La transizione digitale di cui negli ultimi mesi abbiamo sentito così tanto parlare interessa, oltre al settore dei servizi e alla pubblica amministrazione, l’industria. E ad abilitare processi produttivi sempre più digitali è l’elettronica, cuore pulsante dell’automazione manifatturiera e di processo, un comparto che nel 2020 ha registrato un giro d’affari di 4,5 miliardi di euro, in calo del 10,3% rispetto al 2019, ma che nell’anno corrente ha vissuto una ripresa oltre le aspettative.
Come spiega Marco Vecchio, segretario di Anie Automazione: “I dati di preconsuntivo dei primi sei mesi del 2021 (+15% variazione tendenziale del fatturato) e le più recenti previsioni di chiusura anno (+14% rispetto al 2020) elaborate da Anie Automazione, evidenziano una ripresa del mercato che va ben oltre le aspettative e un recupero dei livelli pre-Covid. Sul fronte internazionale, pur in presenza di una perdurante instabilità nello scenario globale, il comparto recupererà il suo dinamismo sui mercati oltre confine”. Non sono però da sottovalutare le criticità legate all’ormai noto problema della carenza di componenti. “La ripresa si confronta con tensioni sul fronte delle quotazioni e dei tempi di consegna per le principali commodity impiegate nel processo produttivo, unitamente a fenomeni di shortage per la componentistica elettronica di base. Questa situazione perdurerà tutto l’anno prossimo; per alcuni materiali ritorneremo poi a una sorta di normalità, ma per altri, come silicio e rame, è più difficile fare previsioni”.
Qual è la situazione generale di mercato per il comparto dell’automazione?
Gli effetti della pandemia, con la pesante eredità lasciata dai mesi di lockdown, hanno fortemente penalizzato il comparto. La variazione negativa del fatturato aggregato è in linea con quella media del manifatturiero (-11%) ma di entità significativa, soprattutto se raffrontata con la storia del settore negli ultimi anni. L’emergenza sanitaria si è inserita in un quadro in deterioramento dal secondo semestre del 2019, con una domanda interna fortemente indebolita da una progressiva frenata degli investimenti industriali correlati al Piano Transizione 4.0. L’industria nel corso del 2020 ha espresso una dinamica negativa nel giro d’affari e queste tendenze si sono riflesse sulla domanda rivolta al comparto dell’Automazione.
Le prospettive per il commercio con l’estero nel 2020 sono profondamente mutate nel corso del primo trimestre dell’anno, quando il virus Covid-19 ha cambiato il contesto di riferimento. Per il comparto dell’Automazione industriale, alla debolezza della domanda interna si è sommata la flessione di quella estera (-3% la variazione registrata nel complesso dalle esportazioni dirette a fronte di una flessione media del manifatturiero del 10%). In questo scenario è emersa una sostanziale eterogeneità nelle performance sui mercati esteri e, in un quadro più generale, i dati di interscambio commerciale mostrano un buon posizionamento competitivo dell’offerta italiana nelle tecnologie digitali a supporto dei processi produttivi.
Dal mercato arrivano comunque segnali positivi, laddove le tecnologie dell’Automazione svolgeranno un ruolo chiave nel processo di transizione del manifatturiero verso gli obiettivi di innovazione, trasformazione digitale e transizione ambientale
Ha citato gli assi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: come inciderà quest’ultimo sulle imprese italiane?
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dovrà dare attuazione al programma Next Generation EU basandosi su tre assi strategici: digitalizzazione ed innovazione (qui rientra anche il Piano Transizione 4.0), transizione ecologica e inclusione sociale. L’obiettivo è correggere quelle forti asimmetrie di cui soffriamo: territoriale, generazionale e di genere, oltre a dare più competitività al Paese. Il mondo dell’automazione industriale sta cambiando velocemente: la digitalizzazione, la diffusione sempre più massiva delle nuove tecnologie, l’innovazione, portano inevitabilmente ad una trasformazione dei modelli industriali e ad una conseguente evoluzione del modo di fare impresa.
