Fondata nel 1942 in Germania, a conduzione familiare e finanziariamente indipendente, ODU è un’azienda produttrice di sistemi di connessione che opera a livello globale. La società nasce per dar seguito a un’intuizione tecnica di Otto DUnkel (da cui deriva il nome ODU) che, ispirandosi alla struttura delle scope di saggina, inventò e brevettò il primo contatto a molla al mondo, ovvero la prima versione del famoso contatto SpringTac tutt’oggi utilizzato e ineguagliato nella sua affidabilità. Da allora, l’azienda si è specializzata nella realizzazione di contatti elettrici per applicazioni in condizioni ambientali critiche (presenza di alte vibrazioni, acqua, polvere, alte e basse temperature) e ha poi ampliato l’offerta progettando connettori completi attorno a tali contatti speciali. Oggi ODU ha a catalogo diverse serie di connettori completi, sia circolari che rettangolari modulari, che soddisfano le esigenze di connessione in diversi ambiti applicativi critici: dal militare all’automotive, dall’automazione industriale alla robotica, dall’elettromedicale al Test & Measurement. Significativo in questi ottant’anni, oltre allo sviluppo tecnologico, è stato anche lo sviluppo societario. L’azienda si è infatti evoluta ed è passata dall’essere una piccola realtà tedesca artigianale al proporsi oggi come una multinazionale, con circa 2.600 dipendenti e fabbriche e uffici commerciali dislocati sui 5 continenti.
A guidare le vendite e il marketing sul mercato italiano c’è, dal febbraio del 2022, Paolo Magni, con cui abbiamo conosciuto meglio ODU e i suoi punti di forza, fatto un bilancio dell’ultimo biennio e guardato alle prospettive del settore della connessione.
I cambiamenti degli ultimi anni hanno ridisegnato l’assetto di molte realtà del settore. Come avete affrontato in ODU le nuove sfide?
La pandemia da Covid-19 prima e la guerra in Ucraina poi hanno effettivamente causato difficoltà negli approvvigionamenti di materiali e semilavorati. In questi casi, trovarsi in un’azienda come ODU, che si contraddistingue per un’alta integrazione verticale del processo produttivo, è stato sicuramente un vantaggio; abbiamo dovuto “solo” preoccuparci di avere sempre un buffer di materie prime disponibili in magazzino, visto che l’80% delle lavorazioni e degli assemblaggi viene fatto all’interno dell’azienda, con minimo utilizzo di terzisti. Quando si è capito che la situazione di difficoltà negli approvvigionamenti sarebbe divenuta cronica, abbiamo potenziato la capacità produttiva delle fabbriche europee e asiatiche, con apertura o duplicazione di linee di produzione e trattamenti galvanici interni. Inoltre, sono stati aumentati gli acquisti dei materiali grezzi per fare stock preventivi e non, come avveniva prima, per produrre just-in-time.
Quali sono i punti di forza di ODU e quali quelli che vi differenziano dai competitor?
Come già dicevo, l’alta integrazione verticale dell’organizzazione di ODU fa sì che al nostro interno possediamo il know-how necessario per progettare, produrre e testare connettori adatti a diversi ambiti applicativi. Questo ci permette di mantenere sotto controllo la qualità e la supply chain, che nel nostro caso è veramente corta! Tutto questo, per il cliente, si traduce in prodotti dalla qualità certificata al 100% e consegnati in tempi brevissimi.
Qual è il vostro business model in termini di strategie e di approccio al mercato?
ODU produce e vende connettori sia a catalogo, dove sono presenti circa 90.000 codici standard, sia realizzati ad-hoc su specifiche del cliente. Poiché i nostri connettori, anche quelli a catalogo, hanno caratteristiche “premium”, devono essere promossi prima di tutto presso gli uffici tecnici dei clienti. Per svolgere questa attività abbiamo personale tecnico che fornisce un servizio di consulenza personalizzato, offrendo il prodotto più adatto a soddisfare le specifiche esigenze di interconnessione del cliente. La disponibilità a stock dei nostri connettori presso i principali distributori da catalogo e la disponibilità online dei relativi disegni tecnici anche in 3D aiuta il processo di design-in presso i clienti che hanno oggi bisogno di avere in tempi rapidi documentazione e campioni da testare sulla loro specifica applicazione.
Le abitudini di acquisto e di reperimento di informazioni dei clienti sono cambiate e anche ODU si è adeguata in questo senso con nuovi strumenti digitali. Ce ne può parlare?
