Anie: bene il 2021, ma adesso?

La produzione industriale per le filiere italiane dell’elettronica ed elettrotecnica ha registrato nel 2021 un confortante +16,6% e ha superato i livelli pre-Covid. Dall’inizio dell’anno, però, la crisi geo-politica e gli elevati rincari energetici hanno frenato gli entusiasmi e riportato lo scenario economico in un clima di incertezza

98
anie

di Virna Bottarelli

I dati 2021 del settore elettronico ed elettrotecnico, un mercato che vale 76 miliardi di euro, sono stati presentati da Anie Federazione in occasione dell’assemblea annuale, la scorsa estate. Nel 2021 la produzione di questa industria è cresciuta del 16,6%, superando del 3,5% il dato registrato nel 2019. Si è assistito a una ripresa economica nazionale in un quadro generale di ripresa dell’economia a livello mondiale ed europeo, che è stata supportata dai piani di sostegno adottati per contrastare gli effetti della pandemia. Il nostro Paese ha addirittura superato le attese, in particolare nei settori trainati dagli investimenti nell’edilizia, a loro volta stimolati da incentivi e bonus, e nel settore rinnovabili ed energia. L’entusiasmo per un anno molto positivo è però calato già dai primi mesi del 2022: l’invasione russa dell’Ucraina e il conflitto che ne è seguito, tuttora in corso, hanno acuito le difficoltà di approvvigionamento di metalli e componenti elettronici e contribuito all’impennata dei prezzi dell’energia e del gas.

“Lo scenario economico che le nostre imprese stanno affrontando è molto complesso, il fatturato cresce in maniera asimmetrica sulla spinta del rincaro delle commodity minerali ed energetiche rispetto al calo della produzione. Lo vediamo già nei primi tre mesi di quest’anno. È parte di quel che il Centro Studi di Confindustria ha chiamato lo shock 3+2, e cioè l’interruzione prima e il rallentamento poi delle supply chain per le restrizioni globali alla pandemia e i continui lockdown in Cina, la reperibilità sui mercati di componentistica e materie prime insufficiente rispetto alla domanda e l’ultimo contraccolpo dovuto alla guerra in Ucraina”, ha detto Filippo Girardi, presidente di Anie Federazione. Il quadro delineato si traduce, per l’Italia, in 2,2 punti in meno di Pil. In una situazione che impone prudenza, Anie ha continuato comunque il proprio lavoro propositivo presso le sedi istituzionali: ne sono un esempio il tavolo Telco, il Piano transizione 4.0 e il gruppo di lavoro a stretto contatto con il Mise per le proposte migliorative all’European Chips Act, predisposto da Bruxelles per superare la carenza di microchip sui mercati.

“L’Istat ha recentemente fotografato la centralità del nostro sistema. Fatto 100 la base delle imprese, nel manifatturiero è il 58% di queste ad esprimere un potenziale innovativo. Ma per l’elettrotecnica la percentuale arriva al 73% e per l’elettronica all’86%. E ancora: nel manifatturiero il 56% della spesa in innovazione va in ricerca e sviluppo. Nei nostri settori, questa percentuale sale al 77%. In questa fotografia c’è la centralità del sistema Anie per raccogliere la sfida del Pnrr. Noi non siamo innovatori in seguito a uno shock di mercato, noi innoviamo da sempre per stare sul mercato”.

Le performance di elettrotecnica ed elettronica

In Area Elettrotecnica la filiera delle energie rinnovabili è cresciuta del 16% grazie al costante incremento delle installazioni sul mercato interno e a una dinamica positiva sui mercati esteri. Il rimbalzo del settore cavi, invece, è amplificato dai forti rincari delle materie prime; rame in primis. Mentre la ripartenza degli investimenti in edilizia ha sostenuto il recupero per i comparti Illuminotecnica (+19%), Componenti e Sistemi per Impianti (+19,2%) e Ascensori, dove le dinamiche sono frutto di opposte tendenze (+9,1% il fatturato Italia e -3,6% le esportazioni). I Trasporti ferroviari ed elettrificati hanno visto una crescita sostenuta per il segmento dell’elettrificazione (+18%). In Area Elettronica, l’Automazione ha segnato un +20,8%, tendenza analoga per i Componenti elettronici a +15,9%, mentre il settore Sicurezza e Automazione edifici ha riportato un +12,3%, sulla scorta del riavvio del mercato delle costruzioni. Che cosa aspettarci, invece, per l’anno in corso? Dice ancora Girardi: “Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 gli indicatori qualitativi hanno già segnalato un rallentamento dell’attività industriale: il clima di fiducia delle imprese ha mostrato segnali di peggioramento risentendo delle deteriorate condizioni economiche. Calo di fiducia, inflazione galoppante, tassi bancari in aumento e prolungata incertezza rappresentano un freno per gli investimenti delle imprese che nei mesi a venire sono attesi in rallentamento. In questo contesto, il Servizio Studi di Anie stima nel 2022 per l’Elettrotecnica e per l’Elettronica italiane un incremento del fatturato totale in media annua intorno al 6% e del 3-4% per i volumi di produzione industriale, confermando il sentiero di recupero post pandemia intrapreso nel 2021, ma rivedendo decisamente il passo: il trend è di fatto dimezzato rispetto alle aspettative”.

L’export e i trend del mercato globale

Per l’export, le migliori performance arrivano grazie alla domanda europea: il 63,6 % delle vendite oltreconfine è destinato al Vecchio Continente, con una crescita del 23,4%. Germania e Francia restano i primi mercati per le esportazioni di tecnologie italiane. Fuori dall’Europa, Stati Uniti (+17,4%), Cina (+38,1%) e Turchia (+15,2%) sono stati i tre mercati più performanti per il sistema Anie nel 2021.

“In un quadro generale di riattivazione degli scambi globali, nel 2021 le esportazioni del settore hanno raggiunto i 22 miliardi di euro, crescendo del 18,1%, dopo un calo dell’8,4% nel 2020”, precisa Girardi. “Mi piace leggere in questi dati che nei nostri settori sia da tempo in atto un recupero di competitività e i risultati sono progressivamente visibili a partire dalla presenza delle nostre imprese sui mercati internazionali, anche nei Paesi più complessi da approcciare”. Di come gli scambi su scala internazionale negli ultimi tempi presentino diverse incognite, ha parlato, sempre in occasione dell’Assemblea Anie, anche Alessandra Lanza, Senior partner di Prometeia. Il processo di internazionalizzazione degli scambi si assesterà, secondo Lanza, su nuovi equilibri: l’economia globale sarà sempre contraddistinta da un elevato livello di integrazione, ma si configureranno probabilmente nuovi blocchi geopolitici. Assisteremo poi a una crescente sensibilità delle imprese verso i temi della sicurezza e della puntualità degli approvvigionamenti, sulla scorta di quanto appreso nel dover gestire le difficoltà logistiche seguite alla crisi pandemica. Non vanno poi trascurati altri due elementi: l’impatto che la legislazione ambientale avrà anche sugli scambi internazionali, prevedendo extra costi per le imprese che si affidano a fornitori ad alto impatto ambientale, e un riorientamento dell’export in funzione di nuovi paradigmi, come dazi punitivi e sanzioni, misure che potrebbero diventare ordinarie e sempre più diffuse in un clima geopolitico tutt’altro che sereno.


Potrebbe interessarti anche:

Anie: molto bene il 2021, ma sul 2022 pesa l’incertezza

Articolo precedenteL’opinione di Alan Friedman | Inflazione: all’Europa serve un piano
Articolo successivoDal 15 al 18 novembre il ritorno in presenza di electronica

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui