di Alan Friedman |
L’Italia si sta godendo un periodo di forte ripresa economica: sembra probabile che raggiungerà il 6% di crescita del Pil 2021. Il primo ministro Mario Draghi porta avanti le riforme e i piani di investimento di cui c’è un gran bisogno, se si vuole pavimentare una strada sostenibile e sicura da percorrere nei prossimi anni.
Eppure, come ho già scritto, la ripresa economica in Italia e altrove è legata a doppio filo alla capacità di continuare a ritmo spedito con la campagna di vaccinazione: è un fattore non meno importante della mano ferma di Draghi sul timone dell’economia. La prima variabile è fondamentale per assicurarsi che la curva del contagio continui a calare, e che la quota di no-mask, no-vax e no-green pass ancora presente nella popolazione non minacci la salute pubblica con il suo comportamento anti-sociale. La seconda variabile invece riguarda la competenza e la stabilità politica.
Alla luce di quanto si è detto vale la pena prendersi un momento per riflettere sulla violenza neo-fascista e no-vax che si è scatenata nelle ultime settimane; e di sicuro vale la pena chiedersi se simili eventi siano in grado di danneggiare l’economia e il nostro
benessere in generale. Una sintetica risposta ai miei interrogativi me l’ha data il commissario europeo per gli affari economici, Paolo Gentiloni, in un colloquio per “La Stampa”. Non è preoccupato dalle beghe di bottega italiane: mi ha detto che nonostante le saltuarie polemiche e i fisiologici battibecchi elettorali, ciò che conta davvero per l’Italia sono i risultati, i risultati concreti. Ha aggiunto che il governo Draghi va dritto per la sua strada, e porta a casa importanti successi sia in termini di piani di investimento nell’ottica del Pnrr sia sotto forma di riforme cruciali. Per quanto riguarda i disordini e le violenze dell’8 ottobre, che agli occhi di qualcuno possono aver mostrato inquietanti somiglianze con l’insurrezione che si è consumata a Washington lo scorso 6 gennaio. Gentiloni ha detto che nonostante quest’orribile episodio: “L’onda sovranista si sta ritirando, in Europa; è da questa bassa marea che emergono violenze squadriste come a Roma. Guai a sottovalutarle: tolleranza zero verso chi aggredisce il sindacato e le forze dell’ordine. Ma le sfide che possono svelare la fragilità delle nostre democrazie vanno al di là dello squadrismo del sabato sera”.
Sicuramente una risposta rassicurante. Eppure, non mi ha lasciato del tutto tranquillo. Qualsiasi movimento politico in grado di bloccare la campagna vaccinale ha un effetto dannoso, anche se l’Italia è molto avanti rispetto al mio Paese, gli Stati Uniti. Alla metà di ottobre del 2021 quasi l’80% degli italiani ha ricevuto due dosi di vaccino, mentre in Usa siamo fermi a meno del 60%. I politici di estrema destra in America, inclusi neo-fascisti, teorici del complotto e repubblicani trumpiani, tendono a strizzare l’occhio e ad accodarsi alla calca no-vax e no-mask. Lo stesso si può dire dei partiti di estrema destra e dei populisti nazionalisti di tutta Europa. I trend politici influenzano l’andamento delle vaccinazioni, le vaccinazioni influenzano la ripresa economica. Fattori interconnessi, che dipendono l’uno dall’altro.
Speriamo quindi che i moderati continuino a prevalere sugli estremisti, e che coloro che credono alla scienza siano sempre più numerosi degli ignoranti vittime delle fake news. L’andamento dell’economia e il futuro della democrazia liberale dipendono da questo.
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