Nuove figure in azienda: arriva il Sustainable Manager

Sostenibilità è la parola chiave del futuro, anche in azienda. Ma come è possibile, in concreto, attuare iniziative imprenditoriali che siano sostenibili e, al contempo, redditizie? Occorre una figura specifica: il Sustainable Manager

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Sustainable manager

di Francesca Praga |

Creare valore da una gestione puramente sostenibile non è un processo semplice né tantomeno veloce. È perciò importante avere, all’interno del proprio team aziendale, professionisti in grado di sviluppare e mettere in pratica iniziative che siano sostenibili mentre portano al risultato desiderato. Parliamo dei Sustainable Manager, il cui compito è identificare azioni virtuose che l’azienda già attua o che potrebbe compiere, e promuoverle sia all’interno della stessa che tra clienti e fornitori. La loro mission non si conclude con un lavoro di breve durata: quello di Sustainable Manager è un ruolo a lungo termine, di agente di cambiamento e ambassador del brand aziendale, con una vision ben chiara.

A seconda delle dimensioni dell’organizzazione e della sua posizione, può essere responsabile di garantire la conformità alle normative ambientali, occuparsi di ricercare politiche e iniziative sostenibili, stabilire obiettivi di performance di sostenibilità che siano al contempo strategici e ambiziosi, ideare programmi di sensibilizzazione alla sostenibilità, arrivando a creare, per le realtà più grandi, un team in grado di gestire e implementare le iniziative sostenibili, misurando e comunicandone l’efficacia sia all’interno dell’azienda che all’esterno.

Le competenze e conoscenze del Sustainable Manager

Ogni Sustainable Manager deve saper vedere l’azienda sia nella sua interezza che in ogni processo contenuto al suo interno, comprendendo come questi interagiscono tra loro e immaginando come si possa inserire, in ogni fase, un’azione sostenibile. È perciò necessario che abbia conoscenze – anche basiche – di economia, marketing, contabilità e legge, nonché sia in grado di valutare e interpretare le informazioni sociali e scientifiche relative all’impresa stessa. Ultimo, ma non meno importante, il Sustainable Manager deve essere un buon comunicatore e un leader naturale poiché non mancherà, nella sua quotidianità lavorativa, la possibilità di guidare una squadra e di interagire con vari dipartimenti / reparti aziendali, rapportandosi con un pubblico estremamente diversificato.

Spesso la carriera del Sustainable Manager all’interno della propria azienda inizia attraverso la promozione di piccoli progetti, come la creazione di una filiera controllata e garantita per l’approvvigionamento delle materie prime, o la promozione di interventi ad hoc per sensibilizzare i dipendenti sull’eccessivo uso della carta e la reale necessità di stampare determinati documenti. In alcune aziende questa figura si trova all’interno del dipartimento legato alla gestione dei rischi, dove operano i professionisti dedicati alla sicurezza e alle questioni ambientali. Facendo così, il ruolo resta nascosto e svalorizzato.

È interesse dell’azienda creare una figura ben chiara che ricopra questo ruolo, affinché questo qualcuno possa identificare e ottenere i veri benefici commerciali legati alla sostenibilità, e che sia in grado di motivare i dipendenti per primi a compiere azioni sostenibili, che spesso richiedono un cambio di abitudini radicate nel profondo.

Il Responsabile della sostenibilità

Questa figura è stata istituita con il Decreto Legislativo del 30 dicembre 2016, che prevede l’obbligo di presentare una dichiarazione individuale di carattere non finanziario per le imprese di interesse pubblico e la possibilità, anche per tutte le altre imprese non sottoposte all’obbligo, di presentare una dichiarazione in forma volontaria e semplificata. La dichiarazione non finanziaria deve riguardare i temi ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva, che sono ritenuti rilevanti tenuto conto delle attività e delle caratteristiche dell’impresa. Infine, il testo riporta l’elenco degli ambiti minimi sui quali è richiesto alle organizzazioni di rendicontare le proprie attività e performance, lasciando la libertà di scegliere lo standard di rendicontazione e di adottare le metodologie di calcolo più adatte.


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