Start-up create con un clic: il rapporto 2019 del Mise

La 14ª edizione del Rapporto trimestrale di monitoraggio delle start-up innovative indica che a fine 2019 erano 2.769 le realtà imprenditoriali avviate grazie alla modalità di costituzione digitale e gratuita prevista dalla normativa in vigore dal 2016

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start-up digitale pixabay

Pubblicata a febbraio dal Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con Unioncamere e InfoCamere, la 14ª edizione del Rapporto trimestrale di monitoraggio delle start-up innovative indica che a fine 2019 erano 2.769 le realtà imprenditoriali avviate grazie alla modalità di costituzione digitale e gratuita prevista dalla normativa in vigore dal 2016. A preferire la modalità di avvio on-line sono le imprese di Lombardia, Veneto e Lazio.

Considerando anche le procedure ancora in corso, il numero di imprese che ha utilizzato la procedura on-line è pari a 3.115 unità. Rispetto alla rilevazione di fine settembre, le start-up innovative avviate on-line erano, a fine dicembre, 193 in più.

La procedura di avvio digitale

La modalità prevista dalla normativa del 2016 ha carattere di volontarietà (resta infatti valida anche la procedura ordinaria di costituzione societaria mediante atto pubblico) è gratuita e non richiede il ricorso a intermediari. Al netto delle imposte di registrazione fiscale dell’atto e dell’imposta di bollo, non sono previsti costi specifici legati alla creazione della nuova impresa: il risparmio medio sui costi di avvio è stimato in circa 2mila euro.

Il processo di avvio ha poi un carattere di disintermediazione: essendo l’identità dei sottoscrittori dell’atto già assicurata dall’obbligo di utilizzo della firma digitale, non è necessaria la verifica da parte di altri soggetti. Gli imprenditori possono quindi costituire la propria start-up in totale autonomia o, eventualmente, con il supporto tecnico della Camera di Commercio di riferimento, utilizzando un modello standard di atto costitutivo, in formato elettronico elaborabile Xml.

I numeri delle start-up

Delle 2.769 start-up innovative avviate avvalendosi della modalità digitale, 2.005 hanno seguito una procedura interamente on-line, con la validazione degli atti fondativi mediante firma digitale sulla piattaforma startup.registroimprese.it.

Le rimanenti 764 hanno scelto di utilizzare la nuova procedura avvalendosi però dei servizi d’assistenza offerti dalla propria Camera di Commercio di riferimento. Alla data del 31 dicembre 2019, 57 delle 2.769 start-up innovative costituite on-line risultavano aver cessato l’attività d’impresa, altre 51 avevano procedure di liquidazione in corso e 4 risultavano inattive.

La distribuzione sul territorio

La prima regione per utilizzo della modalità digitale è la Lombardia: qui sono 745 le start-up costituite on-line, oltre un quarto del totale nazionale (27,5%). Nella sola Milano le imprese avviate online sono 456 (16,8% del totale nazionale).

La seconda regione a preferire l’on-line è il Veneto, con 302 unità (11,1%), seguita da Lazio, con 260, Campania (205), Emilia-Romagna (148), Sicilia (141), Toscana, Puglia e Piemonte, tutte e tre con 117 start-up. Restando in Piemonte, è da segnalare il caso di Torino, che pur essendo la quarta provincia in Italia per popolazione di start-up innovative (376), ne conta solo 40 create on-line.

Che cos’è una start-up innovativa?

La definizione di start-up innovativa è contemplata all’articolo 25 del d.l. 18 ottobre 2012, n° 179, il cosiddetto “Start-up Act”. Tra i diversi requisiti da soddisfare per ottenere la qualifica e godere quindi di una serie di agevolazioni stabilite dalla normativa, vi è il contenuto innovativo dell’impresa, identificato nel possesso di almeno uno dei seguenti indicatori:

  • una quota pari al 15% del valore maggiore tra fatturato e costi annui ascrivibile ad attività di ricerca e sviluppo;
  • forza lavoro costituita per almeno 1/3 da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori, o per almeno 2/3 da soci o collaboratori a qualsiasi titolo in possesso di laurea magistrale;
  • titolarità, deposito o licenza di un brevetto registrato (privativa industriale) o titolarità di programma per elaboratore originario registrato.
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