Per le imprese che operano nell’ambito dei servizi space-based arriva dall’Europa un importante stimolo. Il 16 dicembre scorso, infatti, l’accordo raggiunto dall’Europarlamento con la Commissione e il Consiglio dell’UE ha dato il via al nuovo Programma spaziale europeo 2021-2027, per il quale è stata accantonata una dotazione finanziaria di 14,8 miliardi di euro. Le risorse sono ripartite tra i cosiddetti programmi-faro dell’UE (Galileo, EGNOS e Copernicus), il programma di sorveglianza dell’ambiente spaziale (SSA) e quello volto a garantire alle autorità nazionali l’accesso alle comunicazioni satellitari sicure (Govstacom).
Massimiliano Salini, europarlamentare e relatore del Programma spaziale, non nasconde la soddisfazione per la conclusione positiva di un negoziato tutt’altro che semplice: “Le trattative hanno riguardato in un primo momento la costruzione di una piattaforma giuridica che desse riferimenti chiari per la governance e le istituzioni coinvolte e una seconda fase dedicata al budget e alla ridefinizione degli articoli inerenti il rapporto tra UE e Paesi terzi, con particolare riferimento al Regno Unito post-Brexit”.
L’aspetto che Salini evidenzia riguarda proprio le possibilità che il nuovo Programma apre non solo a livello infrastrutturale, dove l’eccellenza tecnologica europea è già riconosciuta, ma anche nella fase di downstream, dove possono inserirsi le tante imprese che costituiscono la filiera della Space-economy: “Qui non siamo ancora abbastanza competitivi”, dice Salini. “Dobbiamo favorire il più possibile le aziende europee nei criteri di acquisto legati alla costruzione delle infrastrutture spaziali e nella generazione di soluzioni e servizi resi possibili dalle infrastrutture stesse”.
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