di Virna Bottarelli |
L’ultima edizione dell’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano (la nuova edizione sarà presentata il prossimo 18 giugno, ndr) fotografa un mercato italiano dell’Industria 4.0 che nel 2018 ha raggiunto un valore di 3,2 miliardi di euro, il 35% in più rispetto all’anno precedente. Per l’80% delle 192 imprese censite (153 grandi aziende e 39 Pmi), Industria 4.0 è una rivoluzione che porterà cambiamenti radicali, mentre per il rimanente 20% non si tratta di un fenomeno di rottura con il passato, ma dell’evoluzione di quanto già avviato negli anni precedenti.
Di certo, la portata innovativa del complesso di tecnologie abilitanti e processi che va sotto il nome di Industria 4.0 è ampiamente riconosciuta e pervasiva: interessa lo sviluppo dei prodotti (Smart Lifecycle), entra nei processi di produzione (Smart Factory) e trasforma la gestione dei flussi (Smart Supply Chain).
I principali benefici indicati dalle aziende con progetti attivi da oltre un anno sono la migliore flessibilità di produzione (47%), l’aumento dell’efficienza dell’impianto (38%), la riduzione dei tempi di progettazione (34%) e l’opportunità di sviluppare prodotti innovativi (33%). Ma ci sono ancora barriere da abbattere nel cogliere le opportunità offerte dal nuovo paradigma produttivo: difficoltà nell’uso della tecnologia e nell’adozione degli standard (59%), problematiche di natura organizzativa e gestione delle competenze (41%), difficoltà di change management (20%) e insoddisfazione per l’offerta (17%). E, soprattutto, c’è da sviluppare una mentalità organizzativa diversa, che sappia dare slancio al cambiamento.
Elisa Convertini, ricercatrice dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, spiega: “Sono passati sei anni dal primo Osservatorio e possiamo affermare che l’industria 4.0 per le aziende è sicuramente diventata qualcosa di reale e concreto rispetto ai primi anni. La sfida della consapevolezza è stata superata: ora l’asticella si è alzata verso la corretta comprensione delle potenzialità e del percorso pluriennale che è necessario avviare e gestire per poterle concretizzarle. Ad Aprile 2018, solo 6 rispondenti (2,5%) del campione avevano dichiarato di non conoscere l’espressione Industria 4.0: si pensi che solo nel 2016 (anno in cui abbiamo realizzato il primo sondaggio), quasi il 40% del campione dichiarava di non aver mai sentito parlare di Industria 4.0. Il primo anno dell’Osservatorio è stato quello delle prime indagini, delle definizioni, delle analisi dei primi casi che ci permettessero di comprendere meglio il tema. Il titolo era ‘La competitività della manifattura passa dal digitale’, segno del fatto che era già chiaro come questa rivoluzione digitale avrebbe segnato un punto di svolta per il comparto, ma che sarebbe servito un po’ di tempo alle aziende per comprenderlo fino in fondo. Adesso è il momento di sfruttare appieno le opportunità che le tecnologie digitali offrono”.