di Laura Reggiani |
Da oltre 50 anni nel mercato della distribuzione di componenti elettronici, Future Electronics, con headquarter a Montreal, sede operativa per l’area Emea a Londra e circa 170 filiali operative in 44 Paesi del mondo, deve la sua fama all’eccellente qualità dei servizi forniti e allo sviluppo di soluzioni efficaci e complete per la supply chain.
In questi ultimi anni l’azienda è impegnata in un profondo cambiamento che la vede puntare per le crescite future su una nuova strategia basata su una forte attività di Demand Creation.
A guidare il cambiamento organizzativo in Italia è stato chiamato Roberto Politi che, come Country Director, ha messo a disposizione dell’azienda la sua esperienza per accelerare la crescita di Future Electronics ed espandere il business in Italia. Con lui abbiamo parlato delle strategie e degli obiettivi, del percorso e dei processi utili a guidare il cambiamento nella nuova direzione indicata dal proprietario, fondatore e Presidente Robert Miller.
<< Tra i punti di forza di Future ci sono la capacità di reagire velocemente ai cambiamenti e alle novità del mercato e la rapidità nell’eseguire le strategie, unite alla costante disponi bilità a supportare le esigenze del cliente investendo sullo stock>>
Roberto Politi, Country Director di FUTURE ELECTRONICS
Come si è evoluta Future da quando è nata nel 1968?
Future nasce dalla mente visionaria di Robert Miller che ha costruito questa realtà con delle intuizioni geniali, come quella che ha portato ad esempio a investire in tempi non sospetti nel lighting, creando una divisione dedicata al Solid State Lighting quando ancora il mercato non esisteva. Ancora presente in azienda insieme alla seconda generazione, Miller ha deciso negli ultimi anni di affiancare alla strategia iniziale, che ci vedeva molto forti nel proporre al mercato prodotti a un prezzo competitivo, una nuova strategia basata sulla Demand Creation.
Gli investimenti fatti oggi vanno infatti tutti nella direzione di espandere le nostre capacità di supportare fornitori e clienti nelle attività di creazione della domanda. In quest’ottica stiamo investendo in nuovi Field Application Engineer e in nuovi venditori con un background tecnico. Stiamo inoltre portando avanti nuove attività che spaziano dallo sviluppo delle board in collaborazione con i fornitori all’organizzazione di seminari tecnici, con l’obiettivo di diventare sempre più visibili, sia per i fornitori che per i clienti, come partner che guarda alla Demand Creation.
Quali sono i servizi che offrite per la supply chain?
Da sempre l’obiettivo di Future è ridurre i tempi di procurement del cliente e il costo totale di acquisizione. Le nostre strategie di supply chain garantiscono ai clienti un grande vantaggio competitivo permettendo di implementare un modello efficace per la gestione ottimale delle scorte.
Un esempio per tutti è il BIM, acronimo di “Bonded Inventory Management”, un programma di stock riservato che ci permette di gestire la domanda del cliente e di attivarci per tempo in caso di criticità; il materiale del cliente viene mantenuto a stock nel nostro magazzino e consegnato in base alle reali esigenze produttive. Il risultato è un miglioramento della rotazione dell’inventory dei clienti, la riduzione delle loro scorte in eccesso e il loro accumulo di parti obsolete, con evidenti vantaggi di cash flow.
Come siete strutturati oggi per operare sul mercato italiano?
La struttura italiana da me guidata, con il supporto di Angelo Crippa che si occupa di coordinare l’attività di Future Lighting Solutions, è composta da oltre 70 persone dedicate al business. Nella sede centrale di Milano, che recentemente si è spostata nei nuovi uffici di Vimercate (MB), operano credito, finance e HR, il customer service di supporto alla gestione del portafoglio ordini dei clienti e l’organizzazione dedicata alla Demand Creation, formata dai Fae generalisti coadiuvati dagli specialisti.
A questi si aggiungono le persone di vendita che operano su tutto il territorio. A livello geografico siamo invece presenti con quattro filiali, a Milano, Padova, Bologna e a Torino, guidate dai rispettivi branch manager. I recenti investimenti sul mercato italiano, tra cui rientrano, oltre a un nuovo ufficio a Bologna, anche un numero cospicuo di nuove assunzioni, dimostrano la volontà di espandere la nostra posizione in Italia e di aumentare la nostra market share.
Quali sono i settori applicativi finali e le aree di prodotto su cui puntate per le crescite future?
Siamo un distributore tecnico broadline, copriamo tutte le tecnologie e i prodotti e ci rivolgiamo a tutte le applicazioni finali, comprese quelle legate ai trend tecnologici del momento, come il 5G e l’elettrificazione dell’auto. Puntiamo, oltre che sul lighting che rimane per noi un ambito molto importante, su applicazioni industriali e tradizionali ma anche su settori di nicchia.
Un esempio in questo senso è il mercato della sanificazione e del social distancing, che in questo momento sta performando molto bene e in cui siamo presenti con soluzioni specifiche presso clienti anche nuovi nel panorama della distribuzione che ci aprono diverse prospettive.
Quali saranno le prossime sfide di Future?
Il nostro obiettivo è costruire con i clienti partnership ancora più continuative e la nostra missione è di allargare la base clienti anche attraverso le nuove attività di Demand Creation. La sfida di Future è dunque di essere sempre più visibile, di aprirsi a nuovi clienti e di diventare un punto di riferimento per il mercato italiano, giocando però una partita diversa rispetto ai competitor, più orientata al servizio.
L’obiettivo per l’Italia, che il Covid sta in qualche misura rallentando, è di continuare il percorso di crescita iniziato e arrivare a consolidare sempre di più la nostra posizione in questo mercato. Sono convinto che sia un risultato raggiungibile poiché il mercato offre molte opportunità da cogliere e molti spazi da coprire e come Future ci troviamo in una posizione privilegiata.