Una buona, e una cattiva, notizia su inflazione e tassi

Sul taglio dei tassi, le tempistiche della Bce saranno legate a doppio filo alla scelte della banca centrale statunitense

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Friedman Alan Europa

di Alan Friedman | La banca centrale americana forse non inizierà ad allentare la politica monetaria prima di giugno. Con ogni probabilità la Bce seguirà il suo esempio. Ma a quel punto partirà una parabola discendente che darà una fondamentale boccata d’ossigeno alle piccole imprese e alle famiglie che devono pagare il mutuo.

Gli imprenditori, le famiglie e i Cfo che speravano di vedere presto una riduzione dei tassi di interesse in Europa e negli Stati Uniti, in concomitanza con il calo dell’inflazione dovranno aspettare ancora un po’. Fino a poco tempo fa l’opinione comune tra gli economisti era che la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve avrebbero imposto in tempi brevi un’inversione di rotta alla politica monetaria, allentando le redini e dando inizio a una graduale ma costante riduzione dei tassi di interesse chiave per tutto il resto dell’anno.

Con l’inflazione che negli ultimi mesi è scesa su entrambe le sponde dell’Atlantico e con l’Eurozona bloccata in un contesto di crescita zero, sembrava che l’era dei tassi alti volgesse al termine. Alcuni esperti prevedevano che la Fed sarebbe partita con i tagli già a maggio 2024. Ma gli ultimi dati sull’inflazione americana di gennaio, pur senza ribaltare la traiettoria discendente, sono stati comunque superiori alle attese, attestandosi al 3,1%. È probabile che questo spingerà la Fed ad aspettare ancora un po’ prima di cantare vittoria e dichiarare domata l’inflazione. Sono ormai ben pochi gli osservatori che prevedono un taglio dei tassi statunitensi prima di giugno.

In Europa, Christine Lagarde, presidente della Bce, mostra la stessa cautela della controparte della Fed, Jerome Powell, nel timore di fare retromarcia troppo presto. L’impatto economico degli eventi geopolitici attuali rimane incerto, la guerra continua sia in Medio Oriente che in Ucraina, e l’inflazione non è ancora scesa al livello del 2% nell’Eurozona. Sembra quindi plausibile che, riguardo al taglio dei tassi, le tempistiche della Bce saranno legate a doppio filo alla scelte della banca centrale statunitense. Il che significherebbe una serie di piccoli tagli a partire dalla metà del 2024.

La cattiva notizia è che i tassi rimarranno alti ancora per un po’, così come i prestiti bancari per le aziende e i mutui per le famiglie. Almeno fino a metà estate. La buona notizia è che nella seconda metà del 2024 potrebbero iniziare a scendere a un ritmo regolare e ragionevole, donando ossigeno prezioso alle imprese e alle famiglie con un mutuo. La vera sfida sarà sopravvivere in un contesto di tassi alti e resistere fino al secondo semestre dell’anno.

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