di Laura Reggiani |
Azienda tedesca fondata nel 1942 da Otto Dunkel, inventore del contatto “springwire”, e ancora oggi a conduzione familiare e finanziariamente indipendente, ODU è un produttore di sistemi di connessione che opera a livello globale.
Riunisce in un’unica azienda tutte le competenze industriali rilevanti e tutte le tecnologie chiave: progettazione e sviluppo, costruzione di macchine utensili e di macchine speciali, iniezione, stampaggio, tornitura, tecnologia delle superfici, ma anche assemblaggio e cablaggio. Impiega circa 2.300 persone, ha sede centrale a Mühldorf am Inn, in Germania, a circa 80 km da Monaco, siti produttivi e logistici in Romania, Stati Uniti, Messico e Cina e uffici commerciali in tutto il mondo, dalla Cina al Giappone, dalla Svezia alla Francia.
Dal 2014 è presente anche in Italia, guidata in qualità di Regional Sales Manager da Fausto Comi, che ci ha illustrato le strategie del gruppo rivolte a settori di nicchia come il medicale, il militare e il T&M e ai mercati in crescita e proiettati al futuro, come l’automazione industriale e l’automotive, e ci ha spiegato il nuovo orientamento dell’azienda verso la fornitura ai clienti di sistemi di connessione customizzati e “chiavi in mano”.
Quali sono i punti di forza e di differenziazione rispetto agli altri player presenti sul mercato della connessione?
Un punto di forza di Odu è rappresentato sicuramente dalla sua storica presenza nel settore e dalla sua estrema specializzazione in settori di nicchia. L’azienda si distingue ad esempio per essere nata sulla base di un brevetto di un contatto interno che ancora oggi utilizziamo e che permette di arrivare fino a un milione di manovre. ODU è presente dove si realizzano applicazioni ad elevato contenuto tecnologico, come le attrezzature medicali, militari, industriali, la strumentazione T&M e alcune nicchie dell’automotive, che richiedono prodotti con prestazioni elevate, e in questi settori si distingue per il livello di affidabilità, la qualità, le prestazioni e anche il buon rapporto qualità/prezzo. Molte di queste applicazioni non richiedono volumi particolarmente elevati, come avviene invece in ambito consumer, ma necessitano per contro di una particolare specializzazione dei sistemi di connessione. In quest’ottica ODU si sta orientando sempre più verso la fornitura di sistemi “chiavi in mano”, fornendo i propri connettori anche cablati e portando avanti lo sviluppo del connettore pensando al sistema di collegamento che ne consegue, favorendo quindi le tempistiche di sviluppo del prodotto ed evitando al cliente di perdere tempo a districarsi nella giungla di ciò che offre il mercato.
ODU è sul mercato da quasi ottant’anni. La sua presenza nel nostro Paese è però piuttosto recente: come e perché si è arrivati alla costituzione di ODU Italia?
Nel 2014 ODU ha deciso di investire in Italia con una propria struttura ritenendo che i suoi prodotti ben si sposassero con le applicazioni presenti sul mercato italiano, soprattutto nell’ambito dell’automazione industriale, e quindi con l’obiettivo di accrescere la propria presenza presso i clienti presenti nei nostri settori di interesse. Come dicevo, i prodotti ODU hanno una valenza specifica e vanno quindi veicolati sulle giuste applicazioni; solo se opportunamente valorizzati possono offrire un vantaggio competitivo al cliente. Per questo motivo era opportuno per ODU essere presente anche in modo diretto sul mercato italiano.
Che cosa rappresenta il mercato italiano per il Gruppo? Come si è evoluto il business dal 2014 a oggi?
In Italia, in molti settori applicativi come l’automazione industriale, ma anche nel militare e nel medicale, fino a sei anni fa ODU era praticamente sconosciuta, mentre oggi comincia ad essere un player con una certa notorietà. Ovviamente i primi anni sono stati dedicati a far conoscere l’azienda, il suo catalogo di prodotti, ma soprattutto le sue potenzialità; un’attività questa che ha richiesto tempo, anche perché il mercato italiano è frammentato in tante medie e soprattutto piccole aziende. Nel nostro settore, poi, soprattutto nel militare ma anche nel medicale, molti progetti prima di generare business richiedono diversi anni. Abbiamo quindi lavorato da zero per crearci un nuovo giro d’affari che si è via via consolidato e che ora, grazie ad alcuni progetti che sono partiti, comincia a mostrare buone prospettive di crescita futura.
Attraverso quali canali sono distribuiti i prodotti ODU sul territorio? Quali sono i settori in cui potete espandere ulteriormente la vostra presenza?
La maggior parte del business è gestito direttamente da ODU. Non abbiamo una rete distributiva reale, ma dei rivenditori per lo più specializzati nei settori di proprio interesse di super nicchia. Possiamo ancora espanderci un po’ in tutti i settori anche se il militare e il medicale rappresentano a mio avviso i settori che in Italia offrono a ODU le maggiori po- tenzialità.
Come membro del Comitato Direttivo di Anie Componenti Elettronici, può dirci che clima si respira tra gli imprenditori del settore e quali sono le prospettive?
Nel nostro mondo ci sono già in corso progetti concreti e nuove applicazioni, nate anche virtù del Covid, che ci fanno ben sperare per il futuro. All’interno dell’associazione interpreto un moderato ottimismo anche in virtù dei fondi europei in arrivo, anche se molto dipenderà da come verranno spesi. Il motivo di maggior preoccupazione è quello legato alla fase di implementazione e di messa in opera del piano e a come verranno allocate le risorse.