di Virna Bottarelli |
È il 1998 quando, con l’acquisizione dei siti produttivi Texas Instruments di Avezzano nei dintorni di L’Aquila in Abruzzo, Micron Technology approda in Italia.
Dieci anni dopo, la multinazionale americana, quarta azienda di semiconduttori più grande al mondo, acquisisce anche il Design Center Quimonda di Padova e, nel 2010, Numonyx, produttore di memorie nato da una joint venture tra rami di azienda già di proprietà di Intel e STMicroelectronics, con sedi ad Agrate (MB), Arzano (NA) e Catania. Negli anni seguenti, l’azienda cambia strategia e nel nostro Pa- ese si focalizza sulle attività di Ricerca e Sviluppo, dismettendo i siti produttivi. “Oggi la nostra attività si svolge nei quattro siti di Vimercate, Padova, Avezzano e Arzano e la nostra mission principale è lavorare sull’R&D e l’innovazione”, spiega Roberto Bez, Country Manager di Micron Semiconductor Italia. “Lavoriamo sullo sviluppo tecnologico, per quanto riguarda le architetture di processo, la caratterizzazione e validazione elettrica delle memorie, sulla progettazione di circuiti per le Nand e sullo sviluppo di sistemi per le managed Nand, destinate ad applicazioni Ufs ed e.Mmc”.
I laboratori Micron sono in grado anche di eseguire test di affidabilità, un’attività strategica soprattutto per il settore automotive, un mercato di sbocco sempre più importante per le memorie: “Uno dei megatrend dell’elettronica è proprio l’auto: tra qualche anno i veicoli saranno dei veri e propri datacenter mobili e le memorie saranno determinanti per mantenere le informazioni generate dall’auto”.
Nei mesi scorsi la sede italiana di Micron si è aggiudicata il primo posto nella “Best Workplaces List” di Great Place to Work, una bella conferma per un’azienda che si caratterizza per una cultura di rispetto e un impegno nella difesa della giustizia sociale e del benessere delle proprie persone. Proprio dalle persone inizia la chiacchierata con Bez, che abbiamo incontrato nel quartier generale di Vimercate nei dintorni di Milano.
L’articolo completo è pubblicato sul numero 15 di Elettronica AV
Persone, innovazione, tenacia, collaborazione e attenzione al cliente sono i vostri valori di riferimento: come li trasferite nella vita aziendale?
Innanzitutto, Micron è molto attenta a che i valori siano trasferiti dai vertici aziendali a tutti i dipendenti. Questo trasferimento avviene quotidianamente, con un comportamento che rispecchia i nostri valori, e con azioni specifiche, come il riconoscimento, in occasione di diversi meeting aziendali, dei cosiddetti “champion” tra i dipendenti. Gli stessi dipendenti hanno la possibilità di riconoscere a un loro collega un merito e una caratteristica particolare, in linea con i valori che l’azienda promuove. C’è, in sostanza, una grande attenzione alle persone e alle loro esigenze: accanto a riconoscimenti salariali e bonus, l’azienda adotta politiche specifiche di welfare e ha fatto propri i concetti di inclusione e diversità. Da un paio d’anni si sono costituiti dei gruppi, gli Employee Resource Group, dedicati a valorizzare, con azioni concrete, proprio i temi della diversità e dell’inclusione, legati, ad esempio, al genere e alla disabilità. Parlare di innovazione, invece, significa parlare del Dna di Micron in Italia: svolgiamo attività di ricerca e sviluppo e negli ultimi cinque anni abbiamo depositato circa 700 brevetti, a dimostrazione che a guidarci è proprio lo spirito di innovazione tecnologica. Anche la collaborazione è un valore di riferimento nella quotidianità: siamo parte di una multinazionale che opera in 14 Paesi e collaborare, a livello locale e internazionale, con tutti i siti è fondamentale. Infine, per quanto riguarda l’attenzione al cliente, va detto che per noi questi non necessariamente è un soggetto esterno all’azienda: siamo focalizzati sullo sviluppo di nuove soluzioni e realizziamo quindi prodotti che saranno poi utili ai nostri stessi colleghi. È come se avessimo “clienti interni” all’azienda, ai quali ovviamente prestiamo la massima cura.
Quali obiettivi vi siete posti per quest’anno e come state reagendo alle criticità che stanno rallentando la ripresa post-Covid?
Il nostro obiettivo è duplice: aumentare le quote di mercato e mantenere la leadership tecnologica, un impegno certo non facile perché anche i nostri competitor corrono dal punto di vista dell’innovazione. Per quanto riguarda le criticità del momento, non avendo stabilimenti produttivi, e quindi non dovendo acquistare materie prime, in Italia Micron è abbastanza al riparo dal forte aumento dei prezzi. La stessa casa madre, comunque, avendo le proprie operation dislocate tra Stati Uniti, Taiwan, Giappone e Singapore, riesce a diversificare le fonti di approvvigionamento e compensare eventuali stravolgimenti sui prezzi delle materie prime e dell’energia.
In Italia oggi Micron è sinonimo di ricerca e innovazione. Torneremo mai ad associare il nome dell’azienda alla produzione di memorie?
L’interesse a potenziare la produzione di semiconduttori in Europa è tangibile, ma per quanto riguarda le memorie, credo si tratti di un capitolo che nel Vecchio Continente è stato chiuso ormai una decina di anni fa e che dubito si possa riaprire; è emblematico anche il fatto che non ci siano più bandi europei legati alla produzione di memorie. Ciò non toglie che seguiamo con interesse gli scenari aperti dallo “European Chips Act” e siamo attivi nel sollecitare una maggiore attenzione al mondo delle memorie e al loro ruolo sempre più strategico nel settore dell’elettronica.
L’articolo completo è pubblicato sul numero 15 di Elettronica AV
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