La recente pandemia di Covid-19 è stata una sorta di punto di svolta nel processo di digitalizzazione delle imprese: la trasformazione digitale è diventata un imperativo aziendale. In effetti, le aziende che sono state in grado di prosperare durante l’anno del Covid-19 e hanno mostrato una maggiore resilienza sono quelle che hanno investito di più nelle tecnologie digitali negli anni prima della pandemia.
I casi di successo nell’introduzione delle tecnologie 4.0 mostrano che l’effettiva possibilità di cogliere queste opportunità passa attraverso lo sviluppo di una visione strategica rispetto agli obiettivi che si vogliono perseguire con la digitalizzazione e il modello di produzione e di impresa che si vuole implementare. In particolare, queste imprese tendono ad affrontare i progetti di Industria 4.0 – o più in generale, di digitalizzazione dei processi – con un approccio sistemico e di ampio respiro, affiancando all’innovazione tecnologica, e al conseguente adeguamento dei processi produttivi, anche una profonda innovazione organizzativa. Ne deriva che anche la stessa azienda e il suo management hanno bisogno di confrontarsi con realtà moderne, che sappiano sostenerli in queste fasi di cambiamento.
Qual è, invece, l’impatto di questo cambiamento su Anie?
L’Associazione, per continuare a svolgere il suo ruolo di supporto e rappresentanza, deve cercare di stare al passo con questi mutamenti offrendo ai propri soci un contesto associativo in cui possano facilmente riconoscersi ovvero una struttura confrontabile con il mondo reale. Da qui la necessità, supportata dalle aziende associate, di ampliare la struttura di Anie Automazione con la costituzione di due nuovi Gruppi di lavoro dedicati rispettivamente alla tecnologia per reti radiomobili 5G e allo standard di comunicazione OPC UA. 5G sta per “quinta generazione” e definisce tecnologie di telefonia mobile e connessione a internet particolarmente veloci e potenti. La tecnologia per reti radiomobili 5G ha il potenziale di trasformare le tecnologie di automazione come nessuna tecnologia di trasmissione dati wireless ha mai fatto. Il perimetro d’indagine del nuovo Gruppo di lavoro costituito in Anie Automazione saranno le applicazioni 5G in ambito industriale. Le attività saranno focalizzate sullo studio di casi d’uso per evidenziare le potenziali applicazioni della tecnologia nel settore industriale. Queste informazioni potranno essere usate per la necessaria azione di divulgazione, specialmente verso le PMI, mettendo anche a confronto il 5G con altre tecnologie wireless disponibili. Il nuovo Gruppo è attualmente costituito da alcune tra le più rappresentative realtà del mondo dell’automazione industriale, ma l’obiettivo è di aprire il tavolo di discussione anche ad altri soggetti sulla filiera.
Quali sono invece gli obiettivi del Gruppo di lavoro Anie dedicato allo standard di comunicazione OPC UA?
OPC UA è un protocollo liberamente disponibile progettato proprio per l’automazione industriale, che consente lo scambio di informazioni e dati sui dispositivi all’interno di macchine, tra macchine e tra macchine e sistemi. La sua diffusione nel campo dell’automazione e la sua interoperabilità hanno reso opportuna la costituzione di un Gruppo di lavoro ad hoc, composto da importanti aziende del comparto dell’automazione industriale, focalizzato su differenti piani d’azione: l’analisi relativa all’adozione del protocollo di comunicazione e ai trend di mercato e la comunicazione non solo verso gli OEM, ma anche verso gli End User che sono i veri fruitori della tecnologia. A tal fine è in previsione la realizzazione di un white paper che, attraverso use case, metta in evidenza i vantaggi dell’utilizzo del protocollo di comunicazione OPC UA. Il costante lavoro di ammodernamento dell’associazione si traduce quindi in una struttura più vicina alle esigenze delle aziende associate, ma anche di tutti gli altri attori del sistema, che vedono così in Anie Automazione un soggetto moderno e propositivo con cui intrattenere un dialogo proficuo.