di Georg Steinberger | Tre anni di crescita consecutiva, anche dirompente, dell’industria elettronica in Europa, hanno aiutato la distribuzione a raggiungere nuovi record nelle vendite di componenti, che in misura non trascurabile sono finiti poi nei magazzini dei clienti senza possibilità di essere trasformati in nuovi prodotti in tempi brevi. Non sorprende, quindi, che il 2024 sarà un anno lento, molto lento. Tutti sembrano scommettere che tutto migliorerà quando le scorte dei magazzini verranno smaltite, ma non si tratta di un processo così veloce e facile. Sono infatti tanti i problemi dirompenti che si aggirano intorno al mercato e che potrebbe frenare una potenziale e positiva ripresa.
Nessuna inversione di tendenza nel 2024
L’industria elettronica in generale, e la distribuzione in particolare, hanno goduto di alcuni anni di crescita importante, non necessariamente guidata dalla domanda, ma dallo shortage, dal panico, dalle perturbazioni, scegliete voi. Una crescita del 75% in più in tre anni. Ma ciò che sale deve scendere. Ed ecco che a partire dalla fine del 2022 abbiamo osservato il rallentamento degli ordini che durerà fino a tutta la prima metà del 2024, e che inevitabilmente si tradurrà in una flessione delle vendite.
Il primo trimestre del 2024 ha mostrato un calo dei ricavi della distribuzione di componenti in Europa di oltre il 23%, con un fatturato di 4,5 miliardi di euro. Molti clienti continuano a consumare le scorte di componenti, quindi i nuovi ordini rimarranno piatti per un po’, così come i fatturati. Potremo assistere a una ripresa sequenziale dopo l’estate, ma la base di confronto è il 2023 (che è stato comunque un ottimo anno), quindi risulta difficile prevedere una vera e propria inversione di tendenza prima della fine del 2024. In alcune aree dei componenti, la situazione è un po’ più avanzata: ad esempio il calo di connettori, passivi ed elettromeccanici non è stato così grave come quello dei semiconduttori, che hanno subito il colpo più duro nel primo trimestre di quest’anno (un calo del 26% nelle vendite in tutta Europa, con la Germania, mercato principale, con un calo di oltre il 30%, e l’Italia, secondo mercato, con un calo similare).
Collaborazione, comunicazione e fiducia
Giustamente, dicono molti critici. Quante volte ho sentito dire che la distribuzione è stata più parte del problema che della soluzione. Non mi ritrovo nel gruppo dei detrattori della distribuzione, anzi. Sono convinto che senza i grandi sforzi del settore della distribuzione, la situazione per molti clienti sarebbe stata peggiore. Da una prospettiva globale, questa è stata potenzialmente la situazione più complessa che la distribuzione abbia mai dovuto fronteggiare, con condizioni imposte dai produttori che lasciavano poca scelta. Si potrebbe dire che si trattava di un pendolo che tornava indietro. Uno dei problemi che ho osservato durante l’ultimo (ma sicuramente non l’ultimo) shortage, è che molte aziende non comunicano abbastanza bene per far capire meglio limiti, modelli di business o punti dolenti. Cercare di migliorare la comunicazione, il flusso di dati e le previsioni (ad esempio applicando l’analisi predittiva) è l’obiettivo che tutti devono raggiungere se vogliono evitare una semplice ripetizione del 2021 e del 2022. Gli strumenti ci sono, ma dobbiamo applicare collaborazione, comunicazione e fiducia. Le associazioni di distribuzione in tutta Europa hanno contattato le loro controparti nel settore Ems, nella speranza di creare una miglior comprensione delle necessità a breve termine.
Guardare ai mercati finali
Guardare oltre il 2024 significa capire cosa sta accadendo nei mercati finali dei nostri clienti e nell’economia generale. E dobbiamo anche capire quale influenza eserciteranno sul nostro settore i problemi geopolitici, economici, ecologici e sociali attualmente in corso. Un’avvertenza: la tecnologia non risolverà i problemi del mondo, ma potrebbe essere utile nel percorso di soluzione. E il percorso inizia con l’elettrificazione. La più grande opportunità in Europa, se non la salvezza dell’Europa, sarebbe la combinazione di elettrificazione e digitalizzazione di quasi tutte le funzioni tecniche, le esigenze di vita, i servizi e i sistemi infrastrutturali, arrivando a quella che può essere definita una società completamente elettrica. In parte abbiamo già visto grandi esempi di ciò che l’elettrificazione è in grado di fare: i veicoli elettrici saranno l’inevitabile mezzo di guida, le pompe di calore il modo più efficiente di riscaldare e così via. Per consentire a una società di diventare completamente elettrica e quindi di sfruttare la migliore fonte di energia – il risparmio energetico con l’aiuto di una migliore elettronica e della digitalizzazione – sono infatti necessari molti componenti.
