L’elettronica guida l’auto verso il futuro

Dopo avere incarnato il passaggio all’età moderna e rappresentato il simbolo della libertà di movimento, l’automobile è destinata a diventare nel XXI secolo l’oggetto connesso per eccellenza, con l’elettronica come elemento essenziale per il suo funzionamento e la sua sicurezza 

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elettronica automobile

di Virna Bottarelli |

A fine 2019 il mercato della Connected Car in Italia registrava un tasso di crescita del 14% rispetto all’anno precedente, per un valore complessivo di 1,2 miliardi di euro. È un buon risultato, in linea con la media dei Paesi occidentali, che però già sappiamo non troverà conferme per l’anno in corso, colpito dalla crisi del Covid-19: sarà infatti difficile recuperare il crollo registrato nei mesi del lockdown, con le immatricolazioni precipitate, ad aprile, del 97,5%. Ad ogni modo, è anche grazie ai cambiamenti indotti proprio dalla pandemia che per l’auto si prospetta un futuro migliore, rappresentando essa la soluzione di mobilità più sicura per il rispetto del distanziamento sociale.

La Cina, in questo caso, lancia i primi segnali: qui l’utilizzo dell’auto privata è passato dal 34% al 66% dopo la fine del lockdown. Ci sono poi buone probabilità che i consumatori, nella scelta dell’auto, siano sempre più attenti alle tematiche di sostenibilità ambientale: in Europa, nel primo trimestre 2020 le auto elettriche hanno raggiunto quota 6,8% rispetto al volume complessivo di auto vendute, registrando una crescita del 110% rispetto allo stesso periodo del 2019.

“Il settore auto è stato indubbiamente molto colpito dalla pandemia, ma proprio da quest’ultima può trarre opportunità per accelerare un’evoluzione già in atto”, ha detto Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, introducendo l’Osservatorio Smart & Connected Car. La ricerca, presentata lo scorso giugno, offre diversi spunti di riflessione su presente e futuro di un settore che ha dominato l’industria dalla fine dell’Ottocento a oggi e che, nonostante la situazione attuale, continuerà a farlo.

Connettività e guida autonoma premono sull’acceleratore

Le disposizioni normative sull’eCall, entrate in vigore nel 2018, secondo le quali i nuovi modelli di auto e furgoni leggeri devono poter allertare automaticamente i servizi di soccorso in caso di incidente, o la normativa europea che, da luglio 2022, rende obbligatoria per tutti i nuovi veicoli l’adozione di specifici sistemi ADAS, quali la frenata automatica di emergenza o il mantenimento di corsia, sono esempi di come l’auto intelligente e connessa sia destinata a crescere ex lege.

Quello legislativo non è però l’unico fattore che incide positivamente sul settore: un secondo, altrettanto determinante, è legato al proliferare di servizi che possono essere offerti basandosi sui dati disponibili in un’auto connessa: dalla manutenzione predittiva basata sul monitoraggio dei componenti, alla possibilità di ordinare cibo o prenotare un ristorante direttamente dall’abitacolo, alla capacità di regolare la temperatura dell’auto da remoto, sono diverse le opzioni proponibili per offrire servizi o, per usare un termine più caro al marketing, esperienze.

Ci sono poi altre tre caratteristiche che, secondo l’Osservatorio Smart & Connected Car, identificano l’auto del prossimo futuro: nuove logiche di utilizzo condiviso, propulsione elettrica e guida autonoma. Quest’ultima è senza dubbio quella con un più alto impatto tecnologico.

Sensoristica in primo piano nell’automobile di domani

L’architettura di controllo di un veicolo interamente autonomo può essere stratificata in tre anelli annidati: il livello più basso è quello degli attuatori smart (motori di trazione, attuatori di sterzo, attuatori frenanti, sospensioni controllate); il livello intermedio è quello del controllo della dinamica del veicolo (motion control); il livello più alto è quello della navigazione, particolarmente critico per quanto riguarda percezione e sensoristica.

Le tecnologie attuali si stanno concentrando nell’utilizzo di sensori “ego”, ossia sensori installati sul veicolo, che cercano di posizionarlo correttamente e di percepire sia gli ostacoli fissi (struttura dell’ambiente), sia quelli mobili e dinamici (ad esempio altre automobili, ciclisti, pedoni). Esiste però un modo duale di affrontare il problema della percezione, utilizzando un flusso inverso: sia l’infrastruttura stradale che gli oggetti dinamici sono elementi attivi, che trasmettono al veicolo ego informazioni sulla loro posizione e il loro movimento (sensori X2V – Everything to Vehicle).

Nel prossimo decennio sarà importante integrare al meglio gli ego-sensor e i sensori X2V: infatti, al momento si stanno rilasciando i primi veicoli autonomi di livello 3 (Day 1) con il solo utilizzo di ego-sensor, ma i prossimi livelli di autonomia 4 e 5 – parliamo di guida cooperativa coordinata, guida remota e di estensione dei sistemi di visione di bordo – richiedono un massiccio utilizzo di sensori X2V e lo sviluppo di tecnologie di trasmissione V2V (Vehicle-to-Vehicle) e V2X.

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