Nella scelta di un’auto, la tecnologia di infotainment ha acquisito nel tempo un peso sempre maggiore. I consumatori vogliono godere, nell’abitacolo della propria vettura, di “esperienze” simili a quelle che offre la casa domotica, con comfort di vario tipo, e le case automobilistiche li accontentano con assistenti digitali e sistemi che richiedono livelli sempre più elevati di digitalizzazione e personalizzazione. Non è lontano un futuro in cui sulle nostre auto potremo avere schermi a 360 gradi e zone audio personali o scegliere di avere determinate funzionalità solo per un determinato periodo.
Come spiega Andy McLean, VP di Automotive Cabin Experience di Analog Devices: “Se guardiamo a come è cambiata la nostra esperienza digitale in casa, in ufficio o, comunque, nella vita di tutti i giorni, vediamo come tutto ciò potrebbe essere replicato anche a bordo di un veicolo”. Accantoniamo il “vecchio” concetto di acquistare un’auto e scegliere gli optional che più ci servono o, semplicemente, piacciono: a breve potremo scegliere di “abbonarci” a un sistema audio super performante solo quando ci accingiamo a compiere un lungo viaggio. Parliamo però di funzionalità software che richiederanno aggiornamenti continui: quanto questo inciderà sulle capacità dell’hardware implementato nei veicoli? “Si parla molto di veicoli software-defined e della capacità di aggiornarli costantemente, ma dobbiamo tenere conto anche della complessità dell’hardware”, dice ancora McLean. “Negli ultimi anni i requisiti di calcolo sono aumentati da 7 a 10 volte nel passaggio da una generazione di veicoli all’altra. Abbiamo la capacità di aggiornare le applicazioni per aggiungere nuove funzionalità, ma potremmo avere un hardware che ha magari cinque anni di età. Come possiamo accelerare il ciclo di sviluppo dell’hardware in modo da rispondere ad applicazioni sempre più complesse? Un’opzione è avere un hardware con una potenza di elaborazione superiore a quella necessaria in un dato momento, in modo da averlo poi pronto per altre implementazioni”.
Gli aggiornamenti over-the-air diventeranno quindi standard man mano che il ruolo del software cresce all’interno del veicolo e la vera sfida sarà garantire l’aderenza ai massimi livelli di accuratezza, sicurezza e autenticazione, sia nel caso dei veicoli di proprietà, sia nell’ottica della mobilità condivisa: l’auto dovrà adattarsi il più velocemente possibile al cambio di preferenze ed esigenze che si verifica ogni qual volta un soggetto diverso si mette alla guida. In definitiva, l’ultima frontiera, come conclude McLean è il cambiamento dal paradigma in cui “il conducente controlla il veicolo”, a quello in cui “il veicolo si adatta al conducente”.
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