Nell’ambito della mobilità elettrica, sia per la stazione di ricarica sia per l’auto elettrica collegata, la protezione contro le sovratensioni fornisce uno schermo necessario contro le sovratensioni causate dai fulmini e dalle operazioni di commutazione sulla rete.
Le soluzioni Phoenix Contact
I nuovi scaricatori di sovratensioni Valvetrab EV di Phoenix Contact sono sviluppati appositamente per la mobilità elettrica. La nuova gamma prodotti è composta da uno scaricatore combinato di tipo 1+2 e da uno scaricatore di sovratensioni di tipo 2, entrambi disponibili con un contatto di segnalazione remota opzionale. I connettori consentono una semplice misurazione dell’isolamento e sono codificati meccanicamente, evitando con ciò un innesto errato. Per implementare il concetto di protezione integrale, i componenti sensibili, ad es. per la comunicazione Ethernet o il pannello di comando, sono protetti con appositi scaricatori di sovratensioni di tipo 3, dispositivi già disponibili nell’offerta di Phoenix Contact e compatibili con il nuovo VAL-EV.
Qualche dato sulla mobilità elettrica
Il mercato delle auto elettriche è in crescita esponenziale e le case automobilistiche si concentrano sempre più sulla mobilità elettrica. In una recente nota rilasciata dall’associazione Motus-E, che raggruppa operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione, si legge: “a fronte di una contrazione complessiva delle auto di tutte le motorizzazioni pari al -49,5% (100 mila immatricolazioni circa contro le 200 mila circa di maggio 2019, le BEV (Battery Electric Vehicle) hanno fatto registrare un aumento del 51,7% (1.814 vs. 1.200) mentre, nello stesso arco temporale, le PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) hanno segnato un145,82% in più (1.175 vs. 478). Il totale delle auto elettriche fa registrare un aumento del 78,13% mensile e un aumento del 108,58% anno su anno, nei primi 5 mesi del 2020. La quota di mercato di BEV + PHEV si è attestata al 3% in maggio e 2,6% nei primi 5 mesi, naturalmente numeri molto influenzati dalla grande flessione delle motorizzazioni convenzionali”. Prima del Covid-19, Motus-E prevedeva 20.000 vetture immatricolate nel 2020, un numero che, nonostante il due mesi di lockdown, potrebbe essere ancora raggiungibile, soprattutto, dicono dall’associazione, “se si ripartirà velocemente nel segmento flotte, oggi quello più penalizzato per i noti motivi sanitari e di transizione verso modalità di lavoro a distanza”.