di Giorgia Andrei |
L’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e il Laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia hanno presentato i risultati della loro ricerca annuale sulle tecnologie per l’agroalimentare.
“Quando parliamo di agricoltura 4.0, parliamo di un paradigma che fa evolvere l’agricoltura di precisione in un più ampio modulo di Smart Farming. Quest’ultimo include, a tutto tondo, i processi di business dell’azienda agricola”, dice Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood. E c’è anche una buona notizia: “Il settore agroalimentare ha superato la prova della pandemia, mostrandosi dinamico e aperto all’innovazione, ben consapevole dei benefici che l’applicazione delle tecnologie digitali può apportare in termini di efficienza, competitività e sostenibilità della filiera”.
Attenzione, però: Bacchetti mette in guardia sul fatto che “soltanto una piccola parte della superficie agricola è oggi coltivata con strumenti 4.0”. C’è quindi un potenziale di digitalizzazione ancora inespresso, che richiede, per emergere, un maggiore impegno su aspetti come “l’interoperabilità e l’interconnessione delle soluzioni, lo sviluppo di competenze specifiche e la valorizzazione e condivisione dei dati”. Un impegno, quello richiesto, che deve riguardare anche il fronte della divulgazione. Come ha detto Marco Perona, direttore scientifico dell’Osservatorio: “Oggi è il momento giusto, per il settore agricolo, di coniugare la competitività delle imprese con la sostenibilità ambientale e sociale, perché c’è una tecnologia che consente di farlo. Eppure, registriamo ancora delle carenze nelle conoscenze e competenze necessarie per implementare le soluzioni tecnologiche più avanzate: ecco perché dobbiamo adoperarci per diffonderle il più possibile”.
La ripresa dopo il lockdown
L’emergenza Covid19 ha messo sotto stress il settore agroalimentare italiano, diminuendo la disponibilità di manodopera, aumentando la pressione sulla logistica distributiva, riducendo le vendite nel canale Ho.Re.Ca. e la fiducia dei consumatori. Queste difficoltà, soprattutto durante il lockdown della primavera 2020, hanno rallentato anche il mercato dell’Agricoltura 4.0, che però è ripartito di slancio nella seconda parte dell’anno, raggiungendo un valore di 540 milioni di euro nel 2020 (circa il 4% del mercato globale) e registrando una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, in linea con l’andamento pre-pandemia. La spesa è trainata dalle soluzioni di Agricoltura di Precisione – gli strumenti a supporto delle attività in campo – come i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (36% del mercato), e i macchinari connessi (30%). Sono 538 le soluzioni di Agricoltura 4.0 disponibili per il settore agricolo in Italia (oltre 100 in più rispetto al 2019), che usano prevalentemente sistemi di Data Analytics, piattaforme o software di elaborazione e Internet of Things, e trovano applicazione nelle fasi di coltivazione, semina e raccolta dei pro- dotti in diversi comparti, fra i quali emergono l’ortofrutticolo, il vitivinicolo e il cerealicolo. Il 60% delle aziende agricole utilizza almeno una soluzione digitale e il 38% ne impiega due o più, ma solo il 3-4% della superficie agricola è coltivata con strumenti 4.0, segno che il mercato deve ancora esprimere larga parte del suo potenziale. Il digitale è sempre più presente anche nell’ambito della tracciabilità alimentare, con 157 soluzioni. Avanzano le tecnologie per la raccolta, la valorizzazione e la condivisione dei dati lungo la filiera, come le soluzioni Mobile (+65% rispetto al 2019), l’analisi avanzata dei dati (+57%) e le piattaforme di elaborazione (+60%).
Come spiega Chiara Corbo, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood: “Le soluzioni digitali si stanno facendo largo nell’ambito della tracciabilità alimentare, dove non mancano soluzioni abilitate da tecnologie che migliorano la raccolta, la valorizzazione e la condivisione dei dati lungo la filiera. Accanto alle tecnologie più innovative come IoT, Mobile e Advanced Analytics, rimane però importante il peso delle soluzioni ‘tradizionali’, come i software gestionali e quelli cosiddetti verticali, che non sempre assumono una prospettiva di filiera. Nel prossimo futuro sarà fondamentale lavorare a soluzioni che, in un’ottica di ‘piattaforma’, siano adatte a sostenere lo scambio e la valorizzazione di dati tra gli attori, per rendere la tracciabilità un’opportunità concreta per l’efficienza della supply chain, per il coordinamento lungo la filiera e per la valorizzazione del prodotto”.
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