Ci sono altri progetti in casa ODU che ci vuole raccontare? Considerando che oggi l’ufficio tecnico di ogni azienda modernamente organizzata utilizza programmi di progettazione meccanica ed elettrica 3D, ODU ha implementato sul proprio sito web il servizio di Product Finder che mette a disposizione i disegni 3D (in diversi formati Cad/Cae) di ogni componente e connettore completo prodotto da ODU. Inoltre, dal Product Finder si accede ai link agli archivi di traceparts.com e octopart.com, a librerie come Eplan, Zuken e Cadenas 3dfindit.com e infine alle pagine di prodotto di Mouser o Digi-Key dove il cliente può acquistare i campioni in pronta consegna. Recentemente il Product Finder è stato potenziato aggiungendo la possibilità di configurare cavi assemblati composti da connettori ODU e cavi che ODU tiene normalmente a stock e ideali per essere accoppiati. Se il cliente configura e ordina un cavo assemblato, riceverà il prodotto finito direttamente dalla fabbrica ODU, con un unico part number e tempi di consegna contenuti.
Come è posizionata oggi ODU sul mercato italiano? Quali sono i settori applicativi finali in cui notate maggiori possibilità di business e quali sono le aree di prodotto su cui puntate per le crescite future?
Il tessuto industriale italiano ha un patrimonio di competenze e aree d’eccellenza industriale nel mondo dell’elettromedicale, ad esempio tra i produttori di macchinari per i trattamenti estetici, dell’automazione industriale e della robotica. Per queste applicazioni ODU ha linee di prodotti innovativi e riconosciuti a livello mondiale come top di gamma, e crediamo quindi che anche nei prossimi anni continueremo a crescere in questi settori. Un altro settore su cui stiamo investendo è il militare, che supportiamo con l’introduzione di interfacce di connessione sempre più miniaturizzate e con la fornitura di inserti in fibra ottica, una tecnologia sempre più richiesta quando si cerca elevata banda di trasmissione dati e immunità alle interferenze elettromagnetiche.
Parlando di distribuzione, come siete strutturati sul mercato europeo? Quali sono i vostri partner sul mercato italiano e quali supporto offrite loro?
In Europa ODU copre i diversi mercati nazionali con uffici commerciali gestiti direttamente, come nel caso di ODU Italia, affiancati da un solo distributore ufficiale in ogni Paese, come avviene in Italia attraverso la partnership con Omega Fusibili. La collaborazione tra il personale di ODU Italia e quello di Omega è molto stretta e il personale di Omega partecipa regolarmente ai nostri corsi di formazione tecnica in modo da essere in grado di consigliare i clienti come farebbe un venditore di ODU.
Un bilancio dell’ultimo biennio. Con che numeri si è chiuso il 2022 per ODU in Europa e che risultati prevedete per il 2023? Quali sono state le aree più performanti?
Il 2022 è stato un ottimo anno per ODU, sia a livello Corporate sia nello specifico del mercato italiano. Abbiamo incrementato le vendite di quasi il 15% rispetto all’anno precedente e anche il 2023 sta performando altrettanto bene. Ci aspettiamo quindi anche per quest’anno una crescita a doppia cifra. I settori applicativi che negli ultimi due anni hanno avuto un maggior incremento percentuale in termini di fatturato sono quelli dell’elettromedicale e del militare, purtroppo trainati dalle due recenti brutte esperienze della pandemia e della guerra in Ucraina. Il settore ha vissuto un periodo di tensioni economiche, acuite dalla guerra in Ucraina, che hanno portato a difficoltà di approvvigionamento. Oggi viviamo un momento di inflazione, con prezzi delle materie prime in aumento.
Come si presenta la situazione in questo periodo e come si svilupperà a vostro avviso nei prossimi mesi?
ODU fa degli accordi annuali sul costo delle materie prime che acquista, in modo da non subire tale variabile nel corso dell’anno; quindi, almeno fino alla fine dell’anno non c’è il rischio che il listino prezzi dei nostri prodotti possa subire degli aumenti.
Certamente, se il trend attuale continuerà e i rincari delle materie prime saranno considerevoli, il listino del prossimo anno dovrà subire qualche ritocco.
In conclusione, quali sono le sue sensazioni sul possibile andamento del mercato italiano della connessione per il 2024?
Il mercato italiano della connessione vede previsioni di crescita nulle o deboli per il 2024, se confrontato con il 2023. Dobbiamo però tener conto che il connettore è un prodotto pervasivo, che si rivolge a segmenti applicativi che hanno dinamiche molto diverse tra di loro: automotive, elettrodomestici, elettronica di consumo, automazione industriale, robotica, militare, medicale, solo per citarne alcuni. I settori applicativi in cui ODU è leader sono proprio quelli che a livello globale sono in questo periodo trainanti e la cui crescita non sarà destinata a fermarsi nel 2024. Per questo sono convinto che il business ODU crescerà anche nel 2024, anche se magari non più a due cifre.