di Ron Bishop |
Durante il 2020, fare previsioni accurate sull’impatto della pandemia da Covid-19 sull’economia mondiale e sul mercato dei connettori si è rivelato un esercizio difficile. Anche oggi ci sono conseguenze meno visibili del Covid che meritano di essere considerate: in che modo influenzerà le nostre catene di approvvigionamento globali? Come influenzerà le nostre industrie? E, come risultato di tutto ciò, come verrà influenzato il mercato dei connettori per il settore industriale?
Per scoprirlo, dobbiamo esaminare più da vicino l’industria manifatturiera e i settori dell’energia. Se torniamo al terzo trimestre del 2020, abbiamo subito una sorpresa: la produzione industriale dopo il crollo verificatosi nella prima parte dell’anno, ha registrato una ripresa molto forte, ritornando entro la chiusura dell’anno ai livelli del 2019. Invece di un lungo e prolungato recupero, si è registrato, almeno per ora, un recupero a forma di V, che ha visto le vendite globali di connettori battere ogni record nel Q4 del 2020. Bishop & Associates ritiene che la crescita delle vendite di connettori osservata nel 2020 sia dovuta in gran parte a uno spostamento della domanda, poiché le società di tutto il mondo hanno spostato la loro attenzione dai servizi (mangiare fuori, viaggi ecc.) ai beni di consumo (laptop, tablet ed elettrodomestici). Studenti e lavoratori hanno richiesto nuove attrezzature, mentre le loro scuole e uffici chiudevano e gli ospedali richiedevano apparecchiature aggiuntive per trattare l’afflusso di pazienti.
Ulteriori cambiamenti sono derivati poi da un aumento della domanda di capacità di larghezza di banda man mano che più dispositivi sono entrati online, richiedendo la creazione di nuove infrastrutture server. Tutte queste condizioni hanno portato a una domanda alle stelle di componenti elettronici, come è chiaramente confermata dalla crescita che ha sperimentato il settore dei connettori a partire dalla seconda metà del 2020.
Non solo connettori: i megatrend accelerati dalla pandemia
Le tendenze citate favoriscono soprattutto i settori dei computer, delle telecomunicazioni e del datacom, ma non stimolano necessariamente tutti i mercati industriali. È anche importante, tuttavia, riconoscere che c’erano già alcuni megatrend che stavano influenzando i settori manifatturiero ed energetico già prima della pandemia:
– trasformazione digitale dell’industria manifatturiera, in particolare l’implementazione di IIoT e Industria 4.0;
– concentrazione sul consumo di energia e pas-saggio a fonti energetiche più pulite e rinnovabili;
– riposizionamento della produzione (alcune aziende stanno già ristrutturando le loro supply chain per avvicinarsi ai clienti).
Se la pandemia ha fatto qualcosa per l’industria manifatturiera, a parte interromperla nell’immediato breve termine, probabilmente ha accelerato l’implementazione di questi megatrend. La trasformazione digitale consente infatti alle aziende di migliorare la loro produttività e diventare più competitive, il che permetterà loro anche di accorciare le catene di approvvigionamento e di creare centri di produzione “regionali” per servire meglio i clienti locali. Ovviamente, con l’ulteriore vantaggio che le supply chain più corte sono solitamente meno soggette a interruzioni.
Mentre alcune aziende stavano già iniziando a spostare le loro catene di approvvigionamento dalle strutture globali a quelle regionali, ottimizzandole efficacemente su scala globale per avvicinare le strutture di produzione all’utente finale, la necessità di procedere a tale riorganizzazione è diventata più evidente durante la pandemia.
La competizione internazionale a cui abbiamo assistito durante la pandemia per attrezzature mediche, vaccini e altre risorse ha solo rafforzato la necessità e la convinzione che le supply chain debbano essere diverse, preferibilmente domestiche e più facilmente gestibili.
Offshoring e re-shoring
Quando si effettua il re-shoring – o nella direzione opposta, l’offshoring – di solito vengono presi in considerazione diversi elementi importanti:
- Costo | I settori che hanno bassi costi di manodopera e alti costi logistici possono scegliere di riportare la produzione a casa se il vantaggio in termini di manodopera in aree di produzione distanti viene significativamente ridotto.
- Livello di automazione | È probabile che i settori che potranno aumentare la produttività mediante l’utilizzo di tecnologie di automazione avanzate saranno più propensi a riportare la produzione a casa.
- Innovazione e proprietà intellettuale | I settori con una spesa relativamente alta in ricerca e sviluppo, in particolare proprietà intellettuale di valore incorporata nel processo di produzione, o importanti domande di brevetto possono scegliere di produrre a casa per proteggere la loro IP.
- Qualità e sicurezza del prodotto | È improbabile che anche i settori con normative di qualità e sicurezza più rigide (ad esempio alimenti e farmaci) possano pensare a una strategia off-shore.
- Designazione aziendale essenziale | Alle aziende, ai settori o ai prodotti ufficialmente designati come critici o essenziali dalle autorità governative potrebbe non essere consentito l’offshore. L’equipaggiamento militare sarebbe un buon esempio.
- Normative ambientali | Criteri e costi per soddisfare o superare le normative locali ambientali sulle emissioni o sull’inquinamento possono influenzare la scelta del luogo di produzione.
- Politiche e questioni geopolitiche | Come abbiamo visto, in molte controversie commerciali e anche durante la pandemia, le tensioni politiche, le controversie commerciali e gli interessi nazionali possono svolgere un ruolo importante nel processo decisionale per rilanciare le imprese. Ciò includerebbe incentivi (fiscali) da parte dei governi (locali) per attrarre nuovi investimenti e società.
Fonti energetiche pulite e rinnovabili
Infine, sta accelerando la tendenza a contenere i consumi energetici e ad aumentare l’uso di fonti energetiche più pulite e rinnovabili. Sebbene la maggior parte della nostra energia primaria provenga ancora da gas naturale, petrolio e carbone, questa tendenza è destinata a rimanere. La pandemia potrebbe aver avuto un impatto positivo a breve termine sul nostro consumo di energia, ma potrebbe anche aver avuto un effetto inverso a breve termine sulla nostra transizione verso fonti di energia pulite, poiché i prezzi dei combustibili fossili sono stati sotto forte pressione durante il 2020 a causa del calo della domanda.
Nel frattempo, questi prezzi sono tornati ai livelli pre-pandemia (il petrolio greggio all’inizio del 2021 era tornato a circa 60 dollari al barile), quindi l’effetto potrebbe essere di breve durata. Se, tuttavia, le catene di approvvigionamento si accorciano e il volume dei prodotti venduti che viaggiano avanti e indietro in tutto il mondo (via mare, aria, ferrovia, strada) diminuisce, la domanda di fonti energetiche fossili utilizzate per questa attività potrebbe diminuire, o almeno rallentare.
La crisi dell’industria manifatturiera e le prospettive per i connettori
Mentre molti sono ottimisti sull’andamento dell’industria manifatturiera post-pandemia, soprattutto alla luce dell’eccezionale ripresa che già si sta verificando in alcuni settori, altri sono meno ottimisti sugli effetti a medio termine.
Un recente rapporto di CreditSafe ha affermato: “L’industria manifatturiera negli Stati Uniti è sull’orlo di gravi impatti negativi dovuti al Covid-19 e molti produttori potrebbero vedere una significativa diminuzione delle loro entrate”. Le industrie specifiche che hanno maggiori probabilità di essere gravemente colpite (negli Stati Uniti) includono: Stampa e pubblicazione, Macchinari e attrezzature industriali, Prodotti in metallo fabbricati, abbigliamento e altri pro- dotti tessili. Rinnovare e modificare le catene di approvvigionamento per adattarsi a una nuova situazione è costoso e richiederà tempo, e i risultati di cui sopra probabilmente non saranno limitati agli Stati Uniti. Ciò potrebbe potenzialmente danneggiare l’industria manifatturiera esistente, ma, come sempre, offrirà anche nuove opportunità per quelle aziende che possono offrire prodotti e soluzioni che si adattano alle strategie di produzione emergenti e alle soluzioni della catena di fornitura.
Nei primi mesi del 2021, la produzione industriale cinese è aumentata registrando un aumento del 35% rispetto ai primi due mesi del 2020 e del +17% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Negli Stati Uniti, la situazione è leggermente diversa: dopo un aumento dell’1,5% a dicembre, la produzione industriale si è nuovamente contratta del -1,6% a gennaio 2021. La ripresa nell’industria manifatturiera è più fragile, ma una strategia di vaccinazione di successo, combinata con un aumento della spesa dei consumatori, darà impulso all’industria anche negli Usa. L’Europa probabilmente resterà indietro rispetto alla Cina e agli Stati Uniti, visto che in molti Paesi si sta ancora combattendo la pandemia. Alcune industrie, come quella automobilistica tedesca, hanno però registrato risultati piuttosto positivi nel quarto trimestre del 2020. Finché la domanda continuerà ad essere forte, anche l’industria manifatturiera europea dovrebbe riprendersi. Questa è una buona notizia per il settore dei connettori e si riflette già nei dati molto consistenti in termini di ordini e fatturato che Bishop & Associates sta monitorando.
Significa anche altre due cose: i produttori di connettori devono, come tutti gli altri, ripensare le loro supply chain e le location produttive e, ancora una volta, pensare a cosa potrà comportare per l’industria dei connettori quando la trasformazione digitale accelererà. Man mano che nuove fonti di energia verranno integrate nella rete e le città e gli edifici intelligenti diventeranno la norma, la domanda di soluzioni di connettività non potrà che aumentare. È qui che i connettori troveranno nuove opportunità e ampio spazio per l’innovazione e per lo sviluppo di nuovi prodotti.
Ciò significa che l’andamento del mercato industriale dei connettori sarà determinato da molti fattori; non solo da come si svilupperà la pandemia nei prossimi mesi, ma anche dai pacchetti economici che saranno messi in campo come stimolo alla ripresa economica, dalla trasformazione digitale che si verificherà nei settori manifatturieri, dalla riorganizzazione delle catene di approvvigionamento e, ultimo ma non meno importante, da come si svilupperanno i modelli di consumo all’indomani della pandemia.
Per il 2021, prevediamo quindi una crescita del mercato industriale dei connettori del +6,9% rispetto al 2020, mentre per il periodo compreso tra il 2020 al 2026, ci attendiamo che il mercato industriale dei connettori crescerà con un tasso annuale del +5,7%, appena al di sotto del +5,9% di crescita stimato per il mercato globale dei connettori .