di Virna Bottarelli | Sulle auto di nuova produzione il rilevamento di informazioni attraverso sensori wireless, gli aggiornamenti del firmware over-the-air, l’upload continuo dei dati, il controllo della ricarica nel caso dei veicoli elettrici e la connessione alle reti locali, ad esempio nei parcheggi, stanno diventando funzioni standard. Ciò indica che la dipendenza dal trasferimento wireless dei dati è destinata a crescere, non senza qualche criticità. Su questo trend fanno il punto Fredrik Lönegård e Peter Karlsson, rispettivamente Senior Product Marketing Manager e Head of Technology, Product Center Short Range Radio di u-blox: “Man mano che il numero di aree e applicazioni del settore automotive che utilizzano la connettività wireless aumenta, si aggrava il rischio di congestione dei segnali e di peggioramento della performance. Ridurre al minimo l’impatto sulle prestazioni del sistema sta diventando una questione di vitale importanza. Le nostre automobili sono sempre più congestionate e l’enorme mix di applicazioni, ciascuna con le proprie caratteristiche e requisiti di sistema, richiede che il sistema Wi-Fi sia in grado di gestire in modo sempre più efficiente le risorse disponibili”.
Come far viaggiare allora tutti questi dati evitando il rischio di congestioni? Per Lönegård e Karlsson la soluzione è il Wi-Fi 6, una tecnologia Wi-Fi di ultima generazione che promette di risolvere molte delle sfide emergenti velocizzando e ottimizzando la connettività dei veicoli. “Nei prossimi anni Wi-Fi 6, conosciuto anche come 802.11ax, è destinato a diventare un fattore chiave in diverse aree del settore automobilistico e troverà applicazione in dispositivi di infotainment, unità di controllo telematico e sistemi avanzati per la guida assistita. ABI Research prevede che il 50% (35 milioni di unità) dei chipset Wi-Fi automotive entro il 2023 e il 70% (50 milioni di unità) entro il 2024 monteranno la tecnologia Wi-Fi 6”. Wi-Fi 6 aumenta fino a quattro volte la capacità di banda rispetto allo standard precedente e può servire un numero maggiori di client per punto di accesso o realizzare nuove applicazioni che richiedono una larghezza di banda elevata, come la trasmissione di video ad altissima risoluzione. La sua maggiore flessibilità lo rende più adatto a servire i client utilizzando blocchi di dati più piccoli, senza dover riservare risorse accessorie. Inoltre, mentre le versioni precedenti del Wi-Fi erano state pensate per le esigenze di pochi client, situati principalmente negli ambienti interni, Wi-Fi 6 punta a garantire un’esperienza di qualità a una moltitudine di client negli ambienti ad alta densità.
Il nuovo standard utilizza lo schema di modulazione digitale Ofdma (accesso multiplo a divisione di frequenza ortogonale) sia in uplink che in downlink. In che modo Oem e fornitori Tier 1 decideranno di implementare il Wi-Fi 6 è però una questione ancora aperta: “Alcuni costruttori preferiscono l’implementazione con chip on board nella quale il chip Wi-Fi viene integrato in un circuito stampato dai fornitori di livello 1 o dagli stessi Oem. In alcuni casi piuttosto rari questa tecnica consente soluzioni più personalizzate e flessibili con distinte di base ottimizzate. Nella maggior parte dei casi la soluzione con moduli precertificati risulta più vantaggiosa, poiché abbrevia i tempi di sviluppo e semplifica la progettazione dei circuiti stampati e dei dispositivi oltre alla migrazione verso la tecnologia della generazione successiva”.