Il 2020 sarà ricordato negli annali della storia dell’elettronica italiana come il peggiore di tutti i tempi. Secondo i dati diffusi dall’Istat, l’industria italiana delle tecnologie rappresentata da Federazione Anie chiude il 2020 con una diminuzione cumulata dei livelli di attività industriale del 9,6%.
È il secondo peggior risultato degli ultimi venti anni dopo il crollo registrato nel 2009. Il calo marcato accomuna le due macro aree ma risulta più accentuato nell’Elettronica (-13,3%) rispetto all’Elettrotecnica (-8,9%). Il graduale recupero avvenuto nell’ultimo trimestre del 2020 non ha infatti compensato le perdite nei livelli di attività industriale della prima parte dell’anno. Il calo del 10,9% nel primo trimestre del 2020 e il successivo -26,4% nel secondo trimestre rappresentano la più evidente conseguenza del lockdown primaverile che ha fermato le attività con la sola eccezione di quelle essenziali.
La ripresa è già iniziata
Guardando al solo mese di dicembre 2020, nel confronto con il mese di dicembre 2019, si rileva però un andamento di segno positivo della produzione industriale (+5,3%). Nel confronto congiunturale – a dicembre 2020 rispetto a novembre 2020 – l’industria Elettrotecnica ed Elettronica ha evidenziato una flessione dei livelli di produzione industriale dello 0,9%. Con riferimento alle attese per i successivi mesi, il recupero rilevato nel mese di dicembre dovrebbe trovare conferma anche nel mese di gennaio 2021, sulla base di un portafoglio ordini che nell’ultimo trimestre del 2020 ha ridotto il tasso di caduta che ha caratterizzato i mesi precedenti. Le dinamiche dei settori Anie restano tuttavia fortemente legate a un contesto economico di grande incertezza e fortemente dipendente dall’evoluzione della pandemia.
Il punto di vista della distribuzione elettronica
Allineati anche i dati di Assodel relativi alla distribuzione dei componenti elettronici sul mercato italiano. L’ultimo rapporto presentato dall’associazione, relativo al quarto trimestre dell’anno, evidenzia un fatturato di 275 milioni di euro che traina l’intero 2020 verso un fatturato consolidato di 1 miliardo e 178 milioni di euro. Un valore che riporta, anno su anno, un calo del -10,1% rispetto all’anno precedente.
Al calo complessivo del mercato hanno contribuito negativamente i semiconduttori, con -11,4% e, ancora di più, i sistemi, che hanno segnato un -15%; meno penalizzati i passivi, che hanno registrato invece un calo limitato al -6%.
Un ordinato che fa ben sperare
Entrando nel dettaglio dell’ultimo trimestre dell’anno, a fine 2020, il rapporto tra ordinato e fatturato (book-to-bill) è risultato eccezionale: 1,42 sul totale, che si distribuisce in tutte e tre le famiglie di prodotti. Questa impennata dell’ordinato segue il valore superiore all’unità (1,12) del trimestre precedente e mostra segni di una inversione di tendenza in grado di portare a un 2021 positivo. Rispetto a questi valori, un commento dell’analista di mercato Livio Azzoni sottolinea come l’ordinato in crescita possa nascere in parte dalle paure dei clienti di possibili sbilanciamenti tra la domanda e la futura disponibilità di materiale.
In generale, alcuni distributori stanno spingendo i clienti a pensare già a un orizzonte che arrivi anche al 2022. Già nei mesi passati, il comparto dell’elettronica aveva dimostrato, nonostante le difficoltà, di essere stato tra i pochi settori a registrare un calo contenuto rispetto alla situazione macroeconomica e di avere tutte le carte in regole per poter uscire più rapidamente dalla crisi. I dati relativi all’ultima parte dell’anno confermano che il settore della distribuzione elettronica, pur con tutte le difficoltà e le criticità, riportandosi sui livelli del 2016, sta mostrando una nuova spinta verso una potenziale crescita futura.
Potrebbe interessarti anche: