Che anno sarà per le startup?

Dopo un 2022 di crescita per l’ecosistema startup italiano, che ha visto incrementare non solo il numero di nuove realtà imprenditoriali ma anche di investimenti che hanno superato i 2,3 miliardi di euro, lo scossone delle big tech nella Silicon Valley fa domandare che scenari affronteremo nel 2023

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di Giulia D’Amato e Alessio Boceda | fondatori di Startup Geeks

Il 2022 è stato l’anno delle startup secondo i dati del MISE: 14.708 imprese, il numero più alto di sempre e una crescita degli investimenti del +68% per un totale di più 2,3 miliardi di euro. Ma il 2022 è stato anche l’anno dei licenziamenti nelle big tech della Silicon Valley che dopo la crescita esponenziale avuta durante la pandemia e le ingenti assunzioni hanno dovuto fare retromarcia e tagliare sull’organico. E se è vero che l’Italia arriva sempre qualche anno dopo rispetto agli Stati Uniti, questi licenziamenti sono premonitori di una situazione che coinvolgerà anche il sistema italiano? I licenziamenti avvenuti nelle big tech sono un elemento importante per il futuro dell’ecosistema startup in generale. Fuori da quegli uffici ora ci sono professionisti qualificati che hanno imparato i processi e assorbito il mindset delle aziende di maggior successo e questo gli sarà utile per portare alla luce un progetto di business valido sul mercato. Ciò che può sembrare un passo indietro nel sistema imprenditoriale potrebbe essere invece la svolta per portare sul mercato nuovi unicorni.

Il valore delle Società Benefit: creare conoscenza, competenza e lavoro

Per il 2023, quindi, possiamo pensare positivo. Nel nostro Paese sta crescendo anche il numero di richieste per realizzare Società Benefit, ossia società con una forma giuridica che si inserisce tra gli assetti sociali profit ma che al posto di avere a cuore solo e unicamente gli interessi dei soci e degli azionisti, pone la sua attenzione anche verso gli interessi della collettività e dell’ambiente. Infatti, secondo i più recenti dati di Assobenefit a giugno 2022 in Italia le Società Benefit hanno superato quota duemila: numero più che raddoppiato nel corso dell’ultimo anno, visto che nel 2021 erano circa 926. Uno scenario che vede le startup fare anche formazione gratuita e creare competenze e di conseguenza occupazione e nuove imprese in un sistema formativo che sicuramente ha bisogno di essere rinnovato.

L’innovazione come welfare aziendale

Tra le Società Benefit italiane rientra anche Startup Geeks, incubatore online di startup, che lavora ogni giorno per creare consapevolezza intorno a temi legati all’imprenditoria, generando un impatto positivo per la collettività attraverso diversi canali e soluzioni. Può essere l’insegnamento dell’innovazione un’iniziativa di welfare aziendale? Una risposta positiva c’è stata quando Startup Geeks ha aperto il suo programma di incubazione anche alle grandi aziende. L’obiettivo era fornire uno strumento in più per tutte quelle aziende che volessero formare i propri dipendenti sui temi dell’innovazione e dell’imprenditoria. Nel primo anno di attività, Startup Geeks Innovation ha collaborato con diverse aziende, tra cui NTT Data, Italdesign, ENI, ELIS, Sisal e Credem. Dopo aver incubato quasi 700 progetti di business, l’idea è stata quella di coniare un percorso di formazione che potesse aiutare i manager a sviluppare conoscenze e competenze utili per portare l’innovazione nella propria realtà lavorativa, acquisendo un ruolo da protagonisti nella definizione della strategia di innovazione aziendale. Un’iniziativa che segue il trend crescente della cosiddetta “corporate intrapreneurship”, che rappresenta proprio la pratica di trasmettere competenze imprenditoriali e di innovazione nelle aziende.

Che cosa faremo nel 2023?

I dati ci indicano che anche l’ecosistema europeo è ricco di potenziali imprenditori che ad oggi non hanno gli strumenti per lanciare la loro idea di business in modo consapevole e progettuale. Vogliamo replicare il lavoro che stiamo facendo in Italia, sviluppando il nostro incubatore online anche all’estero, così da poter dare la possibilità anche a chi non vive nelle grosse città europee di poter sviluppare il proprio progetto. Proprio gli eventi degli ultimi mesi ci spingono a pensare che sia il momento più giusto per farlo.


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