“Il discorso del re”

Le recenti elezioni del 25 settembre saranno ricordate da tutti sia per le accese polemiche che le hanno precedute sia per l’insieme delle differenti emozioni caratterizzate dai risultati di vincitori e vinti

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editoriale il discorso del re

di Fritz Walter |

Scrivo questo editoriale, e scelgo questo film, mentre sono in viaggio da Milano a Roma in questa mia prima visita nella “città eterna” datata 25 ottobre 2022. La scelta del film di Hooper, mattatore agli Academy Award del 2011, ha diverse ragioni. In primo luogo, il protagonista è a tutti gli effetti da intendersi Giorgio VI, futuro re d’Inghilterra e soprattutto padre di Elisabetta II, per oltre settant’anni regina del Regno Unito di Gran Bretagna, Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth, di cui non solo i britannici sentiranno la mancanza.

Proprio oggi, 25 ottobre 2022, suo figlio Carlo III (solo Carlo per gli amici) ha “incoronato” Rishi Sunak capo del governo di Sua Maestà e nuovo Presidente del numero 10 di Downing Street, una delle abitazioni governative più importanti del mondo dove, se andiamo avanti così, converrà mettere un tornello al posto della tanto famosa porta con il picchiotto.

Rishi Sunak, già Cancelliere dello Scacchiere (il Ministro delle Finanze e del Tesoro made in UK) con un patrimonio personale superiore a quello del suo datore di lavoro poc’anzi citato, non solo sarà la più giovane persona ad ascendere al ruolo di Primo Ministro britannico – 42 anni – ma anche il primo di origine asiatica e di religione induista: alla faccia della Brexit!

Ma il 25 ottobre 2022, sarà ricordato dagli italiani soprattutto per il primo discorso alla Camera dei Deputati svolto dalla Premier Giorgia Meloni, italianissima e romanissima prima donna nominata capo del Governo dal Presidente Mattarella a tempo di record dopo una schiacciante vittoria elettorale e popolare (meno di 30 giorni dalle elezioni di settembre); un discorso durato poco meno di un’ora e un quarto, interrotto settanta volte dagli applausi dei deputati con gli unici mugugni arrivati dai desaparecidos del M5S alle logiche critiche al loro tanto amato Reddito di Cittadinanza; un discorso spiazzante, per l’opposizione, che poco avrà da appigliarsi su forma e contenuti; e infine, un discorso con cui, in aula alla Camera, ha illustrato un programma di governo all’insegna di libertà, giovani e imprese.

Imprese, plurale di impresa. Tanto rumore ha fatto in queste settimane la notizia della concessione di uno stanziamento da 340 milioni di euro in due anni (soldi del Pnrr citato a più riprese da Giorgia Meloni nel suddetto discorso) a STMicroelectronics, multinazionale italo-francesce a tutti noi dell’elettronica ben nota e cara. È bastata la notizia preceduta da un “forse” per generare un aumento del 40% del valore delle azioni ST. 340 milioni a fondo perduto al fine di favorire “lo sviluppo della filiera strategica della microelettronica e della creazione di posti di lavoro previsti” (Quanti posti? Quanti nuovi posti?). Il tutto basandosi su un emendamento proposto dai senatori Dieter Steger (Gruppo Aut: SVP-PATT, UV) e Davide Faraone (Gruppo IV-PSI): il primo con un sito personale solo in lingua tedesca; il secondo un sicilianissimo uomo di Renzi perito chimico (avrei preferito elettronico).

Ma mi chiedo: questi due illuminati, i 340 milioni di euro non potevano proporre di ripartirli su, non dico 340, ma almeno 34 imprese italiane di elettronica che avrebbero sicuramente garantito quanto meno una “diversificazione del rischio”? Ma ce li ricordiamo le centinaia di miliardi di lire regalati negli anni 80 e 90 alla Texas Instruments per gli stabilimenti di Rieti e Avezzano dove ora pascolano cavalli? Come dicono a Roma: Non succede, ma se succede… In conclusione, viviamo una situazione in Italia dove la prerogativa è e sarà quella di non perdere tempo. Le ambizioni e la voglia di fare del nuovo Governo ci sono tutte. Speriamo anche che la nostra Premier alla prima occasione faccia un bel discorso al suo collega britannico alla stregua di quanto fatto dal nostro ambasciatore a Londra dopo la cover poco lusinghiera del “The Economist”, anche perché entrambi i giovanissimi Primi Ministri hanno lo stesso compito: sono stati scelti per rimediare agli errori fatti da altri!

Leggi l’editoriale del numero 16 di Elettronica AV

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