Un anno per certi versi indecifrabile, tanto vivace nell’ordinato quanto complesso nel permanere delle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, dei lunghi tempi di consegna e dell’aumento dei costi, accompagnate dalle tensioni economiche e politiche. Si chiude così, con cautela e incertezza, il 2022 delle aziende italiane della componentistica elettronica. Cosa accadrà nel 2023? In questi mesi abbiamo imparato che è quasi impossibile fare previsioni, ma la spinta inflazionistica e l’inasprirsi del fronte russo-ucraino non rappresentano il biglietto da visita ideale per il nuovo anno. Lo pensano anche i partecipanti all’ultima survey di McKinsey, l’Economic Conditions Outlook di settembre: l’infla- zione rimane il rischio più citato dalle oltre 1.200 aziende interpel- late in tutto il mondo, seguito dal- la volatilità dei prezzi dell’energia e dalla crisi geopolitica.
Come riassumere il 2022 della propria azienda? Quali previsioni e quali obiettivi per il 2023? Ancora, quali dovrebbero essere le priorità del nuovo Governo, pensando soprattutto all’elettronica e all’industria? Queste le domande poste ai principali attori del mercato italiano della componentistica elettronica. Di seguito, le loro opinioni in un momento così difficile da valutare.
Claudio Sonzogni | Harting
Il 2022 è stato per certi versi molto complesso e spesso indecifrabile: complesso per la situazione legata alle consegne, dovuta alla reperibilità delle materie prime; indecifrabile per via delle difficoltà che i mercati consolidati hanno vissuto e stanno ancora vivendo, mentre i segmenti emergenti si stanno presentando con numeri che “fanno la differenza”. Le sfide che ci hanno impegnato di più riguardano la supply chain, spesso in affanno per la mancanza di visibilità a medio/lungo termine. Prevediamo tuttavia di chiudere l’anno solare 2022 con un trend positivo per quanto riguarda i nostri mercati storici. Le previsioni per il 2023 non sono semplici: i mercati consolidati, che seguono l’andamento del Pil italiano, subiranno ripercussioni al ribasso. Ciò non toglie che i mercati emergenti nella filiera energetica, dalla produzione di energia (rinnovabile) fino all’utilizzatore finale (e-mobility) possano compensare le altre difficoltà. Gli obiettivi Harting sono chiari: affermarsi nei mercati di riferimento, ovvero i costruttori di macchine e tutto l’indotto industriale. Particolare rilievo potrà avere il segnalamento ferroviario, grazie ai fondi Pnrr che prevedono il rinnovamento della rete, quindi di tutti gli apparati, lungo la linea ferrata. Diventa importante, a livello istituzionale, sostenere le Pmi, il vero motore trainante del Paese, con un occhio di riguardo per le start-up. Spesso queste piccole realtà sono fondate e gestite da giovani neoalureati, che hanno una visibilità maggiore sul futuro. Ma soprattutto le idee, e anche le energie per implementarle concretamente.
Marco Fuccillo | HongFa
Il 2022 ha richiesto particolari interventi per garantire le consegne e per collaborare sui nuovi progetti relativi alle applicazioni per la gestione dell’energia. L’inevitabile innalzamento dei livelli di magazzino, causato dalla necessità di reperire il materiale nei tempi richiesti, ha determinato situazioni di crisi di liquidità con conseguenti ritardi nei pagamenti. Le attuali problematiche nel completare i kit di produzione, vista la cronica carenza di alcuni componenti, sta impegnando clienti e fornitori nelle attività di ottimizzazione delle consegne, per evitare valori troppo elevati di giacenze. Nel complesso, il fattu- rato di quest’anno registrerà un interessante incremento in doppia cifra, anche se limitato dalle richieste di posticipo consegne dell’ultimo trimestre. Ci aspettiamo una riduzione della domanda sui mercati “tradizionali” – industria, elettrodomestici, automotive non elettrico – nell’ordine del 15-20%. Considerando che nel 2023 avvieremo importanti produzioni legate alla gestione dell’energia e ai veicoli elettrici, il nostro budget sarà in aumento del 10% rispetto al 2022. Al nuovo Governo potremmo suggerire di intervenire sui costi dell’energia e sull’accesso a crediti agevolati per le aziende virtuose. Anche le agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato sarebbero estremamente utili allo sviluppo dei team di lavoro.
