Startup Geeks: le idee migliori sanno aspettare

I fondatori di Startup Geeks, incubatore e community di startupper italiani, spiegano perché seguire un programma di incubazione prima di fondare una start-up è fondamentale ed evita che molte idee innovative muoiano sul nascere.

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di Virna Bottarelli |

I dati della community Startup Geeks confermano statistiche poco rassicuranti sulla precarietà dell’imprenditoria dell’innovazione: molte startup in Italia falliscono entro il primo anno dalla loro fondazione.

Nata nel 2019 con l’obiettivo di creare un luogo di supporto virtuale nel quale gli imprenditori italiani potessero interagire ed essere supportati da mentor e professionisti del settore, Startup Geeks si è ingrandita sempre più, arrivando a contare oltre 900 startupper e più di 50 professionisti – i “coach” – esperti in diverse aree, dallo sviluppo prodotto alla finanza agevolata. Il team di Startup Geeks conta oggi 11 persone. La mission è generare un impatto positivo per la collettività e il progresso imprenditoriale italiano. Si aderisce alla community abbonandosi, ma quotidianamente Startup Geeks divulga articoli, guide e informazioni gratuite per diffondere sempre più la cultura imprenditoriale in Italia, oltre a informare sul mondo delle startup.

Il valore dell’incubazione

Startup Geeks ha ideato Startup Builder, un programma di incubazione on line che si basa su un imperativo: non fondare una startup prima di completare il percorso. “Il senso di un percorso di incubazione è riuscire a capire in breve tempo se la propria idea ha un mercato e se può diventare profittevole. Speriamo che i progetti che vengono ammessi possano, dopo tutte le analisi effettuate durante il percorso, diventare un’impresa innovativa. Allo stesso tempo, se le analisi non danno il risultato sperato, anche decidere di abbandonare può essere una vittoria: il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo ed è giusto scegliere velocemente su quali progetti focalizzarsi. Se noi stessi avessimo fatto lo Startup Builder, probabilmente avremmo risparmiato sei mesi per arrivare alle stesse conclusioni”, dice Alessio Boceda, co-fondatore di Startup Geeks. Nella realtà, infatti, alcune idee di business non hanno mercati di riferimento e futuri clienti: procedere su una strada simile significa perdere tempo, denaro ed energie. Una volta completato il percorso di incubazione gli imprenditori, seguiti da mentor, potranno capire a seconda dei risultati ottenuti se dare vita a una startup o lasciar perdere.

“Il nostro obiettivo è fare in modo che chi segue il programma di incubazione abbia chiaro che la sua idea potrebbe risultare non fruttuosa. Ecco perché parte del successo dei programmi di incubazione è avere i ringraziamenti degli imprenditori a cui è stato reso chiaro che il percorso che avevano in mente altro non era che un fallimento annunciato”, spiega Giulia D’Amato, co-fondatrice di Startup Geeks. “A decidere se un’idea può essere sviluppata oppure no sono essenzialmente due fattori: il mercato e i founder. In questo particolare momento storico, ad esempio, è molto complicato intraprendere un percorso imprenditoriale per chi ha un progetto innovativo che riguarda eventi fisici, viaggi e attività che ora non si possono fare a causa delle varie disposizioni anti-covid: è molto difficile per loro capire se c’è mercato potenziale, perché non possono testare l’idea”.

Un programma di incubazione è un vero e proprio percorso di alcune settimane in cui gli imprenditori o aspiranti tali dovranno avere del supporto dal punto di vista della formazione, della mentorship e del network per capire se la propria idea può avere o meno un futuro. Alcuni programmi sono fisici, in presenza, e possono dare anche degli spazi di lavoro condiviso, mentre altri, quelli on line, vengono gestiti interamente da remoto con l’ausilio di diversi strumenti che agevolano la comunicazione tra imprenditore e interlocutori, dando la possibilità a chiunque, ovunque, di intraprendere il percorso, eliminando le barriere geografiche, spesso discriminatorie per chi non risiede nelle cosiddette città dell’innovazione italiana. Il programma di incubazione per alcuni potrà essere il momento in cui si capisce che la propria idea non ha un futuro mentre per altri, quelli con le idee con più spazio nel mercato di riferimento, può essere un trampolino di lancio grazie a un evento finale in cui si presenta il proprio progetto a un gruppo di investitori, con l’obiettivo di catturare il loro interesse, proseguire le conversazioni e ottenere un finanziamento per la propria idea imprenditoriale. Per valutare la serietà di un incubatore, oltre all’analisi dei mentor, del network e del percorso, è importante che la candidatura al percorso sia libera e non preveda un accesso a pagamento: “Questo aspetto conta, perché mette una sorta di bollino di qualità all’incubatore, che non è interessato solamente a generare fatturato, ma a selezionare delle idee che potenzialmente potrebbero avere un mercato”, dice ancora Boceda.

Un anno di Startup Builder

Startup Geeks S.r.l. SB si è costituita a febbraio 2020 ed è stata inserita tra le Società Benefit italiane focalizzate sulla mission di generare impatto sociale. “In un periodo storico in cui il mercato del lavoro tradizionale offre più minacce che opportunità, riteniamo fondamentale dare basi di formazione imprenditoriale gratuitamente a chiunque voglia valutare una nuova strada professionale per il proprio futuro lavorativo”, spiegano i fondatori. “Vogliamo far capire a chiunque abbia un’idea imprenditoriale che non è necessario spostarsi in grandi città o all’estero per realizzarla: è perfettamente fattibile, con una buona guida, farlo anche in piccole realtà, come del resto è stato proprio per noi, che dalla Germania siamo tornati nella provincia di Mantova”.

Su 310 start-up candidate alle 4 edizioni dello Startup Builder, sono state scelte 143 start-up per il percorso di incubazione, di queste solo 56, le più promettenti, hanno avuto la possibilità di raccontare la loro idea di business agli oltre 100 investitori presenti ai 5 eventi dedicati. In questo primo anno di attività oltre 50 Top Manager e imprenditori con esperienza nel mondo startup si sono prestati gratuitamente come mentor: segno che nonostante le statistiche e il periodo storico, c’è molta fame di innovazione e di voglia di contribuire allo sviluppo delle imprese future. “Degli imprenditori che hanno partecipato al nostro incubatore online, 40 hanno deciso di lasciar perdere la loro idea: i dati sono stati chiari e hanno mostrato una probabilità di insuccesso troppo alta per poter proseguire. Ciò di cui siamo felici è che comunque non hanno desistito e stanno studiando nuovi mercati, nuovi target e nuove idee per poter creare qualcosa di innovativo, di utile e di scalabile, che possa davvero avere il giusto potenziale per non cadere nelle statistiche negative del mondo start-up”.


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