L’elettronica torna a produrre e a crescere

Sebbene l’economia globale debba ancora riprendersi dalla pandemia, le industrie dell’elettronica e dei semiconduttori sembrano aver superato la fase della ripresa ed essere tornate a registrare una crescita sana.

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di Cleopatra Gatti |

La produzione di elettronica si è ripresa, e anche bene, dai rallentamenti causati dalla pandemia da Covid-19 nel corso del 2020. Lo dimostrano i dati provenienti dai Paesi asiatici principali produttori di elettronica, consolidati da Semiconductor Intelligence, che nei primi mesi di questo 2021 hanno riportato aumenti a due cifre.

Crescite record per l’elettronica nei Paesi asiatici

La Cina, di gran lunga il più grande produttore di elettronica mondiale, stava crescendo a un tasso medio di circa il 10% nel 2019. La chiusura di molte fabbriche a inizio 2020 aveva portato la variazione della produzione rispetto all’anno precedente in negativo, ma già nel maggio 2020 la crescita era tornata al 10%, per poi tornare ad accelerare all’inizio del 2021 e a registrare in febbraio una crescita del 36%. La crescita cinese si riflette in particolare nella produzione di due prodotti elettronici chiave: personal computer e telefoni cellulari, di cui la Cina detiene oltre l’80% della fornitura mondiale. Il Vietnam, uno dei Paesi di maggior successo nella lotta contro l’epidemia, ha visto la sua produzione tornare a registrare crescite a due cifre già nell’ottobre 2020, fino ad arrivare a un +23% nel mese di febbraio; la Corea del Sud, che non ha mai chiuso le attività e ha beneficiato dei rallentamenti in altri Paesi, ha registrato una crescita continua della produzione per tutto il 2020; Taiwan, che aveva registrato una crescita media di oltre il 20% nel 2019 avvantaggiandosi delle controversie commerciali tra Stati Uniti e Cina, ha rallentato invece le crescite nel 2020, senza però mai registrare segni negativi.

In difficoltà le produzioni occidentali

Gli Stati Uniti e il Regno Unito sono stati due dei Paesi occidentali più colpiti dal Covid-19, insieme a molti dei principali paesi dell’Unione Europea, in particolare Italia, Spagna e Francia. I blocchi che si sono verificati negli Stati Uniti in generale non hanno avuto molto effetto sulla produzione elettronica statunitense, già rallentata in tempi non sospetti e pre-Covid. La produzione elettronica degli Stati Uniti è rimasta stabile fino a luglio 2020, ma è ritornata poi a crescere a fine 2020, mostrando a gennaio 2021 un incremento dell’8,7%.

La variazione della produzione di elettronica dell’UE rispetto al 2020 è stata simile a quella del 2019, con un calo a una cifra più o meno costante per tutto l’anno. Anche nell’Unione Europea i blocchi relativi al Covid-19 non hanno influenzato in modo significativo la produzione di elettronica, che è infatti aumentata dell’11% nel dicembre 2020 e del 23% nel gennaio 2021. Le chiusure hanno invece impattato il Regno Unito e la sua produzione elettronica per diversi mesi e oltre un terzo dei produttori britannici sembra avere sperimentato cali di fatturato da quando il Regno Unito ha lasciato l’UE, principalmente a causa dei ritardi nell’importazione e nell’esportazione nell’UE. Resta da vedere l’effetto a lungo termine della Brexit sulla produzione di elettronica britannica.

In ripresa costante i semiconduttori

La sostanziale crescita che si è registrata all’inizio del 2021 nella produzione di elettronica si riflette nelle vendite di semiconduttori. Secondo i dati di Wsts, il mercato dei semiconduttori che nel 2020 stava intraprendendo un percorso di ripresa, proveniente da un calo del 12% registrato nel 2019, ha riportato nel marzo 2020 una crescita del 6,9%, che si è stabilizzata in un intervallo tra il 5% e il 7% fino a raggiungere il 9,2% nel novembre 2020 e il +13,2% nel gennaio 2021. Un mese importante lo scorso gennaio, in cui le vendite di semiconduttori hanno raggiunto i 3.997 milioni di dollari, in aumento, per la prima volta da decenni, dello 0,1% sul precedente mese di dicembre.


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