IPC: la crescita economica in Europa sarà molto più lenta nel 2022

IPC (Institute of Printed Circuits), l'associazione globale di supporto a OEM, EMS, produttori di PCB, produttori di cablaggi e fornitori dell'industria elettronica, ha  pubblicato dati di mercato a livello globale aggiornati al febbraio 2022

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IPC report

IPC (Institute of Printed Circuits), l’associazione globale di supporto a OEM, EMS, produttori di PCB, produttori di cablaggi e fornitori dell’industria elettronica, ha pubblicato dati di mercato a livello globale aggiornati al febbraio 2022.

Per quanto riguarda l’Europa, nel rapporto si legge che “la crescita economica sarà molto più lenta nel 2022 rispetto a quanto precedentemente previsto a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. (…) Il conflitto ha pesato anche sui mercati azionari europei, il che danneggerà in qualche modo la spesa dei consumatori. Il benchmark Eurostoxx 50 è in calo dell’11% da inizio anno”.

Nei primi due mesi dell’anno il settore manifatturiero europeo stava andando bene: “A febbraio il Purchasing Managers Index del settore nell’Eurozona era positivo, trainato dall’aumento della produzione e dai nuovi ordini, cresciuti al tasso più alto degli ultimi sei mesi”. Anche nel Vecchio Continente, però,  i vincoli di approvvigionamento continuano a essere un tema chiave e costi elevati continuano a esercitare pressioni. “L’inflazione dei costi d’acquisto e dei prezzi alla produzione è leggermente rallentata, ma è rimasta tra le più veloci mai registrate”.


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L’industria elettronica che include componenti, schede, computer, apparecchiature di comunicazione ed elettronica di consumo è cresciuta del 14,8% negli ultimi due anni, ma ha registrato un calo della produzione del 6,1% a febbraio.

Calo anche per l’indice di produzione manifatturiera degli autoveicoli, diminuito del 9,9%. Qui la produzione continua ad essere ostacolata dalla carenza di forniture: la produzione di auto nell’Unione Europea rimane in calo del 14,2% rispetto a un anno fa e del 26,8% rispetto a due anni fa.

Si è registrato invece un -1,2%, a gennaio, per il settore aerospaziale, nel quale il trend negativo prosegue da due anni (-23,3%).

Shawn Dubravac, Chief Economist di IPC, commenta: “Abbiamo ridotto di quasi un punto percentuale le nostre previsioni sul Pil per l’Europa e un conflitto prolungato, ma un’ulteriore esacerbazione della situazione potrebbe portare a un’ulteriore svalutazione. Negli Stati Uniti abbiamo abbassato di due decimi di punti percentuali le nostre previsioni per quest’anno. Ora ci aspettiamo che l’economia statunitense cresca del 3,5% nel 2022. Il conflitto sta colpendo l’economia in diversi modi. In primo luogo, i prezzi dell’energia sono aumentati in modo significativo, esercitando una pressione al rialzo su tassi di inflazione già elevati in gran parte del mondo. In secondo luogo, il conflitto ha fatto salire i prezzi delle materie prime, molte delle quali hanno raggiunto nuovi massimi storici nelle ultime settimane. Metalli come rame, palladio, nichel, alluminio e zinco hanno tutti raggiunto i massimi storici a marzo. In terzo luogo, l’incertezza riduce la fiducia, che ridurrà la spesa dei consumatori e gli investimenti delle imprese. Infine, l’impatto delle sanzioni bidirezionali rallenterà la crescita economica”.

Il ruolo di IPC International

IPC International svolge attività di networking e scambio tecnico, con focus sull’aspetto produttivo dell’elettronica.

Fondata nel 1957 come Istituto per i Circuiti Stampati, man mano che sempre più società di assemblaggio di componenti elettronici sono state coinvolte nell’associazione, ha mutato il suo nome in Institute for Interconnecting and Packaging Electronic Circuits per poi cambiarlo ancora negli anni Novanta.


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