Alessandro Bonini | Kendeil
Al pari del 2021, l’anno che ci apprestiamo a chiudere sarà segnato da una crescita significativa ma più complessa, a causa di dinamiche quali la spinta inflazionistica, i colli di bottiglia nelle supply chain e il conflitto molto prossimo ai confini europei, che tanto sta impattando sulle nostre vite e aziende. Il 2023 sarà ancor più complicato rispetto al prece- dente biennio, in quanto le economie saranno toccate dalle politiche “repressive” delle maggiori banche centrali per fronteggiare lo storico aumento dei prezzi. Purtroppo, questo processo alla lunga coinvolgerà tutti i mercati. Fortunatamente per Kendeil, l’elettronica segue un macrotrend fortemente espansivo che speriamo possa sostenere i nostri piani di crescita. Nel 2023 abbiamo l’obiettivo di rendere operativo l’ampliamento del nostro sito produttivo di Gallarate: i lavori sono iniziati a settembre e speriamo possano terminare entro luglio 2023, dandoci la possibilità di aumentare i volumi produttivi per i condensatori elettrolitici di circa il 30%. E di migliorare servizi e strutture aziendali con la creazione di una “Kendeil Academy“ e di nuovi laboratori per l’R&D con spazi dedicati al training del nostro personale e della nostra struttura vendita interna ed esterna. È auspicabile e non più rinviabile un intervento del Governo per contrastare il caro energia, che sta mettendo a rischio filiere produttive fondamentali per l’Italia. Riguardo a possibili iniziative per il settore industriale, penso sia cruciale aumentare l’efficienza produttiva e quindi la competitività delle imprese con politiche economiche e fiscali che indirizzino le aziende a investire in maniera continuativa. In ultimo, il sistema scuola deve essere in grado di formare i giovani in ambiti dove realmente c’è carenza. Servono ingegneri ed elettrotecnici, progettisti e meccanici, analisti e progettisti software e operai specializzati.
Diego Romeo | Lemo
Abbiamo vissuto una forte crescita nel primo semestre del 2022, soprattutto nel booking. Questo ci ha sorpresi, perché il 2021 era stato ottimo e non ci aspettavamo un andamento simile anche in seguito. Abbiamo invece notato un calo di ordinato a luglio e a settembre, dunque, immaginiamo un secondo semestre inferiore al primo e anche allo stesso periodo del 2021. In ogni caso, siamo sicuri di chiudere l’anno come da budget o forse un pochino più in alto. Il 2023 si preannuncia davvero incerto: sicuramente abbiamo un buon backlog, ma i mercati sono sempre più difficili da leggere. Continueremo in ogni caso a sviluppare nuovi connettori in linea con l’avanzamento tecnologico. Il mercato medicale continuerà a crescere, così come l’Industrial IoT: ecco su cosa puntare per il prossimo anno. In generale, la criticità più grande per il settore produttivo sarà l’incremento del costo dell’energia, che impatterà sugli equilibri della società. Si aspettano aiuti da parte del Governo laddove non si arrivi a sostenere questi aumenti esponenziali. Bisognerà inoltre puntare sull’indipendenza energetica e sulle energie rinnovabili. Il Governo dovrebbe tornare a finanziare le iniziative di privati e imprese in tal senso. Fondamentale anche rilanciare il tema dell’Industria 4.0 e costruire infrastrutture adeguate a sostenere veramente questa quarta rivoluzione industriale.
