Quello della e-mobility è un mercato ampio, che include, oltre a diverse tipologie di veicoli – automobili, autobus, motocicli, biciclette, monopattini – le infrastrutture delle reti di ricarica, sistemi più o meno “intelligenti” a seconda di quanto siano connessi con servizi e app. Uno studio del 2019 di The European House Ambrosetti e Motus-E indica che in Italia la filiera dei prodotti e servizi per la mobilità elettrica ha registrato un costante trend di crescita negli ultimi anni: da un fatturato di 2,2 miliardi di euro nel 2013, ha generato ricavi complessivi per circa 6 miliardi di euro nel 2017, crescendo a un tasso medio annuo composto pari al 28,7%, un valore decisamente positivo, se pensiamo che la percentuale di crescita dell’automotive nello stesso periodo è stata del 10,9%.
Lo stesso studio individua nella mobilità elettrica una filiera “core” e una “non-core”: la prima è formata da imprese che già operano nel settore fornendo prodotti, servizi, tecnologie e infrastrutture come attività prioritaria o stanno effettuando investimenti specifici nel comparto, la seconda include imprese che, in considerazione del tipo di prodotti e servizi offerti, per effetto di un graduale passaggio dal motore termico a quello elettrico, potrebbero entrare nel comparto adeguando o riconvertendo la propria offerta.
In particolare, i produttori di componenti destinati a uscire dal mercato per effetto della completa de-carbonizzazione del parco auto (come iniettori, sistemi ATS, serbatoi, motori termici ecc.), potrebbero riconvertire la loro produzione verso le tecnologie elettriche, sfruttando la crescita attesa dei volumi di veicoli elettrici e ibridi immessi sul mercato.
Lo sviluppo del mercato della mobilità elettrica, anche sulla scia della popolarità che stanno acquisendo i concetti di transizione ecologica e sostenibilità, è una buona notizia per l’elettronica, elemento fondamentale in tutta la filiera, dall’alimentazione e controllo del veicolo alle infrastrutture di ricarica.
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