LinkedIn: quando il business è a portata di click

L’Italia del business vede sempre più LinkedIn come uno strumento efficace e strategico, ma il suo utilizzo e l’applicazione reale in scenari “pre digital” non sono sempre semplici se non accompagnati da consapevolezza e formazione specifica

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business linkedIn

di Lino Garbellini | giornalista, formatore ed esperto di social media marketing

Ci vediamo per un caffè?” È la classica frase per una visita in ambito business, di routine o destinata a una vera propria vendita o affare. Almeno lo era fino a qualche anno fa, perché nel 2020, senza nulla togliere agli incontri di persona (impossibili per alcune settimane), a svolgere buona parte di quella comunicazione e relazione con clienti, colleghi e fornitori è stato il digitale a volte con le videoconferenze, ma non solo. Le video chiamate sono ormai sdoganate in qualsiasi contesto, ma ci sono altri strumenti meno invasivi in cui il contatto professionale avviene tutti i giorni, sette giorni su sette. LinkedIn è il principe dei tool utilizzati in ambito lavorativo, la sua finalità è quella di creare una rete, è ottimo per “accorciare le distanze” con i contatti ritenuti strategici nel proprio ambito professionale e averli sempre a portati di clic. Gli iscritti al network in Italia sono 14 milioni, con un 52,7% di utenti maschi (dati WeAreSocial).

Networking e business

LinkedIn è uscito da anni dal cerchio ristretto delle risorse umane e dal “serve per cercare lavoro” per diventare uno strumento di networking più che mai accreditato. L’azienda non lo vede più come un pericolo riguardo all’utilizzo da parte dei propri dipendenti (ammesso che lo sia mai stato, chi era intenzionato a cambiare lavoro lo faceva comunque anche senza social network), ma come una modalità grazie a cui i dipendenti posso diventare veri e propri influencer e testimonial dell’azienda, all’interno e all’esterno.

L’importanza sempre più centrale del personal branding infatti, tutto quello che il nostro nome e cognome evoca in ambito business contribuendo al brand aziendale, associato all’estrema popolarità di Facebook con tanto di “gattini”, “buongiornissimo” e “fake news”, non ha fatto che aumentare negli ultimi due o tre anni il credito, gli iscritti e la partecipazione al social fondato da Reid Hoffman.

In uno scenario post Covid dove la pandemia ha accelerato delle tendenze già in atto facendoci fare un salto triplo in avanti, la centralità e l’importanza di Linkedin sono chiare al punto che noi italiani rischiamo di “arrivare dopo” se non ci sarà un cambio di passo su questo fronte nei prossimi mesi.

Dal punto di vista dell’utilizzo, interazione e mantenimento del profilo, LinkedIn ha poco a che fare con il resto del mondo dei social: Facebook, Instagram, Twitter, oltre all’astro nascente TikTok. La complessità e a la volte difficoltà d’approccio unita alla scarsa conoscenza e al cattivo utilizzo di alcune sue parti sono il vero problema per l’applicazione di LinkedIn in Italia. Queste a volte sono accompagnate da una scarsa cultura digitale che vede la condivisone on-line come “il male”, quando ormai è una parte della nostra vita di tutti i giorni.

Una parte dell’azienda è quindi è poco propensa a utilizzare un social in generale o lo fa con preconcetti, anche quando si parla di mondo del lavoro. Cosa succederà però quando i vostri tre, quattro contatti più importanti andranno in pensione o saranno sostituiti da nuove generazioni che hanno costruito il profilo LinkedIn e hanno imparato a usarlo all’Università e lo ritengono centrale per la loro vita professionale?

Come potremo reagire se il nostro concorrente sul versante del digitale arriva prima di noi con una pagina social ben costruita e una strategia che coinvolge i profili di tutti i dipendenti?

Per usarlo bene, serve una formazione specifica

Il più importante dei social media è quindi anche quello che comporta maggiori difficoltà iniziali a chi ha scarsa conoscenza della comunicazione digitale o la pazienza e voglia di capire la sua complessità, probabilmente, quindi, solo una formazione specifica è in grado di porre rimedio a tutto questo.

LinkedIn quindi è una carta vincente per inserirsi in uno scenario post Covid e continuare a portare avanti con successo i propri affari, a patto di non fare compromessi. È un gioco di squadra in cui l’azienda deve avere una precisa strategia, da mettere in campo con la sua pagina e con gli account dei dipendenti, attraverso un continuo gioco di rimandi e citazioni.

Alcuni strumenti a pagamento come il Sales Navigator permettono la ricerca precisa di contatti utili al proprio ambito e utilizzabili solo se la propria presenza sul network è ben strutturata ed è presente qualcuno nell’organico in grado d’effettuare ricerche mirate con questo tool. Il futuro del business quindi è a portata di click, anche su LinkedIn, a parte di saperlo cogliere.

 

 

 

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