Stando alle stime del Dmass, l’associazione che riunisce i fornitori di semiconduttori in Europa, le vendite di chip nel mercato europeo hanno subito un significativo calo del 16%, passando dai 2,1 miliardi di euro del terzo trimestre a 1,95 miliardi di euro nel quarto. Questi risultati hanno fatto sì che il 2019 chiudesse con un calo relativamente moderato del 4,4% e un fatturato complessivo registrato nell’anno di 8,8 miliardi di euro.
“Il deciso rallentamento del quarto trimestre è da considerarsi come reazione ai già bassi ordini dei trimestri precedenti. Senza la conversione da Dtam a Tam avvenuta nel 2019, in cui molti supplier hanno preso direttamente business dalla distribuzione, il mercato della distribuzione sarebbe rimasto ‘flat’. Le aspettative di un ritorno veloce alla crescita, sono state spazzate via dall’epidemia del Coronavirus che ha coinvolto prima la Cina e ora l’Europa, rendendo ogni piano di crescita irrealizzabile. L’importanza della Cina per la supply chain globale dell’elettronica rimane infatti fondamentale e le conseguenze saranno quasi inevitabili”
Georg Steinberger, presidente di Dmass
Bene solo Regno Unito ed Est Europa
Il Regno Unito è calato nel quarto trimestre solo del 10%. Su base annua, la Germania è diminuita del 6,9% a 2,57 miliardi di euro, l’Italia del 9,3% a 747 milioni di euro, il Regno Unito (senza Irlanda) è cresciuto dello 0,7% a 612 milioni di euro, la Francia è scesa del 7,2% a 591 milioni di euro, i Paesi nordici sono diminuiti del 2,7% a 795 milioni di euro mentre l’Europa orientale è cresciuta dell’1,75% a 1,54 miliardi di euro.
“L’Europa orientale continua a trainare il mercato come solida base di contract manufacturing, mentre il resto d’Europa rimane a guardare e il Regno Unito sembra non essere sorpreso dalla Brexit”, ha commentato Georg Steinberger, presidente di Dmass.
Tiene il Power e crescono le Logiche
Su base annua, i discreti sono calati del 9,3% a 490 milioni di euro, i dispositivi di potenza sono calati solo dello 0,4% a 993 milioni di euro, l’optoelettronica ha perso il 5,5% (802 milioni di euro), gli analogici il 4,2% (2,6 miliardi di euro), le memorie il 3,8% (803 milioni di euro), i Micro il 7% (1,75 miliardi di euro) e le logiche programmabili il 6,6% (577 milioni di euro). L’unico gruppo di prodotti cresciuto nel corso del 2019 è quello delle altre logiche, ovvero, Assp ed Asic, che hanno guadagnato ben il 9% (511 milioni di euro).
In Germania il crollo più pesante degli ultimi anni
Nel quarto trimestre del 2019, la distribuzione di componenti elettronici in Germania ha registrato il calo più netto in termini di ordini e fatturato degli ultimi anni, riflettendo la generale situazione di criticità del mercato. Le vendite, in base alle stime dell’associazione di categoria Fbdi (German Fachverband der Bauelemente Distribution), sono infatti calate del 20% a 696 milioni di euro. Gli ordini sono diminuiti del 25% a 651 milioni di euro. Il book-to-bill è invece leggermente aumentato a 0,93, ma rimane comunque al di sotto dell’unità.
I diversi segmenti di prodotto si sono sviluppati quasi all’unisono. Le vendite di semiconduttori sono diminuite del 20,8% a 495 milioni di euro, i componenti passivi del 20% a 84 milioni di euro e gli elettromeccanici del 17,7% a 74 milioni di euro. Gli alimentatori sono calati del 16,3%, i display del 16,6%, i sensori del 14,5% e gli assiemi e i sistemi del 9,8%. La situazione complessiva del 2019 vede le vendite della distribuzione diminuire “solo” del 7,2% (a 3,34 miliardi di euro), mentre gli ordini sono calati del 25%, a poco meno di 3 miliardi di euro.