Giovanni Visin | TDK Italy
La prima parte del 2022 ha vissuto un forte incremento della domanda, al quale abbiamo potuto dare solo un parziale riscontro a causa dei lunghi termini di consegna. Da alcuni mesi, invece, si assiste a un calo combinato a richieste di posticipi e annullamenti. Siamo comunque fiduciosi nella possibilità di chiudere con un aumento di fatturato prossimo al 5% rispetto al 2021, grazie all’onda lunga della straordinaria presa di ordini dello scorso anno. Per il 2023 prevediamo un moderato incremento (+2-3%), trainato dalla ripresa dell’auto e dell’industria. Obiettivo più realisticamente raggiungibile con i nostri clienti diretti, perché il mondo della distribuzione lamenta crescite nei magazzini e rallentamento nell’emissione di nuovi ordini alle case madri. I nostri prodotti di punta restano i condensatori (elettrolitici, a film plastico, ceramici), i componenti magnetici e i dispositivi di protezione (termistori, varistori e scaricatori di tensione). Gli aumenti di capacità produttiva programmati nelle nostre fabbriche dovrebbero garantire una riduzione progressiva dei relativi tempi di consegna. Sul fronte politico, riteniamo necessario un piano organico governativo per lo sviluppo delle rinnovabili e per il graduale passaggio all’elettrificazione degli autoveicoli, con l’opportuna installazione di un’infrastruttura di colonne di ricarica. Una nuova campagna di incentivi potrebbe fornire la spinta decisiva ai relativi settori industriali. Purtroppo, ancora una volta rileviamo una scarsa focalizzazione sul mondo della componentistica elettronica da parte delle istituzioni.
Sergio Rossi | Codico Italia
L’anno in corso si chiude con un ottimo ordinato, il 30% in più del budget inizialmente previsto. Registriamo invece una forte criticità nella fatturazione, per carenza di materiali e lunghezza nei tempi di consegna. Il mercato più impattante al momento è quello dell’automotive elettrico, guidato da una comunicazione sempre più veloce e dall’intelligenza artificiale. Al nuovo Governo chiediamo – non sono novità – di intervenire sul cuneo fiscale e di sfruttare maggiormente e adeguatamente le risorse energetiche di cui disponiamo. Oltre alla necessità di tornare a parlare di nucleare moderno, altrimenti continueremo a essere fuori mercato per gli alti costi di produzione. Speriamo inoltre in interventi meno assistenzialisti e più votati all’incremento della produttività.
David Ponzecchi – Consystem
Maurizio Milano – Dralmi
La prima metà dell’anno è stata molto vivace, con ordinativi sopra la media, mentre la seconda metà più calma. A causa dei lunghi tempi di approvvigionamento, stiamo raccogliendo ordini a programma articolati anche su due anni e che in parte dobbiamo conservare in magazzino fino al momento della consegna. Questo richiede uno sforzo finanziario notevole e rappresenta anche un rischio, in quanto i clienti potrebbero nel frattempo trovarsi nella situazione di non poter più ritirare la merce ordinata. Per il 2023 sa- rebbe già ottimo replicare il fatturato positivo di quest’anno. Il problema, però, è nella grande incertezza delle scelte, lato clienti e lato produttori. Infatti, stiamo assistendo a continui mutamenti nelle modalità della distribuzione e nella forma delle catene di approvvigionamento. Situazione che comunque porterà, dopo vari scossoni, a una nuova stabilità. Le iniziative necessarie per supportare il settore industriale sono note a tutti gli “addetti ai lavori”, ma vengono sistematicamente disattese dalla classe dirigente: riduzione della burocrazia e dei costi a essa collegati; riduzione della pressione fiscale e contrasto dell’evasione; rinnovamento del potere giudiziario, ad esempio nelle tempistiche, per tutelare chi deve fare investimenti; garantire i servizi essenziali a un prezzo equo (soprattutto l’elettricità). Trascurare questi temi ha portato a una forte perdita di competitività del sistema industriale italiano. D’altronde sono tematiche che, per essere affrontate, richiedono impegno e offrono un ritorno elettorale ridotto. Se questa è la lungimiranza offerta dalla classe politica, non vedo su quali contributi positivi potremo sperare a supporto dell’industria italiana.
Alberto Tonon | Elektronica
È stato un buon anno per la nostra azienda. Nel 2022 abbiamo parzialmente raccolto ciò che è stato seminato durante la pandemia. Se il quarto trimestre non tracolla, registreremo un notevole aumento di fatturato. Non ci aspettiamo tuttavia un grande 2023: abbiamo ancora delle promozioni che vedranno la luce nell’anno, in particolare nel settore lighting, ma molto dipenderà dai venti di guerra. L’elettronica è già un mercato maturo: con la meccatronica si lega fortemente alla meccanica, per cui seguirà l’andamento globale del settore. Il punto focale sarà il costo della produzione, dovuto principalmente ai rincari energetici. Altri paesi meno dipendenti da fonti esterne di energia saranno più competitivi di noi. Ecco perché al nuovo Governo si devono chiedere le condizioni per ripristinare a aumentare la competitività delle nostre aziende.
