Una recente indagine commissionata da reichelt elektronik all’istituto di ricerca OnePoll mette in evidenza alcuni importanti risultati frutto di un’analisi condotta su un campione di 250 decision-maker e buyer IT del settore industriale italiano che hanno completato il processo di implementazione dell’Intelligenza Artificiale a livello aziendale.
Il 38% delle aziende industriali italiane rispondenti al sondaggio utilizza l’AI nei processi produttivi in modo ancora parziale, mentre il 28% ha avviato progetti pilota ma non ricorre all’AI per la produzione. Soltanto il 19% degli intervistati utilizza l’AI nella produzione.
Per il 46% delle aziende, l’ottimizzazione dei processi è il fattore decisivo che le spinge a ricorrere all’intelligenza artificiale. Tra le altre ragioni più diffuse, vi sono un maggiore controllo della qualità (45%) e l’aumento della produttività (39%). L’AI è scelta anche per la sua capacità di garantire un più elevato livello di sicurezza ai lavoratori (39%) e alla cybersecurity (37%).
Tra i numerosi vantaggi, l’intelligenza artificiale abilita nuove possibilità e metodologie di lavoro, ma la sola tecnologia non basta per sfruttarne le potenzialità. Le possibilità di applicazione, infatti, sono ancora limitate a piccole aree e devono essere specificatamente predisposte per soddisfare funzioni e necessità specifiche. Ciò che al momento sembra mancare a molte aziende è una chiara comprensione di ciò che esattamente possono fare sfruttando l’intelligenza artificiale. Basarsi sulle sinergie derivanti da una strategia globale, piuttosto che avviare progetti pilota selettivi, può ovviare a questo limite, come dimostrato dal 51% dei rispondenti al sondaggio che afferma proprio di avere una strategia globale, a fronte di un 44% che sta ancora lavorando a tal fine.
Resta ancora da capire se l’IA sia soltanto una tra le tante tecnologie che è possibile applicare o alle quali è possibile ricorrere. I calcoli statistici o i modelli vettoriali possono essere utili in misura uguale, o addirittura maggiore, per assolvere le attività di machine learning. Christian Reinwald, Head of Product Management & Marketing di reichelt elektronik, ha commentato così i risultati dello studio: “Si tratta di utilizzare – e saper utilizzare – la tecnologia più adatta all’attività da svolgere. Quando si usa l’AI, bisogna saper garantire che la nuova tecnologia si integri perfettamente nel flusso di lavoro e che non sia un progetto extra che funziona in parallelo rispetto ai processi esistenti”.
Per sostenere l’implementazione di tecnologie d’avanguardia in azienda, il primo aspetto fondamentale riguarda la capacità di affidarsi alla tecnologia stessa. Tuttavia, i metodi di calcolo utilizzati dall’IA per arrivare ai suoi risultati non sono solitamente comprensibili nel dettaglio. Proprio questa mancanza di comprensione ha frenato alcuni decision-maker del mondo manifatturiero nel ricorrere all’AI, anche se negli ultimi tempi questa percezione è un po’ migliorata, grazie ad un maggior numero di casi d’uso e di iniziative che consentono di avere maggiore trasparenza sulla tematica ed una panoramica più completa.
Reichelt elektronik ha anche chiesto alle aziende che negli ultimi 5 anni hanno avviato progetti basati sull’AI se, con le conoscenze odierne, rifarebbero tutto nello stesso modo. Il 48% dei rispondenti ha affermato che cambierebbe alcune cose e ne lascerebbe invariate altre, mentre il 32% rifarebbe tutto in modo uguale. Al contrario, il 16% delle aziende del settore manifatturiero italiano farebbe tutto in maniera differente.
Oltre ad una migliore pianificazione e ad una strategia globale, gli intervistati affermano che ora coinvolgerebbero maggiormente i propri dipendenti nell’implementazione dell’AI sin dalle prime fasi, affinché l’intera azienda venga coinvolta in questo processo e si affidi alla nuova tecnologia.
Guardando al futuro, secondo la survey condotta da reichelt il 45% considera abbastanza realistico che sempre più robot saranno coinvolti nei processi produttivi e sostituiranno l’uomo, mentre il 39% afferma che umani e robot lavoreranno fianco a fianco in modo complementare. A ciò si aggiunge un 33% di aziende secondo le quali, nei prossimi 4-6 anni, l’AI sia destinata a diventare uno standard per le industrie italiane per quanto concerne la produzione.
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