Si è tenuto a metà dicembre l’ultimo appuntamento del 2020 dell’VIII Smart Utility Open Meter, organizzato dallo Smart Metering Group di Anie e da Energia Media. L’incontro virtuale ha fatto il punto sullo Smart Metering in Italia e su come il settore degli utility meter debba ancora completare il processo di automazione e di digitalizzazione.
Sono intervenuti Furio Cascetta e Vincenzo Quintani, rispettivamente Coordinatore Scientifico e Coordinatore Smart Metering Group di ANIE CSI, che hanno delineato uno scenario con luci e ombre, con un percorso di digitalizzazione del processo di misura e fatturazione delle utenze non ancora completato.
Elettricità, gas e acqua: a che punto siamo?
La situazione è molto diversificata, a seconda del servizio a rete e, nel complesso non è molto soddisfacente. Il settore elettrico tradizionalmente è quello più “evoluto” e all’avanguardia nello smart metering. In questi mesi stiamo assistendo all’installazione dei contatori elettrici di seconda generazione (2G). Tra le nuove tecnologie la chain 2 (comunicazione post contatore) è una delle funzionalità più innovative del contatore di seconda generazione Open Meter (2G) di E-Distribuzione. Chain 2 è il nuovo canale di comunicazione su onde convogliate (PLC-C) tra il contatore Open Meter e i Dispositivi Utente (DU), apparati di domotica disponibili sul mercato.
Il settore gas si trova in uno stadio intermedio, incompiuto, circa il roll out degli smart meters di prima generazione (1G). Per i grandi distributori (>200.000 punti serviti) l’obbligo di raggiungere l’85% dei contatori elettronici G4-G6 è stato recentemente (causa emergenza Covid) spostato al 31/12/2021; per i medi distributori (100.000 – 200.000) l’obiettivo dell’85% è spostato al 31/12/2022; per i piccoli distributori (< 100.000), infine, la scadenza rimane per ora fissata al 31/12/2023.
Il settore idrico purtroppo è il fanalino di coda. Lo smart metering (inteso come sistema automatico di telegestione dei contatori tramite rete fissa di comunicazione) è ancora una chimera. Sarebbe indispensabile un intervento della politica e delle autorità di regolazione. Il settore heat meters è in una situazione intermedia. I contatori di calore di recente installazione sono prevalentemente di tipo elettronico (talvolta con sensore statico del volume d’acqua calda), con la predisposizione alla trasmissione del dato di consumo. Di fatto però manca completamente l’infrastruttura di comunicazione per cui anche in questo settore (come in quello idrico) si può affermare che non esiste una vera e propria AMI (Automated Metering Infrastructure) o SMI (Smart Metering Infrastructure).