Giampaolo Bortot | Giamper
Chiudiamo un anno buono, con un fatturato in crescita sostenuta. L’ordinato, come prevedibile, è in flessione, ma va sommato agli ordini già ricevuti. Registriamo inoltre un aumento dello stock: il problema più impegnativo è stato garantire le consegne concordate, dovendo affrontare la variabilità della logistica causata da covid e altre dinamiche. Se non ci fosse la guerra, se non vivessimo l’aumento sproporzionato dei prezzi dell’energia, se l’inflazione rimanesse sotto controllo, il 2023 potrebbe essere un anno di assestamento, in leggera crescita rispetto al 2022. Ma queste condizioni non si verificheranno, dunque l’unico atteggiamento da perseguire è aspettare, tentando di capire come evolve la situazione per contenere gli effetti negativi. Penso che per il Governo sia attualmente prioritario agire sui costi energetici, vista la situazione drammatica, se non tragica.
Gianmarco Retta | Rebound
Il 2022 è stato un anno durissimo, dove le ore sono sembrate minuti e i minuti secondi. Senza certezze o possibilità di far previsioni. Gli ordini potevano ritenersi conclusi solo alla ricezione del tracking da parte del fornitore, mai prima. Le sfide maggiori, ovviamente, hanno riguardato il punto di vista qualitativo. Lavorando prevalentemente con automotive, militare aerospaziale e medicale, i nostri standard qualitativi (garanzie e prodotti testati presso laboratori interni ed esterni) hanno raggiunto livelli altissimi per contrastare la contraffazione, che nei periodi di forte allocazione aumenta esponenzialmente. Il tutto considerando che la contraffazione, nei periodi di forte allocazione, aumenta esponenzialmente. I risultati sono stati positivi: oltre a risolvere problemi di “fermo produzione”, siamo riusciti anche a garantire prodotti di qualità. Questo permette e permetterà di sviluppare notevolmente il nostro business. Non essendo un’azienda produttrice non abbiamo obiettivi numerici di vendita. Il 2023 sarà un anno duro quanto il 2022 o peggiore: l’allocazione è ancora fortissima, mentre l’inflazione, il covid e la guerra non aiutano. Quindi bisognerà tenere sempre la guardia molto alta. Alla politica chiediamo iniziative per aumentare il credito bancario e ottenere termini di pagamento più uniformi, come avviene in Germania. Non si possono gestire termini di pagamento e di riscossione sensibilmente diversi. Se ci sono uscite a 30 e 60 ed entrate a 90 e 120, i conti potrebbero non tornare. Bisognerebbe stabilire un tetto massimo uguale per tutti e i conti tornerebbero più facilmente per tutti. Infatti in questo periodo il fenomeno è molto facile da riscontrare e va affrontato.
Giorgio Di Fede | Siri Elettronica
Il 2022 è stato un anno di crescita di fatturato, dovuta in parte all’aumento generalizzato dei prezzi. Le problematiche hanno riguardato soprattutto la logistica: l’allungamento dei tempi di rifornimento dai mercati del far East e dunque le difficoltà nel conciliare i tempi di consegna con le esigenze dei clienti. In questa ultima parte dell’anno, invece, stiamo osservando una richiesta di posticipo delle consegne e dei pagamenti. Contiamo comunque di raggiungere un aumento del 25% del fatturato rispetto al 2021. Per il 2023 l’obiettivo è confermare quanto ottenuto quest’anno. Obiettivo non semplice, se si considerano le previsioni degli andamenti dei mercati di riferimento automotive, consumer e industriale. Anche perché stiamo vedendo un sensibile calo di ordinato per il prossimo anno. Le priorità del Governo dovrebbero senz’altro essere relative al contenimento dei prezzi dell’energia, del gas, del petrolio e di tutte le materie prime, in modo da sostenere aziende, commercio e consumi. In quest’ultimo ambito servono anche politiche a favore del lavoro e anche programmi a lungo termine per rendere l’Italia più autonoma dal punto di vista energetico. Un altro punto, che riguarda Italia ed Europa, è il recupero di forza dell’euro nei confronti del dollaro.
Potrebbe interessarti anche: