di Virna Bottarelli | Il Report “E-mobility Industry survey” presentato a febbraio da Motus-E, Anfia, Anie Federazione e Ancma, ed elaborato dal Dipartimento di Economia dell’Università di Ferrara, è un ottimo punto di partenza per mettere a fuoco gli elementi che caratterizzano l’attuale fase di trasformazione della mobilità. La transizione verso l’elettrificazione, infatti, è in pieno svolgimento e sta coinvolgendo tutti gli attori della filiera, in uno scenario di mercato piuttosto complesso. L’indagine ha coinvolto, su scala nazionale, 122 imprese che operano sia nella filiera della mobilità tradizionale che in quella elettrica, dai costruttori di veicoli finiti (24% del campione), ai vari livelli di fornitura, compresi i fornitori di servizi.
Dal Report emerge che la filiera della mobilità “è sempre meno automotive in senso stretto”, perché nascono veicoli nuovi, come monopattini elettrici e biciclette a pedalata assistita, e include fornitori di servizi di mobilità, che si stanno affermando insieme alla tendenza dei consumatori a preferire un uso condiviso dei veicoli rispetto all’acquisto. Il passaggio all’elettrico, inoltre, “riduce la complessità assemblata, genera incertezza tecnologica, spinge a riportare all’interno alcune fasi e accorcia la filiera”, mentre la parziale sopravvivenza del motore termico nelle soluzioni ibride, con la sua coda di ricambi e assistenza, mantiene la filiera della componentistica “classica” più lenta e lunga.
Si legge ancora nel rapporto: “La transizione si farà più pervasiva e contaminerà un numero crescente di componenti; si affermeranno probabilmente standard che livelleranno alcuni aspetti della competizione; le tecnologie meccaniche non saranno più quelle nettamente dominanti; si potranno affermare nuove economie di scala interne ed esterne e la filiera andrà conseguentemente ristrutturandosi con inevitabili ricadute sui territori”.
Analizzare il mercato della mobilità elettrica significa anche considerare gli operatori sul lato dell’infrastruttura di ricarica e, come dice Omar Imberti, Coordinatore gruppo E-Mobility in Anie Federazione, “avere una visione a 360° di mondi diversi, ma interdipendenti e sinergici, per delineare di conseguenza una politica industriale concreta”. Un richiamo alla necessità di una politica industriale efficace arriva anche da Michele Moretti, Responsabile Settore Moto presso Confindustria Ancma: “Le misure di incentivazione oggi sul tavolo sono utili, ma vanno rimodulate tenendo conto anche delle esigenze delle Pmi, che sono il cuore dell’industria delle due ruote. Nel nostro settore le aziende ‘full-electric’ sono molte, ma sono spesso realtà piccole, a volte nate da Business Unit di settori affini, per le quali l’innovazione, soprattutto nel campo delle batterie, è indispensabile per rimanere sul mercato”. Il comparto delle due ruote ci dice anche che grandi player specializzati proprio in celle e batterie stanno iniziando a selezionare i propri clienti, perché in questa fase di carenza di componenti non sono in grado di soddisfare tutte le richieste: “Il rischio è che la piccola azienda delle due ruote si trovi senza fornitori”, dice ancora Moretti. Ecco perché portare le gigafactory anche in Italia è una soluzione da caldeggiare.
Mobilità elettrica protagonista a Bologna
Il 12 e 13 aprile Bologna Fiere ha ospitato E-Tech Europe 2022, prima edizione di un evento internazionale dedicato alle tecnologie che abilitano la mobilità elettrica e che sono trasversali a diversi settori, tra cui automotive, utilities, energie rinnovabili, stoccaggio, reti, logistica, controlli. La fiera si è articolata in cinque saloni, dedicati a batterie, supercondensatori, veicoli elettrici, motori elettrici, metalli e materiali. Tra le soluzioni esposte: propulsori, trasmissioni, nuove architetture per l’automotive, batterie, inverter e convertitori, motori elettrici e tecnologie per bobine elettriche, supercondensatori, metalli, minerali e materiali innovativi.
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