“Big Fish”

"Big Fish" è una pellicola del 2003, considerato il film della maturità di Tim Burton. Racconta la storia di una vita incredibile, come quella vissuta dall'Ingegner Silvio Baronchelli, scomparso il 16 gennaio. Ideatore e fondatore di Elettronica AV prima del nuovo corso iniziato nel 2020.

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editoriale Big Fish

di Fritz Walter |Questione di giorni, o forse di ore, ma questo 31° editoriale sarebbe potuto uscire sulla precedente edizione di Elettronica AV, perché lo scorso 16 gennaio ci lasciava Silvio Baronchelli, che di questa testata è stato ideatore e fondatore prima del nuovo corso.

Il minimo che possiamo fare è, quindi, ricordare in questa pagina l’Ingegnere.  Per molti di noi della redazione lui è stato capo e mentore e ha accompagnato la nostra crescita professionale nel rutilante mondo dell’elettronica per oltre vent’anni.

Una storia incredibile quella dell’ingegner Baronchelli, suddivisa equamente tra famiglia, cascina ed elettronica: fattori spesso incrociati o sovrapposti. Basti pensare alle decine di riunioni operative in quel di Farisengo, con i pranzi preparati dalla siggnora Elisa e consumati sul tavolo della loro cucina.

Era l’11 ottobre del 1994 quando l’ho conosciuto. Il caso vuole che lo stesso giorno John Nash venisse premiato con il Nobel per l’economia. Lo stesso John Nash reso famoso ai più dal film “A Beautiful Mind”. Beh, anche questo film avrebbe potuto dare il titolo a questo editoriale.

Ho preferito però scegliere questo film-favola perché, a tutti gli effetti, quando si parla di Silvio Baronchelli, si parla della storia di una vita incredibile. L’associazione Assodel, la fiera Microelettronica di Vicenza, la rivista  AV Elettronica.

E potrei anche citare i suoi anni in Texas Instruments e tutti gli amici che per decenni si è portato dietro.

Oppure l’esperienza in Sasib a Bologna e l’avventura nella distribuzione con l’apertura della Esco, poi passata di mano all’amico Busani. I viaggi in treno di notte e l’associazione dei “pendolari Cremonesi”. 

Anni di racconti che hanno accompagnato la mia (e non solo) formazione.

Chissà cosa penserebbe il buon Silvio dei recentissimi risultati elettorali in Germania? Il voto del 23 febbraio, ha innanzitutto confermato il divario socioeconomico ancora presente tra est e ovest. 

Una Nazione che vive la peggior crisi finanziaria del dopoguerra, una Nazione vittima di se stessa. Per anni, o meglio per decenni, la Germania ha goduto di una posizione dominante nata dalla spregiudicatezza dell’imprenditoria teutonica e cresciuta, poi, grazie a un vantaggio competitivo sul costo dell’energia russa e dall’ormai riconosciuto iper-vantaggioso tasso di conversione di 2 a 1 tra il marco tedesco e l’euro, booster per gli esportatori tedeschi che beneficiavano di prodotti più economici sui mercati europei.

Peccato che parallelamente le politiche industriali, prima sotto Schroeder e poi sotto il suo successore Angela Merkel, abbiano fatto perdere alla Germania il vantaggio dominante che si era costruito: una “safety car” al contrario.

Basti pensare alla situazione drammatica delle ferrovie tedesche sull’orlo del fallimento, delle autostrade tedesche con circa il 20% dei ponti in pessime condizioni e alla scarsezza delle connessioni Internet veloci, dove la Germania si colloca al 36° posto su 38 tra le economie industrializzate.

E tanto altro ancora che ha dimostrato la limitata capacità di investire nella modernizzazione della propria economia.

Un Paese, quindi, alle prese con una crisi sia economica che politica: calo del Pil, crescita di partiti populisti come l’AfD (sopra il 20%), crisi nel mercato del lavoro e sfide sociali che rischiano di coinvolgere l’Europa intera.

Serviranno riforme strutturali e sforzi per ristabilire fiducia e stabilità, nella speranza di non vedere quelle “invasioni” di campo da parte di quella che dovrebbe essere considerata la più grande democrazia al mondo. Anche questa è una storia incredibile


Leggi l’editoriale del numero 30 di Elettronica AV

 

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