L’aggiornamento del report “Osservatorio Sistemi di Accumulo” di Anie Rinnovabili, associazione di ANIE Federazione, presenta il trend delle installazioni di energy storage in Italia registrati dal sistema Gaudì di Terna.
Come si legge nella nota di Anie che accompagna il rapporto: “Siamo ben lontani dagli obiettivi fissati dal PNIEC al 2023: 1.000 MW di storage centralizzato, suddivisi tra elettrochimico e pompaggio. Poiché difficilmente il nuovo pompaggio potrà entrare in servizio entro tale scadenza, non resta che affidarsi allo storage elettrochimico per colmare il gap. Occorrerà lavorare su più fronti: da un lato accelerare gli iter autorizzativi e dall’altro accelerare la riforma del mercato dei servizi di dispacciamento (MSD) per offrire agli operatori di mercato la possibilità di sostenere il business plan mediante il revenues stacking”.
I dati dell’Osservatorio Anie
Al 31 marzo 2021 risultano ben 43.784 sistemi di accumulo installati. La potenza complessiva dei sistemi di accumulo installati è pari a 212 MW per una capacità massima di 333 MWh, a cui si aggiungono gli impianti di Terna per complessivi 60 MW e 250 MWh.
Il 99,9% dei sistemi di accumulo installati risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico e di questi il 92% è abbinato ad un impianto fotovoltaico di taglia residenziale. Rimangono fermi a quota un impianto i sistemi di accumulo stand-alone, abbinati a centrali termoelettriche, a impianti eolici ed a celle a combustibile.
La tecnologia più diffusa è quella a base Litio (96,6% circa del totale) seguita dal Piombo (3,1% circa) e dal Supercondensatore (0,1%). Si registrano 48 batterie a volano (0,1%).
La quasi totalità (98,6%) dei sistemi di accumulo è di taglia < 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità inferiore o uguale ai 5 kWh (42,6%) e di quelli compresi nel range tra 5 kWh e 10 kWh (40,5%).
La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (13.102 SdA per una potenza di 56 MW e una capacità di 94 MWh) seguita dalla Regione Veneto (7.270 SdA per una potenza di 33 MW e una capacità di 57 MWh), dalla Regione Emilia Romagna (4.605 SdA per una potenza di 24 MW e una capacità di 37 MWh) e dal Piemonte (3.183 SdA per una potenza di 24 MW e una capacità di 32 MWh).
L’analisi: bene, ma non benissimo
Il trend è in notevole crescita per numero, potenza e capacità di accumulo rispetto al primo trimestre del 2020 con valori di quest’ultima superiori del 60% nel corrispondente periodo del 2021.
Sta crescendo la taglia di potenza degli impianti fotovoltaici residenziali a cui sono accoppiati i sistemi di accumulo: nel primo trimestre 2021 si registra infatti un 9% in più di installazioni su impianti fotovoltaici di taglia compresa tra 6 e 10 kW rispetto all’ultimo trimestre 2020 a scapito delle taglie inferiori, segno evidente del processo di elettrificazione dei fabbisogni energetici degli edifici.
Analizzando la tipologia di configurazione si registra uno spostamento delle nuove installazioni a favore di quelle “lato produzione in corrente continua” rispetto ai periodi precedenti. I sistemi di accumulo sono prevalentemente installati lato produzione in corrente continua (72%) e tale configurazione sta registrando una crescita negli ultimi anni (+17% in confronto al 2020), a discapito degli accumuli installati post-produzione (-14% rispetto allo scorso anno). Per i sistemi installati lato produzione in corrente alternata, invece, si registra un decremento rispetto al 2020 del 3%.
Tutte le Regioni hanno consolidato un segno positivo rispetto al primo trimestre del 2020 relativamente al numero di installazioni, alla potenza e capacità installate.
La crescita nel primo trimestre 2021 vede i sistemi di accumulo tutti abbinati ad impianti fotovoltaici di taglia residenziale. Tale crescita è attribuibile prevalentemente alla misura della detrazione fiscale al 50% che beneficia dei meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito anche ad istituti finanziari istituiti dal DL 34/2020 del 18 luglio 2020 (cd. DL Crescita). È evidente che questi meccanismi così come congegnati stanno funzionando molto bene ed ANIE Rinnovabili ritiene che si debba prevederne un utilizzo strutturale.
Superbonus al 110%: non mancano le criticità
Gli esperti di Anie ritengono che il Superbonus al 110% non abbia contribuito in modo importante ai risultati del primo trimestre 2021, essendo ancora in corso semplificazioni e chiarimenti sulle procedure. Dicono in Anie: “Di fatto sono stati persi almeno nove mesi da quando è entrato in vigore il DL Crescita. I continui chiarimenti forniti a singhiozzo rallentano le attività degli operatori e introducono ulteriore complessità andando a modificare i processi operativi necessari per poter permettere ai cittadini di fruire del meccanismo. La conformità ai chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate obbliga gli operatori a fermare tutte le pratiche e a ri-verificarle per garantirne la compliance ai nuovi chiarimenti: trattasi di un faticoso lavoro con consistenti impatti retroattivi. Il ritenere che sia possibile fruire del Superbonus anche nelle more del perfezionamento del contratto col Gestore dei servizi energetici a condizione, tuttavia, che il contribuente sia in possesso della comunicazione di accettazione dell’istanza del Gse implica estendere l’arco temporale a cui le imprese sono esposte finanziariamente di ulteriori 200 giorni: tempistiche non compatibili con la durata del meccanismo del Superbonus e con le condizioni standard di mercato applicate dagli istituti finanziari. Ai sensi del TICA di ARERA, infatti, occorrono circa 200 giorni affinché si perfezioni l’iter di connessione alla rete di un impianto fotovoltaico residenziale che prevede anche la registrazione sul portale di Terna e sul portale del gestore della rete di distribuzione. Si auspica, pertanto, una revisione dei chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate per ovviare a queste criticità, sostituendo l’attestazione del GSE con un’autodichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte del contribuente. Se ciò non avvenisse, paradossalmente gli operatori del Superbonus difficilmente opteranno per le installazioni di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo per non compromettere la sostenibilità economica del progetto, escludendo di fatto dal Superbonus queste tecnologie dalla riqualificazione energetica degli edifici. Visto quanto è impattante, un semplice chiarimento su una riforma così importante per la transizione energetica del paese sarebbe una soluzione win-win che Agenzia delle Entrate ed operatori di settore si confrontino prima dell’adozione di nuovi chiarimenti per analizzarne gli impatti sul mercato”.
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