Digitale nell’industria: da opportunità a necessità

Un mercato che vale 3,9 miliardi di euro e investimenti in trasformazione digitale più che raddoppiati rispetto a tre anni fa: sono questi gli highlight del Sesto Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano. Ed è opinione comune che l’emergenza sanitaria abbia accelerato la trasformazione digitale.

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digitale 4.0

di Virna Bottarelli |

La Sesta edizione dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano fotografa un mercato dell’Industria 4.0 in Italia che nel 2019 ha raggiunto un valore di 3,9 miliardi di euro, in crescita del 22% rispetto all’anno precedente e quasi triplicato in 4 anni. Il 60% del mercato è dedicato a progetti di connettività e acquisizione dati (Industrial IoT); la parte rimanente si suddivide tra Analytics (630 milioni), Cloud Manufacturing (325 milioni), Advanced Automation (190 milioni), Additive Manufacturing (85 milioni) e tecnologie di interfaccia uomo-macchina avanzate (55 milioni). Le attività di consulenza e formazione per progetti Industria 4.0 rappresentano una quota di circa 255 milioni di euro (+17% rispetto al 2018).

Per il 2020, originariamente ci si aspettava una crescita in linea con il trend 2019, quindi nell’ordine del 20-25%, ma la pandemia ha complicato il quadro: le previsioni variano da uno scenario ottimistico di chiusura dell’anno quasi in linea con il budget iniziale a uno pessimistico di contrazione del fatturato del 5-10%. Nel medio-lungo termine, in ogni caso, le sensazioni sono positive: è opinione comune che l’emergenza abbia accelerato la trasformazione digitale.

Investimenti: IoT e Cloud ai primi posti

Il 40% delle aziende ha investito più del 2018 in applicazioni di Industria 4.0. In media, oggi se ne contano 4,5 per azienda, con una forte accelerazione in particolare nelle soluzioni Cloud e Analytics per la Supply Chain, oltre che IoT per le fabbriche. Il 7% delle imprese interpellate ha iniziato a implementare soluzioni di Artificial Intelligence.

A dimostrazione della reattività imprenditoriale, a seguito dell’emergenza, oggi quasi un terzo delle aziende sta riconvertendo la sua produzione o sta valutando di farlo (rispettivamente il 12% e 19%) e per il 25% di queste sono state fondamentali tecnologie 4.0 come l’IoT e il Cloud. “Sono complessivamente 1100 le applicazioni di tecnologie 4.0 nelle aziende manifatturiere censite dall’Osservatorio e di queste ben il 46% rispondono a bisogni enfatizzati dalle imposizioni di lockdown”, ha detto Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0. “L’emergenza segnerà profondamente le imprese italiane: circa il 40% stima una perdita di fatturato di oltre il 20% rispetto al budget, ma gli investimenti in digitale sono stati lo strumento per reagire all’emergenza sanitaria e, secondo la grande maggioranza delle industrie, questa esperienza alla fine si rivelerà un acceleratore della trasformazione 4.0”.

Certo, nei prossimi mesi gli investimenti si preannunciano ridotti: il 26,5% delle aziende posporrà almeno metà di quelli pianificati, circa un quarto si concentrerà su Industrial-IoT, Analytics e Advanced Hmi. Nell’incertezza, le imprese auspicano incentivi per non fermare la ‘scalata digitale’, in particolare una riduzione delle imposte sui prossimi esercizi contabili (33%) e una diminuzione del costo del lavoro per operatori di fabbrica (per il 30%).

Ma un terzo (31%) chiede anche di rilanciare il Super e Iper ammortamento per beni strumentali, di gran lunga più desiderato rispetto al credito d’imposta per ricerca e sviluppo (17%), agli incentivi per beni immateriali (18%) o a quelli per assunzione e formazione (8% e 11%).

Nuova normalità: il digitale servirà sempre più

Giovanni Miragliotta ha individuato anche i cinque ambiti principali nei quali il digitale darà un contributo fondamentale nel consentire alle imprese di gestire il cosiddetto “new normal”: Social distance monitoring and enforcement; supporto alle decisioni; Remote Management; Remote Operations; Product and Service Design. “Per il distanziamento sociale saranno fondamentali tecnologie che consentiranno la continuità operativa senza dover addensare forza lavoro nelle aree di produzione, ma le stesse tecnologie potranno abilitare anche funzioni di monitoraggio dei flussi di movimento delle persone”, spiega Miragliotta. “Per supporto alle decisioni intendiamo invece quegli strumenti di simulazione, proattiva e reattiva, che forniscono elementi oggettivi sui quali indirizzare le scelte; il Remote Management andrà probabilmente sviluppato per gestire non solo meeting o attività di tipo formativo, ma anche negoziazioni e valutazioni più complesse, così come si evolveranno le Remote Operations, perché la virtualizzazione che interessa i ‘colletti blu’ tocca una serie di attività che vanno oltre la manutenzione remota”. Non meno complesso è infine l’ambito del Product and Service Design. Dice ancora Miragliotta: “Pensate allo shock sulla domanda: listini, cataloghi e servizi realizzati per una determinata offerta sono ancora validi nel post-Covid19? Se vanno rinnovati, serviranno nuovi prototipi, nuovi fornitori, in un processo nuovo, e sempre più digitalizzato, di progettazione del prodotto o servizio”.

Opportunità di sviluppo: i sistemi cyber-fisici

Osservando il panorama produttivo italiano in questi mesi, è emerso come le tecnologie digitali da opportunità di miglioramento nell’efficienza e nella performance produttiva siano diventate un requisito indispensabile per dare continuità al business: non si tratta solo di adottare pratiche di Smart Working, ma anche di tecnologie IoT che permettono di migliorare il distanziamento sociale nei luoghi di lavoro, localizzando e tracciando i percorsi, o di affidare la logistica interna a veicoli a guida autonoma.

Si aprono così ampie opportunità di sviluppo proprio per quelle tecnologie abilitanti l’Industria 4.0. Marco Macchi, direttore dell’Osservatorio Industria 4.0, ha sottolineato come in uno scenario simile le tecnologie digitali permetteranno di potenziare le capacità di monitoraggio, controllo e presa di decisioni nei sistemi produttivi e logistici. Siamo nel campo del Cyber Physical System, paradigma secondo cui le tradizionali macchine si evolvono per comunicare, raccogliere, elaborare dati e agire da ponte tra realtà fisica e virtuale: “Ai tempi del Covid19 l’introduzione del paradigma Cyber Physical System è un’opportunità fondamentale per avere garanzia di continuità delle operazioni degli impianti e delle filiere, superando l’idea che si debba essere necessariamente sul posto per certe azioni e decisioni. È fondamentale che le imprese imparino a lavorare in un ambiente virtuale a stretto contatto con la realtà fisica, considerando modelli Digital Twin per la simulazione, algoritmi di analisi dati con l’Artificial Intelligence, tecnologie di interfaccia uomo-macchina di ultima generazione”.


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