di Fritz Walter |
È passato esattamente un anno dall’inizio della guerra in Ucraina e in questi 12 mesi molto è cambiato, o forse tutto è cambiato. Innanzitutto, la parola Covid è praticamente scomparsa da giornali e tv. Basta statistiche e conta dei morti; basta vaccinazioni e green pass; tutti assembrati e felici come se nulla fosse accaduto. Ma forse, è meglio così. Ovviamente, è cambiato il governo e di questo ne abbiamo lungamente parlato. Va sottolineato che le recenti elezioni regionali in Lazio e Lombardia non hanno fatto altro che rafforzare il centrodestra che, oltre al dominio bicamerale (Camera dei deputati e Senato della Repubblica) oggi guida 15 regioni su 20. Vediamo cosa ci porterà il 2023 con un PD guidato da Elly Schlein, vincitrice delle primarie più per demeriti della concorrenza interna che non per qualità di programma. Senza dimenticare che anche l’effetto Giorgia ha probabilmente avuto il suo peso nella votazione del milione di iscritti al partito di via Sant’Andrea delle Fratte: donna contro donna… two girls is mei ke one!
È cambiata anche la guerra in Ucraina, e parallelamente è cambiata la percezione che ognuno di noi aveva della guerra in Ucraina. Il 24 febbraio dello scorso anno, l’invasione da parte della Russia di Putin al granaio dell’Europa, aveva spiazzato la stragrande maggioranza dei leader europei che, non si sa per quale strana ragione, non si erano accorti che da 10 anni in Donbass già era in atto un conflitto interno con migliaia di morti.
Noi, invece, in 12 mesi abbiamo visto il prezzo del gas (e dell’energia in generale) aumentare di centinaia e centinaia di punti percentuali. Questo ha portato la guerra in ogni casa italiana ed europea. Il fatto che poi l’Italia (e ovviamente non solo l’Italia) abbia nell’ultimo anno mandato in dote all’esercito di Zelens’kyj centinaia di milioni di euro in armi e aiuti militari rendendoci partecipi al conflitto, questo è passato in secondo piano rispetto al caro bollette. No comment!
Anche il mercato dell’elettronica è cambiato; in meglio! Il 2022 si è chiuso con il record dei record per la maggior parte dei player del mercato: produttori, distributori, broker, terzisti e assemblatori. Tutti, ma proprio tutti, hanno raggiunto risultati sicuramente insperati 36 mesi fa quando, in pieno lockdown come editore sono partito con questa avventura chiamata Elettronica AV insieme a quello che io amo chiamare il mio “dream team”. Vero che il book-to-bill a 1,8 non è più la norma e che qualche messaggio di rallentamento nelle produzioni lo stiamo vedendo; ma io amo guardare sempre il bicchiere mezzo pieno e, onestamente, il bicchiere dell’elettronica è pieno di un buon vino, italiano ovviamente.
Quindi, in conclusione: Covid, Governo, guerra e business. Stiamo attenti però a non confondere la globalizzazione con l’internazionalizzazione perché quelle che spesso sembravano delle grandi occasioni, altrettanto spesso si sono trasformate in scontri fra culture diverse: sanitarie, sociali, politiche e tecnologiche.
Leggi l’editoriale del numero 18 di Elettronica AV