Secondo l’Osservatorio FER realizzato da ANIE Rinnovabili, associazione di ANIE Federazione, sulla base dei dati Gaudì di Terna nei primi nove mesi del 2021 si registra un totale cumulato di 809 MW (+30% rispetto allo stesso periodo del 2020), così suddiviso: 607 MW per fotovoltaico (+20%), 179 MW per eolico (+229%) e 22 MW per idroelettrico (-63%).
Dal confronto del 3° trimestre del 2021 (Q3 2021) con il 2° trimestre (Q2 2021) emerge che il fotovoltaico nel Q3 2021 ha conseguito un incremento del +16% rispetto al Q2 2021, l’eolico del +104%, mentre l’idroelettrico un decremento del -28%. Complessivamente nel Q3 2021 le FER raggiungono un risultato positivo significativo del +31% grazie al costante contributo del comparto fotovoltaico e alla ripresa del settore eolico.
Dall’analisi dei dati, secondo Anie Rinnovabili emerge sempre più l’importanza degli strumenti di policy che il governo metterà in campo e delle tempistiche di attuazione. I punti evidenziati sono:
- Gli effetti del superbonus 110% sono evidenti: già nei primi nove mesi del 2021 sono stati superati i dati registrati in tutto il 2020 per gli impianti di potenza inferiore a 10 kW con un incremento di nuova potenza installata di 16 MW (+8% sui 207 MW del 2020).
- Il DM FER 4.7.2019 sta producendo i primi effetti nel settore dell’eolico, che non è ancora in grado di esprimersi sul terreno della market parity, diversamente dagli impianti fotovoltaici utility scale.
- L’art. 42-bis del Milleproroghe 2019 non sta facendo decollare le comunità energetiche rinnovabili; la recente relazione 483/2021 di ARERA ha evidenziato la costituzione di sole 8 comunità al 2020.
Fondamentale sarà il recepimento della direttiva in materia di fonti rinnovabili. ANIE Rinnovabili apprezza quanto contenuto nel Dlgs 199/2021. Tra le tante misure apprezzate segnala che finalmente ci sarà una programmazione quinquennale per lo sviluppo delle FER che stabilizzerà il mercato e darà prospettive di medio termine all’industria ed alla filiera che negli ultimi anni ha vissuto sostanzialmente di stop and go legislativi, mentre tra i tanti timori figura quello dell’attuazione del Dlgs. Quest’ultimo infatti prevede ben 19 provvedimenti attuativi molti dei quali da attuarsi entro 6 mesi ed a carico di una molteplicità di soggetti pubblici.
Sebbene vi siano stati dei primi segnali da parte del Consiglio dei Ministri e della sua Presidenza, l’annoso problema degli iter autorizzativi permane. Si nutrono seri dubbi che esso potrà essere superato con la definizione delle aree idonee. Il paese necessità di un approccio differente a quello attuale, onde evitare che la transizione energetica si protragga sino al 2100.
Considerazioni sull’aumento dei prezzi
Anie Rinnovabili avanza considerazioni interessanti anche in relazione all’aumento dei prezzi del mercato elettrico: “Riguardo al trend dei prezzi del mercato elettrico (spot e dispacciamento) il sistema elettrico nazionale mostra la sua vulnerabilità al trend delle commodity energetiche non rinnovabili. Disponendo le FER di commodity energetiche non negoziabili sui mercati e gratuite, perché fornite da madre natura, quali sole, vento ed acqua, la maggior penetrazione delle FER con l’ausilio di sistemi di accumulo può contribuire a ridurre i prezzi dell’energia elettrica sul mercato elettrico grazie ad una maggior indipendenza dai combustibili non rinnovabili: l’Italia è una miniera inesauribile di sole e vento, diversamente dalle altre commodity energetiche. Sul fronte dei servizi di dispacciamento, oltre ai progetti pilota che Terna ha avviato, le FER basate su inverter e sistemi di accumulo possono dare un contributo all’inerzia del sistema elettrico, come suggerisce Entso-E nel recente report “Frequency stability in long-term scenarios and relevant requirements”. Inoltre l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica mitiga l’effetto in bolletta di alcuni meccanismi di incentivazione delle FER, quale la convenzione GRIN, come riportato da ARERA nella relazione483/2021, in cui l’Autorità stima per il 2022 la riduzione degli oneri generali di sistema di circa 1,2 miliardi di euro. Altri due aspetti che andranno a ridurre i costi della bolletta elettrica, perché non incrementano gli oneri generali di sistema: il meccanismo di remunerazione delle tariffe incentivanti introdotto col DM FER 4.7.2019, il cd. contratto per differenze a 2 vie, che prevede che il produttore restituisca al GSE il maggior ricavo nel caso in cui il prezzo di mercato a cui vende l’energia elettrica superi la tariffa incentivante aggiudicata ai bandi del GSE; lo sviluppo degli impianti fotovoltaici utility scale in logica di market parity, ossia senza l’ausilio di alcuna tariffa incentivante”.
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