Un consulente in grado di cogliere le opportunità del mercato, valutare i punti di forza di nuovi prodotti e di servizi più performanti e rendere più attrattivo il territorio nel quale opera l’impresa per gli investitori o per la nascita di start-up che, dalla contaminazione all’interno delle filiere, possano inserirsi nel volano dell’innovazione e contribuire alla crescita complessiva.
Questo il profilo della figura professionale del manager dell’innovazione, il cui obiettivo è sostenere le imprese nei processi di trasformazione tecnologica e digitale previsti nel Piano Nazionale 4.0, individuato da uno studio realizzato dalla Scuola di formazione di Unindustria di Reggio Emilia.
Non siamo ancora un Paese di Innovation Manager
Nello studio si segnala una scarsa diffusione sul territorio della figura del consulente per l’innovazione ma, allo stesso tempo, si ravvisa come sia indispensabile la funzione di stimolo, selezione e avvio di idee innovative nelle piccole come nelle grandi aziende. Funzione che spesso coincide con la persona dell’imprenditore o con profili tecnici e non specifici.
Inoltre, viene bocciata l’ipotesi di formare giovani neo laureati come Innovation manager, una figura che, secondo lo studio, può essere formata con maggiori probabilità di riuscita a partire da quadri e dirigenti con diversi anni di esperienza.