di Dirk Stans* | Il Chips Act è stato presentato in diverse fasi a partire dal 2021 e, in seguito all’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio, è entrato in vigore il 21 settembre 2023.
Il regolamento sarà supportato da 43 miliardi di euro di investimenti pubblici fino al 2030, integrati da una quantità analoga di investimenti privati a lungo termine. Diversi sono gli obiettivi del Chips Act:
- investire nelle tecnologie di prossima generazione;
- garantire l’accesso in Europa a strumenti di progettazione e linee pilota per la prototipazione, il collaudo e la sperimentazione di chip avanzati;
- stabilire procedure di certificazione per chip efficienti e affidabili;
- creare un quadro più favorevole agli investimenti per la creazione di impianti di produzione in Europa;
- sostenere start-up, scale-up e Pmi innovative nell’accesso ai finanziamenti;
- promuovere le competenze, i talenti e l’innovazione nella microelettronica;
- sviluppare meccanismi per rispondere a carenze e crisi nel settore dei semiconduttori, garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento; stabilire partenariati internazionali sui semiconduttori con i Paesi che condividono le stesse idee.
Entro il 2030, questi sforzi dovrebbero portare a una quota di mercato europea del 20% nella produzione globale di chip.
Il Chips Act e le preoccupazioni dell’industria europea
Dopo l’introduzione della legge, gli operatori del settore hanno immediatamente sollevato domande fondamentali: Quali chip produrremo e per quale scopo? Cosa succederà all’intera catena del valore della produzione elettronica? Produrremo solo chip ed esternalizzeremo il resto della catena del valore? Queste preoccupazioni hanno spinto i leader industriali europei a unire le forze e, su iniziativa di IPC Europe, il 19 aprile 2023 si è tenuto un primo incontro per discutere le azioni necessarie; è stato tracciato il mercato e sono state fatte proiezioni fino al 2030 e addirittura al 2035. Da queste discussioni sono emerse le seguenti conclusioni:
• la legge sui chip non ha senso se non si considera l’intera catena del valore, poiché un’applicazione elettronica funzionante richiede l’intero ecosistema;
• parti critiche di questa catena del valore sono assenti o poco presenti in Europa, impedendo la piena indipendenza nel fornire applicazioni funzionanti;
• l’intero spettro politico deve essere messo al corrente della situazione precaria dell’industria elettronica europea.
Dopo due anni di continui sforzi di sensibilizzazione, ci troviamo ora in un periodo cruciale in cui le relazioni di Enrico Letta e Mario Draghi sottolineano il ruolo vitale dell’industria in Europa e delineano i passi necessari per il progresso industriale. È giunto il momento di andare oltre la sensibilizzazione e di proporre misure pratiche e attuabili che richiedano un impatto di bilancio minimo, ma che producano risultati positivi significativi.
Migliorare la competitività dell’Euopa
In qualità di imprenditore e presidente della FHI (Federation of Technology Branches), lavoro a stretto contatto con aziende tecnologiche e industriali che svolgono un ruolo vitale nella nostra economia. Tuttavia, le industrie tecnologiche e manifatturiere devono affrontare un’enorme pressione a causa di un’ampia gamma di sfide.
Cosa bisogna fare, dunque? In primo luogo, migliorare l’immagine del settore, riposizionando i settori tecnologico e manifatturiero come pilastri attraenti e indispensabili della società. Poi investire nei talenti, perché l’industria ha bisogno di una strategia lungimirante per formare e attrarre la forza lavoro di domani. Inoltre, creare condizioni di parità, perché la nostra industria deve essere in grado di competere equamente. Infine, attuare investimenti intelligenti e strategici essenziali per promuovere l’innovazione e la crescita.
Sostenere l’imprenditorialità
Per competere, le imprese devono innanzitutto essere in grado di operare in modo efficiente. L’imprenditorialità richiede un quadro di sostegno, che il governo può facilitare rendendo le normative più semplici, efficaci e meno burocratiche.
• Deregolamentazione e digitalizzazione | Semplificare i processi amministrativi e implementare soluzioni digitali per ridurre l’onere per le imprese.
• Stop all’attuazione complessa delle norme UE | Le amministrazioni locali devono applicare le normative UE in modo diretto e senza inutili complicazioni.
• Energia a prezzi accessibili | Garantire un approvvigionamento energetico stabile ed economico, fondamentale per una produzione competitiva.
• Spazio industriale accessibile | Incoraggiare locali commerciali a prezzi accessibili e norme di autorizzazione ragionevoli che promuovano l’imprenditorialità.
Inoltre, è necessario affrontare la concorrenza all’interno e all’esterno dell’UE. All’interno, mantenendo la libera circolazione degli scambi e dei capitali, evitando le barriere commerciali e utilizzando l’influenza del Consiglio e del Parlamento per eliminare gli ostacoli al commercio. Al di fuori dell’UE è necessario garantire condizioni di parità in modo che le aziende che esportano nell’UE rispettino gli stessi standard delle imprese europee, rafforzare il ruolo delle dogane e dei controlli alle frontiere per garantire la conformità e rispondere in modo rapido e deciso alla concorrenza sleale causata da sovvenzioni statali estere o da condizioni di lavoro non etiche, imponendo tariffe all’importazione o concedendo agevolazioni fiscali alle imprese locali.
Misure europee per un futuro forte
Per progredire, dobbiamo implementare misure rapide, a basso costo, facili da introdurre e che diano i massimi risultati. Ecco tre azioni prioritarie:
1 |Trattenere i fondi pubblici nell’economia dell’UE – Per i progetti finanziati con fondi pubblici, almeno il 60% del valore aggiunto deve rimanere all’interno dell’UE. In altre parole, il noto principio dell’origine europea prima di tutto.
2 |Creazione di una banca dati europea delle materie prime elettroniche – Creare piattaforme digitali a livello europeo per la trasparenza delle materie prime e delle risorse essenziali.
3 |Standardizzazione degli standard per sostenere la competitività dell’industria europea – Semplificare e armonizzare gli standard e i regolamenti industriali per migliorare la competitività.
Attuando queste azioni mirate, le autorità europee possono non solo rafforzare la competitività delle imprese europee, ma anche contribuire a un settore industriale innovativo e sostenibile. È arrivato il momento di agire e le interminabili discussioni senza decisioni non sono più un’opzione.
* Dirk Stans è socio amministratore di Eurocircuits dal 1991, dove guida la strategia di vendita e marketing del gruppo. Con oltre 20 anni di impegno attivo in FHI, ha ricoperto il ruolo di presidente federazione.