“Niente di nuovo sul fronte occidentale”

Anche l’Italia non può ritenersi immune dalle conseguenze dello scontro israeliano-palestinese. Aspettiamoci i rialzi del prezzo di gas e petrolio giusto giusto quando siamo alle porte del dell’inverno.

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editoriale EAV23

di Fritz Walter |

Una volta un amico mi disse “se vuoi distrarre una persona da un problema grande … mettigli di fronte un problema piccolo!”. Lungi da me pensare che l’escalation della guerra in Israele (non parliamo di inizio perché sono decenni che sulla striscia di Gaza ci sono scontri più o meno violenti) possa essere considerato un problema piccolo e, allo stesso tempo, non voglio permettermi di esprimere giudizi su torti e/o ragioni da parte di uno o dell’altro, ma una cosa posso dirla senza paura di essere smentito: chi non ha avuto la percezione che la guerra in Ucraina sia oggi passata in secondo piano scomparendo dalle cronache quotidiane?

Ci sono diverse similitudini tra le due guerre: in entrambi i conflitti, la battaglia nasce su divisioni ideologiche e territoriali frutto di una spartizione innaturale dei territori (da una parte la zona della Crimea e del Donbass, dall’altra la Palestina con una particolare attenzione alla striscia di Gaza); entrambi i conflitti hanno creato una spaccatura sociale o religiosa tra gli emisferi coinvolti (nella guerra europea la divisione è tra Nato e paese di estrazione comunista; nella guerra sulle coste orientali del Mediterraneo troviamo invece il mondo arabo-musulmano schierato praticamente compatto a favore di Hamas contro Israele e la sua serie di alleati occidentali); in ambedue i conflitti, vi è una piena responsabilità di quell’America, geograficamente sempre ben protetta, che da sempre si erge a paladina della giustizia a botte di miliardi di euro in armamenti militari.

Certo è che se sommiamo alle due sopraccitate guerre anche le tensioni tra Taiwan e Cina (USA? Presenti!) e le decine di conflitti nazionali nel continente africano, ben capiamo le preoccupazioni del Fondo monetario internazionale, secondo cui il perpetrarsi dei due conflitti potrebbe rilanciare i prezzi del petrolio e danneggiare le economie di tutto il mondo.

Anche l’Italia non può ritenersi immune dalle conseguenze dello scontro israeliano-palestinese. Aspettiamoci i rialzi del prezzo di gas e petrolio giusto giusto quando siamo alle porte del dell’inverno. Mentre lo scorso anno la manovra di bilancio conteneva oltre 21 miliardi di euro destinati alle misure contro il caro energia, quest’anno, con la Legge di Bilancio che entrerà in vigore il prossimo primo gennaio, l’attenzione è stata dirottata in gran parte al taglio del cuneo fiscale. Sicuramente non aiuta e non aiuterà il disastro finanziario ereditato dai precedenti governi a causa della pioggia di bonus (da quelli edili fino al fin troppo chiacchierato reddito di cittadinanza) lasciati sul terreno.

In definitiva, il governo Meloni ha spento la sua prima candelina solo lo scorso 22 ottobre. Sicuramente le va dato atto di essersi dimostrata coerente con le proprie idee, ma fare una valutazione dopo soli dodici mesi è praticamente impossibile, anche se poco o nulla è cambiato. I sondaggi, a seconda dell’orientamento politico di chi li redige, daranno sempre bilanci diversi e diametralmente opposti. Ma questa non è e non sarà mai una novità.


Leggi l’editoriale del numero 22 di Elettronica AV

 

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