Nel 2019 cala la domanda e gli Oem riducono la spesa in chip

Secondo i dati rilasciati da Gartner, i primi 10 Oem globali hanno ridotto nel 2019 la loro quota di spesa in chip al 39,5%, in calo quindi rispetto al 39,9% del 2018

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gartner chip buyer

di Laura Reggiani |

L’incertezza globale e il rallentamento della macroeconomia sono colpevoli del calo di spesa in chip da parte degli Oem nel 2019. L’attrito politico e la conseguente guerra commerciale tra Usa e Cina, la Brexit, il conflitto tra Giappone e Corea del Sud e le proteste a Hong Kong hanno infatti rallentato la crescita dell’economia globale.

“Questo quadro macroeconomico ha raffreddato la domanda di un’ampia varietà di apparecchiature elettroniche, le cui entrate totali sono diminuite di 4,7 miliardi di dollari nel 2019, con un calo dello 0,2% rispetto al 2018”, ha affermato Masatsune Yamaji, senior analyst di Gartner.Buyer Gartner

I top buyer di chip

Apple si posiziona, in base alla classifica elaborata da Gartner relativa al 2019, al primo posto a livello mondiale tra i buyer di semiconduttori, con una quota sul mercato totale degli acquisti di semiconduttori pari all’8,6%.

Questo primo posto va ovviamente a discapito del diretto concorrente Samsung, che scende al secondo posto con una quota di mercato dell’8%. Questa scalata di Apple sembra essere trainata soprattutto dal successo ottenuto nell’ambito dei prodotti indossabili con dispositivi come l’Apple Watch e gli AirPods. Huawei ha mantenuto saldamente la terza posizione, grazie a buoni risultati complessivi registrati nel corso del 2019 nonostante la guerra commerciale tra Usa e Cina.

“I nomi che si vedono nelle prime cinque posizioni della classifica non sono cambiati rispetto all’anno precedente, ma tutti hanno ridotto la spesa in chip nel 2019”, ha commentato Yamaji. “Il motivo principale è da imputare al forte calo dei prezzi della memorie, che nel 2018 erano molto alti e impegnavano in modo importante gli Oem, rappresentando una spesa pari al 45% della spesa totale in chip. Tale situazione è però migliorata nel corso del 2019, come dimostra il fatto che i primi cinque Oem hanno ridotto la loro quota di spesa in memorie al 36%, migliorando però nel contempo le prestazioni di elaborazione dei loro prodotti grazie all’utilizzo di processori migliori e con maggiore contenuto di memoria”.

Pochi cambiamenti nella top ten

Nove delle prime 10 società presenti nella classifica del 2018 sono rimaste tra le prime 10 anche nel 2019, con l’unico cambiamento di Hon Hai che ha sostituito Kingston. I primi 10 Oem hanno ridotto nel 2019 la loro quota di spesa in chip al 39,5%, in calo quindi rispetto al 39,9% del 2018. Apple ha diminuito la sua spesa del 12,7%, pur riportando buoni risultati nelle vendite e aumentando gli acquisti a seguito dell’adozione in un nuovo modello di iPhone, di un modulo a tripla fotocamera.

“Il calo dei prezzi delle memorie ha permesso ad Apple di aggiungere valore ai nuovi modelli di iPhone senza dover fare significativi aumenti di prezzo”, ha affermato Yamaji. Samsung è scesa in seconda posizione diminuendo la spesa del 21,4%. “Il risultato non è in questo caso dovuto solo ai prezzi delle memorie, ma alla lotta di Samsung nei mercati target, in particolare smartphone e dischi a stato solido”.

Huawei, che ha mantenuto la terza posizione nonostante l’impatto negativo della guerra commerciale Usa-Cina, ha diminuito la sua spesa in chip solo dell’1,8%, trainata dal successo nel mercato degli smartphone. Xiaomi, che si è classificata in ottava posizione, è stato l’unico Oem ad aver aumentato nel 2019 la sua spesa in chip, cresciuta dell’1,4%.

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