di Virna Bottarelli |
L’industria aerospaziale e della difesa è per l’Europa un settore strategico in quanto a competitività e capacità di innovazione. È rappresentato dall’AeroSpace and Defence Industries Association of Europe (Asd), alla cui presidenza siede, dallo scorso settembre, Alessandro Profumo, AD di Leonardo S.p.A. Nel suo discorso di insediamento, Profumo ha evidenziato che proprio l’industria aerospaziale e della difesa sarà un punto di riferimento per molte delle priorità individuate nell’agenda della ripresa post Covid, a cominciare da sostenibilità, sovranità tecnologica e trasformazione digitale.
Lo stesso settore, del resto, seriamente colpito dalla pandemia, deve riprendersi: a metà aprile 2020 i voli sono stati ridotti di quasi il 90%, in Europa e nel mondo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, nonostante una lieve ripresa nell’estate 2020, il traffico aereo nel Vecchio Continente segnerà per il 2020 un -60% rispetto al 2019.
Considerato che tra aeronautica, spazio, difesa e sicurezza vi sono filiere e tecnologie intrecciate tra loro, è chiaro che la crisi ha avuto un impatto ancora più pervasivo. Come ha scritto Profumo nell’introduzione al Rapporto 2020 dell’Asd: “La posta in gioco non è solo il successo economico a breve termine delle nostre industrie, ma la sovranità tecnologica e la competitività a lungo termine dell’Europa. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è un sostegno incrollabile da parte delle istituzioni nazionali ed europee e un riconoscimento generale delle nostre industrie come risorsa indispensabile per l’economia europea. L’aeronautica, la difesa, lo spazio e la sicurezza possono svolgere un ruolo chiave per la ripresa dell’Europa e per riportarci alla leadership industriale: un’industria europea dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza forte e sostenibile è al centro di un’Europa forte, unita, tecnologicamente indipendente e resiliente”.
L’aerospazio in Europa
Nel 2019 il settore aerospaziale e della difesa europeo ha prodotto un fatturato di 260 miliardi di euro, registrando un aumento del 5,2% delle vendite. Nel 2020, lo shock determinato dal Covid-19 è stato tremendo: la domanda di nuovi aeromobili civili ha subito un drastico rallentamento e, ad oggi (dicembre 2020, ndr) non ci sono certezze su quando il traffico aereo raggiungerà nuovamente i livelli pre-pandemia. Come spiega Jan Pie, Segretario Generale dell’Ads: “Dato il suo peso economico, un crollo completo dell’aeronautica civile trascinerebbe verso il basso anche difesa, spazio e sicurezza, mercati che non sono abbastanza grandi da compensare l’implosione dell’attività commerciale. Tuttavia, poiché si tratta (principalmente) di mercati pubblici, l’UE ei suoi Stati membri possono utilizzare i propri bilanci per gli appalti e la ricerca per sostenere direttamente questi due settori strategici. Ciò contribuirebbe anche a stabilizzare il settore dell’aviazione civile fino alla ripresa del mercato commerciale globale”.
L’aerospazio in Italia
L’Aiad è la Federazione, aderente a Confindustria, che in Italia rappresenta le aziende per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza. In essa confluisce la quasi totalità delle imprese nazionali, ad alta tecnologia, che esercitano attività di progettazione, produzione, ricerca e servizi nei comparti aerospaziale civile e militare, navale e terrestre militare e dei sistemi elettronici ad essi ricollegabili. I dati aggregati di tutti i comparti, riferiti al 2019, indicano un fatturato complessivo di 16,2 miliardi di euro, il cui il 70% è rappresentato dall’export. Gli addetti totali sono oltre 50mila, ma se si considera l’indotto si arriva a circa 230mila unità. A dirci qualcosa in più sul valore dell’aerospazio per l’Italia è anche Il recente report di Deloitte “From now on – Sfide e opportunità per il settore Aerospace & Defense”. Secondo quest’analisi, il comparto produce un valore aggiunto complessivo di 12 miliardi di euro. Gianluca Di Cicco, Workforce Transformation Leader di Deloitte, sottolinea: “Adesso che l’Italia deve decidere dove investire le importanti risorse attese con il Recovery Fund, il settore A&D deve essere messo al centro della strategia di rilancio del nostro Paese. Colpita dalla pandemia in maniera severa, l’industria aerospaziale italiana deve essere supportata in quanto asset strategico, altrimenti rischiamo di perdere know-how e competenze, ovvero competitività, nei confronti di realtà affermate come Francia, Regno Unito e Germania”. Di Cicco suggerisce anche di adottare una strategia che favorisca la diversificazione delle aziende dell’indotto, sia per quanto riguarda i clienti, sia per quanto riguarda i prodotti, e che canalizzi gli investimenti in ricerca e innovazione, “valorizzando le tecnologie sia militari sia civili e favorendo un rafforzamento manageriale e industriale delle aziende del settore”.
Eccellenze Made in Italy
Fortunatamente, c’è chi questi investimenti sembra già indirizzarli nel modo giusto. Il Distretto Aerospaziale della Campania, ad esempio, è considerato una best practice a livello europeo nel settore. La Campania è, con 68 proposte progettuali approvate, la prima regione europea per tasso di successo sui fondi Clean Sky 2-Horizon 2020. Il Distretto offre alle imprese socie supporto e consulenza sulle opportunità di accesso ai fondi europei, grazie allo sportello DAC4EU, e a dicembre ha organizzato un evento sull’evoluzione della ricerca aeronautica nel 2021, nel quale sono stati illustrati gli ultimi bandi H2020 dedicati al Green Deal, le iniziative regionali, i bandi Mise, Horizon Europe, Clean Aviation e Urban Air Mobility. “La filiera aeronautica e aerospaziale riveste un ruolo chiave nell’economia regionale, per la qualificata presenza industriale e per l’elevato know-how tecnologico espresso. Un settore dinamico e attrattivo che negli ultimi anni ha visto rientrare talenti campani dall’estero per puntare sul nostro territorio e lanciare startup innovative in rapida espansione”, dice Valeria Fascione, Assessore alla Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania.
Anche il cluster lombardo, che rappresenta un terzo dell’export del comparto aeronautico italiano, occupa un posto di rilievo nel settore, in particolare per quanto riguarda l’elicotteristica. Oltre a Lombardia e Campania, sono Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Sardegna, Puglia e Basilicata a costituire il Cluster Tecnologico Nazionale Aerospace (Ctna), che ha tra i suoi soci Aiad, Asi, Avio Aero, Leonardo, Cira, Cnr. Lo scorso ottobre alla presidenza del Ctna è stata confermata Cristina Leone, di Leonardo: “Il Ctna sarà impegnato nella missione di sviluppare innovazione, che ci aspettiamo sarà fortemente sostenuta attraverso gli strumenti che il Governo deciderà di mettere in campo per poter uscire dalla crisi dovuta al Covid”, ha detto la presidente. Il cluster è chiamato anche ad aggiornare il piano triennale, “affinché possa meglio rispondere alle esigenze della filiera, in questo momento colpita da un’importante riduzione del fatturato dovuta alla crisi del trasporto aereo”.
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