Per una società completamente elettrica
Questo è uno dei motivi per cui ricercatori e consulenti di mercato ritengono che il mercato dei componenti elettronici raddoppierà in meno di dieci anni. I fattori trainanti saranno l’automotive e l’industria, un po’ meno l’informatica, in quanto l’Europa non è una potenza nel settore del calcolo e della comunicazione. Queste ipotesi si basano sulle aspettative di aziende europee che guidano il mercato dei veicoli elettrici e che costruiscono veicoli intelligenti con nuove funzionalità, come la guida autonoma, che necessitano di un’infrastruttura supplementare di ricarica, di sistemi stradali intelligenti e di una maggiore produzione di energia rinnovabile indipendente dal “vecchio” mondo fossile.
La società completamente elettrica dipende dalle aziende che sviluppano le cose giuste, dai Governi che forniscono le infrastrutture, il supporto (non solo i sussidi) e le regole di ingaggio (non la burocrazia) giuste, dai politici e dalla società che applicano la volontà di andare nella giusta direzione e dalle persone di tutte le generazioni che vogliono partecipare a questo processo, che chiaramente influenzerà la vita futura di tutti. Sono tutti questi i fattori all’opera? Temo che non siano quelli che vorremmo e di cui avremmo bisogno. È molto probabile che le attuali elezioni europee portino a un ripristino delle vecchie forze fossili e a una minore volontà di investire in un futuro completamente elettrico.
Un passo decisivo verso il futuro
La Germania, la più grande economia europea, sta soffrendo molto a causa di un blocco politico, della debolezza delle esportazioni (la Cina come mercato sta diventando difficile) e dell’erosione della sua precedente forza industriale, dell’istruzione e delle infrastrutture. Altri Paesi, come l’Italia e la Francia, sono forse a un livello inferiore, ma problemi simili si verificheranno ovunque nel Vecchio Continente. Il peccato è che abbiamo tutti i mezzi nelle nostre mani – una forte base economica e tecnica, i concetti per le trasformazioni e talvolta anche la volontà politica e la convinzione dei cittadini di cambiare qualcosa – non sempre in tutti i Paesi, ma ognuno ha qualcosa di buono da offrire da cui gli altri possono imparare. È un dare e ricevere. Ciò che serve è più collaborazione e comunicazione e meno pessimismo ed egoismo. Se riuscissimo a concordare sulla visione che l’elettricità è la fonte di energia per tutto e che una “rete” sicura e sostenibile è la prima cosa da sistemare in tutta Europa, faremmo il passo decisivo verso un futuro che la Cina ha già scelto per sé. Cosa c’entra la distribuzione? Tutto! Insieme ai fornitori, che producono i componenti, e ai clienti, che costruiscono i sistemi elettronici, siamo stati, siamo e saremo i promotori della rivoluzione industriale degli ultimi 60 anni e saremo gli incubatori della rivoluzione completamente elettrica nei prossimi 20 anni e oltre. Forse il 2024 non sarà l’anno della svolta, ma piuttosto l’anno dell’usato, come descritto sopra, e forse la strada per tornare a raddoppiare il mercato sarà più lunga e più difficile di quanto si possa pensare. Ma arriverà: che sia nel 2029 o nel 2032 dipende da noi e dalla nostra capacità di collaborare su obiettivi comuni come una società elettrificata. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione.
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Chi è Georg Steinberger
Da oltre 30 anni presente nel settore dell’elettronica e, in particolare, in quello della distribuzione di componenti elettronici, Georg Steinberger ha iniziato la sua carriera gestendo come capo redattore Markt & Technik, la più importante pubblicazione di elettronica in Germania, per poi entrare nel 1998 in Avnet EM Emea. In Avnet, dove ha ricoperto per 23 anni il ruolo di Vice President Communication, si è occupato di marketing, comunicazione, eventi, conformità ambientale, analisi e ricerche di mercato, customer engagement, digital experience & e-commerce, global branding, associazioni ed enti internazionali, Corporate Social Responsibility, Supply Chain Marketing. È stato per diversi anni anche Presidente di Dmass, l’associazione che riunisce i distributori di semiconduttori in Europa. All’inizio del 2022 ha lasciato Avnet per mettere la sua esperienza di Business Strategy Specialist a disposizione di un mercato più ampio. Oggi è anche presidente di Idea.