzioni per la guida autonoma e di nuove generazioni di fari intelligenti, ma anche all’intelligenza artificiale e al deep learning.
Anche in Italia, come ci ha spiegato il direttore commerciale Roberto Legnani, è in atto un significativo processo di ampliamento e di rafforzamento, che porterà a breve a nuovi investimenti in persone dedicate al supporto tecnico e alla vendita. L’obiettivo di Infineon, come ci conferma Giuseppe Finazzi, responsabile delle vendite in distribuzione, è di diventare un riferimento sempre più importante, anche attraverso il supporto del canale indiretto, per tutti quei clienti italiani che rivestono un ruolo oggi più che mai fondamentale in termini di demand creation e di sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche.
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