L’Italia è uno dei sette Paesi a essersi dotato di un’agenzia spaziale con un bilancio superiore al miliardo, è quinta al mondo e seconda in Europa per spesa in Space Economy in rapporto al PIL (0,55%) ed è il terzo contribuente dell’Agenzia Spaziale Europea nel 2020 con 665,8 milioni di euro, dietro a Germania (1311,7 milioni) e Francia (981,7 milioni). Inoltre, il Governo ha varato il Piano Strategico Nazionale Space Economy, del valore di 4,7 miliardi di euro.
Che cos’è la Space Economy
Ma di che cosa parliamo quando ci riferiamo all’economia dello spazio? Gli ambiti sono essenzialmente quattro e ciascuno di loro coinvolge a cascata diversi altri comparti: osservazione, navigazione, comunicazione e accesso allo spazio.
La Earth Observation include l’infrastruttura e i servizi che consentono agli utenti di monitorare la Terra e la sua atmosfera grazie all’elaborazione di dati ottenuti da satelliti, con i quale si possono definire servizi a valore aggiunto in settori prima non toccati da queste tecnologie, come agricoltura, meteorologia, pesca, assicurazioni, finanza, energia, sanità.
La Satellite Navigation è data dall’infrastruttura e dai servizi che permettono agli utenti di determinare la propria posizione, velocità e tempo attraverso i dati satellitari di posizione, ed è particolarmente utilizzata nei trasporti.
L’infrastruttura e i servizi che permettono la trasmissione di segnali delle telecomunicazioni radio costituiscono invece la Satellite Communication, mentre l’Accesso allo Spazio è l’insieme delle attività per l’esplorazione spaziale, dal lancio di satelliti e sonde al controllo delle operazioni.
Il potenziale dell’economia spaziale
“L’unione fra le tecnologie spaziali e digitali produrrà trasformazioni radicali a livello industriale, innovando processi, prodotti e servizi, modelli di business, e portando alla nascita di nuove imprese e all’ingresso di nuovi attori tradizionalmente non legati all’industria dello spazio. Le imprese che riusciranno a coglierne le opportunità aumenteranno la propria competitività sui mercati globali e saranno più capaci di rispondere ai bisogni futuri della società”, dicono Paolo Trucco e Franco Bernelli Zazzera, responsabili scientifici dell’Osservatorio Space Economy del Politecnico di Milano.
Le imprese che fanno parte dell’ecosistema dello spazio – la tradizionale industria spaziale, i fornitori di servizi digitali e le aziende End User interessate – hanno appena iniziato a cogliere il potenziale di questa catena del valore che genera prodotti e servizi innovativi a valore aggiunto partendo da infrastrutture spaziali e tecnologie digitali. L’evoluzione del mercato interesserà sia gli operatori della tradizionale industria spaziale sia fra i fornitori di servizi digitali basati su tecnologie spaziali.
Nel primo segmento una delle principali evoluzioni è la maggiore accessibilità dello spazio, con nuove modalità di lancio in orbita e di costruzione di veicoli e satelliti che comportano un abbassamento dei costi per ogni kg mandato nello spazio, come l’impiego di nano-satelliti e di materiali più leggeri in fibra di carbonio. Altre tendenze sono la semplificazione del processo che precede il lancio, ad esempio consentendo di prenotare online la data, o l’introduzione di logiche di sharing economy, lanciando un singolo veicolo contenente più satelliti che possono essere posizionati su orbite differenti e permettendo così di unire missioni con obiettivi diversi e abbassare i costi per l’azienda cliente. Sta prendendo piede anche l’offerta con un modello di ricavi ad abbonamento per l’accesso ai servizi, che consente di programmare in modo più efficiente e stabile gli investimenti. I servizi legati all’esplorazione dello spazio e allo sfruttamento delle risorse spaziali (space mining) e di turismo spaziale si trovano ancora a uno stadio embrionale.
Nel secondo gruppo rientrano i servizi space-based, che usano dati satellitari rielaborati con tecnologie digitali, come artificial intelligence e data analytics. Nell’agricoltura di precisione, ad esempio, l’uso di immagini di Earth Observation permette di monitorare l’uso di pesticidi sulle colture e analizzare la fertilità del terreno, migliorandone la redditività, o di decidere quale coltura seminare basandosi sui dati raccolti. Le immagini satellitari sono utili anche per monitorare quasi in tempo reale le reti di distribuzione energetica, spesso collocate in zone poco accessibili, per prevenire eventuali danni ed evitare costose interruzioni di rete. Il monitoraggio continuo di merci e beni è fondamentale anche nel settore logistica e trasporti per valutare quali sono le tratte più brevi e remunerative e rendere più efficienti le fasi di carico e scarico merce. Perfino le assicurazioni guardano con interesse ai servizi space-based per migliorare i modelli di previsione del rischio e offrire polizze personalizzate sul singolo cliente.